Cai Belluno, centinaia di alunni a lezione di Grande Guerra e di tempesta Vaia

Il progetto della Sezione rivolto alle scuole si basava sulla conoscenza delle zone interessate dai combattimenti e, un secolo dopo, dalla furia della tempesta. Quest'autunno è stato possibile accompagnare i ragazzi anche sui sentieri
273 alunni di terza media incontrati lo scorso anno anno scolastico (solo in aula), 231 in quello in corso, questa volta, finalmente anche sui sentieri. 
Sono questi i numeri del progetto del Cai Belluno, rivolto alle scuole, sulla conoscenza dei boschi e delle montagne della provincia travolti prima dalla Grande Guerra e, un secolo dopo, dalla tempesta Vaia. Un progetto che era stato selezionato da un bando della Regione Veneto in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
«Abbiamo colto questa preziosa occasione per proporre agli istituti scolastici bellunesi la possibilità di usufruire di un percorso di incontri preparatori ad un’uscita nelle Dolomiti. Lo scopo era quello di far conoscere ai ragazzi i luoghi colpiti dai due eventi drammatici», racconta Daniela Mangiola del Cai Belluno.
3 A scuola media Ponte nelle Alpi Col dei Bos (5)
I giovanissimi della 3^A della scuola media di Ponte nelle Alpi © Cai Belluno

Nel 2020-21 incontri in aula con 273 alunni

Lo scorso anno scolastico avevano aderito quattro classi quinte delle superiori e 24 di terza media, ma la riduzione delle attività didattiche imposta dalla pandemia ha creato non poche difficoltà.
«Però 14 classi di terza media, per un totale di 273 alunni, hanno comunque voluto gli esperti in classe, così siamo andati», spiega la Mangiola.

Antonella Fornari del Gruppo italiano scrittori di montagna ha così descritto gli effetti della guerra sulla montagna, modellata dal lavoro dei soldati, insieme agli effetti sulla psiche dei combattenti stessi e alle sofferenze della popolazione. La sopracitata Daniela Mangiola, oltre a presentare la tempesta Vaia nel suo formarsi e manifestarsi, con gli effetti distruttivi sulle infrastrutture, si è soffermata in particolare sull’azione devastante della tempesta sul bosco e sulle possibilità di ricostruzione. Presentandosi come Operatrice naturalistico-culturale del Cai, inoltre, ha invitato i giovanissimi a scoprire la montagna vissuta dall'uomo attraverso gli ultimi secoli, soffermandosi sul modo odierno di fruirla, che a volte è irresponsabile.
3D scuolamedia Tina MerlinCol Gallina
La 3^D della scuola media Merlin di Belluno a Col Gallina © Cai Belluno

Anche in montagna nell'anno scolastico in corso

La proroga della scadenza del bando ha consentito alla Sezione di riproporre il progetto anche quest'autunno.
«Complessivamente sono state dodici le classi di terza media visitate e 231 gli alunni incontrati. Con l'allentamento delle restrizioni siamo riusciti a organizzare anche le escursioni, svolte in particolare sul Falzarego», continua la Mangiola. «I giudizi dei ragazzi che hanno partecipato sono stati positivi tanto che, con il passaparola, altre classi hanno chiesto di aderire».
Tra i luoghi visitati ci sono il Museo delle trincee delle Cinque Torri, il caposaldo di artiglieria di Cima Gallina, le postazioni militari sotto il Col dei Bos, il villaggio Edelweiss costruito da milizie territoriali tedesche, il Sacrario a Pocol, il giro intorno al Sass de Stria e le postazioni militari dell'alto Cadore. La Mangiola evidenzia, come conferma del valore del progetto, che
«l'80% degli alunni che sono venuti sul Falzarego non ci erano mai stati. Non avevano mai visto di persona le pareti dolomitiche e gli ineguagliabili panorami».
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