Camminare: il primo passo per muoversi con consapevolezza nel territorio
La rete escursionistica italiana si può fare vanto di una stima di circa 180.000 chilometri: abbiamo parlato di questo patrimonio inestimabile con Alessio Piccioli, Presidente della Struttura operativa Sentieri e cartografia del Club alpino italiano (Sosec).
Il dato da cui partire è il seguente, ed è un dato estremamente significativo, capace di catturare l’attenzione anche di chi non è abituato a frequentare i sentieri con regolarità: la rete escursionistica italiana si può fare vanto di una stima di circa 180.000 chilometri. Un numero eccezionale, che risalta ulteriormente se paragonato ad esempio alla rete autostradale la quale, sempre nella Penisola, conta “solo” 7000 chilometri; oppure se consideriamo che, secondo una ricerca dell’ACSM (American College of Sports Medicine), una persona mediamente attiva percorre nella sua vita circa 120.000 chilometri.
Questo patrimonio dal valore inestimabile, frutto del lavoro di centinaia di volontari, offre la possibilità di scoprire, attraverso un’azione molto semplice come quella di camminare, le costanti e progressive variazioni paesaggistiche, siano esse di carattere naturale o antropico: il cambio della vegetazione in relazione alle oscillazioni altimetriche, alla latitudine e all’esposizione dei versanti; le antiche testimonianze di una civiltà rurale in via d’estinzione; le più giovani e spesso appariscenti infrastrutture realizzate a scopo turistico; un faggio secolare; una mandria al pascolo; un muretto a secco; i ghiacciai in alto, un’ovovia nel mezzo, e laggiù, prima della valle coi i suoi paesi, un in piccolo lago. L’elenco si potrebbe allungare all’infinito, perché le sfumature umane e naturali distribuite lungo l’arco alpino, sulla dorsale appenninica e tra le isole non sono numerabili.
Camminare consente di cogliere una parte importante di questa ricchezza paesaggistica e quindi di muoversi con consapevolezza nel territorio.
La settimana scorsa si sono insediati gli Organi tecnici centrali e le Strutture operative del Club alpino italiano per il triennio 2023-2025. Alessio Piccioli è stato riconfermato Presidente della Struttura operativa Sentieri e cartografia del Club alpino italiano (Sosec). Ieri abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con lui.

I percorsi validati dalla Sosec
L’intervista ad Alessio Piccioli
Oltre a dettare le linee guida per la manutenzione dei sentieri, da qualche anno la Struttura Operativa Sentieri e Cartografia si sta occupando di realizzare un Catasto digitale della Rete Escursionistica italiana. Un lavoro molto impegnativo. A che punto siete?
«Ad oggi abbiamo riconosciuto 120.000 chilometri di percorsi, abbiamo cioè appurato la loro esistenza. Di questi circa un terzo, quindi 40.000, sono già stati validati, e qui viene fuori il bello del Cai e di come abbiamo costruito questo sistema».
Perché?
«Perché abbiamo fatto in modo tale che gli operatori volontari del territorio riescano ad accedere a una piattaforma con le credenziali del Cai e, se abilitati dai responsabili regionali, possano fare direttamente loro la validazione del percorso: vuol dire che sono stati sul campo, hanno acquisito una traccia con una strumentazione GPS, la caricano sulla piattaforma e, appunto, la validano. Entro la fine dell’anno stimiamo di finire la validazione di questi 120.000 chilometri e poi vorremmo arrivare a capire qual è il reale numero di tutta la rete escursionistica».

Mappa con tutti i 112.000 Km di percorsi accatastati. I colori corrispondono allo stato di accatastamento. I verdi corrispondono ai segmenti rossi della mappa precedente
Spesso sulle nostre montagne si può osservare un tipo di fruizione contrastante: a vallate e rilievi iper-frequentati se ne alternano altri dimenticati da tutto e da tutti insieme ai loro ormai rari abitanti. Quanto è importante il vostro lavoro, e dunque una promozione capillare ed equilibrata dei sentieri, per ridurre da un lato il sovraffollamento e per valorizzare dall’altro anche quei territori esterni rispetto ai grandi flussi turistici?
«Io sono profondamente convinto che lo strumento che stiamo costruendo abbia proprio questo come uno degli obiettivi principali, cioè ridurre la pressione antropica laddove è eccessiva. Il sistema che stiamo sviluppando è infatti democratico, nel senso che non c’è una differenza di promozione tra i diversi percorsi escursionistici. Non c’è una differenza, per farti un esempio, tra il percorso escursionistico delle Bocchette del Brenta e il percorso escursionistico che ho qui dietro sul Monte Pisano. I percorsi escursionistici dal punto di vista del catasto digitale hanno un numero univoco a livello nazionale e pertanto sono perfettamente identici. Dunque questo strumento darà la possibilità a chi lo interroga di scoprire tutto ciò che solitamente rimane nascosto dalla comunicazione che in generale viene fatta, spesso interessata solo ad alcuni specifici luoghi e sentieri. Avere una visione completa permette di sviluppare una promozione più equilibrata. Penso un lavoro come questo, quando sarà a regime, offrirà la possibilità di valorizzare tutta la rete escursionistica italiana in un’ottica chilometro per chilometro».
Quello del Catasto digitale della Rete escursionistica italiana è un lavoro davvero imponente. Attualmente su quanti collaboratori volontari potete contare?
«Noi abbiamo una stima certa di quanti sono i chilometri mantenuti dai volontari delle sezioni del Cai: 80.000. Pertanto, di questa rete escursionistica complessiva che abbiamo accatastato, cioè 120.000 chilometri – proiettata nelle stime a 180.000 – 80.000 sono mantenuti dalle sezioni Cai. Sul numero dei volontari attualmente non abbiamo delle stime complete, ma si aggirano sull’ordine dei 10.000».
Qual è il sostegno da parte del Ministero del Turismo nella valorizzazione della rete escursionistica italiana?
«L’attenzione è aumentata negli ultimi due anni grazie ai cinque milioni di euro aggiuntivi che ci sono stati assegnati dal Ministero del Turismo nell’ambito del PNRR. Parte di questi soldi sono stati investiti da un lato per la realizzazione del catasto digitale, dall’altro per sostenere le sezioni che fanno manutenzione».
Quali sono i principali obiettivi della Struttura operativa Sentieri e cartografia per il prossimo triennio?
«Sicuramente portare a termine il Catasto ditale e mettere a regime il suo funzionamento. Anche perché la realizzazione del Catasto non si limita alla raccolta dati, ma necessita di una cura continua. È poi nostro obiettivo passare a una fase di valorizzazione dei dati acquisiti, interagendo con altri sistemi formativi territoriali quali il Tourism Digital Hub, un progettone che sta portando avanti il Ministero del Turismo per raccogliere tutti i dati digitali sul turismo in Italia. Inoltre continueremo con il lavoro che abbiamo sempre svolto, ossia fornire le linee guida per la manutenzione dei sentieri».
Infomont – il portale dei sentieri
Al seguente indirizzo infomont.cai.it il Cai centrale ha inserito tutti i sentieri finora validati.