Un concorso per la ricostruzione dei bivacchi del Cai Fiamme Gialle a Passo Rolle

La Sezione ha lanciato un concorso per la progettazione dei tre nuovi bivacchi, che oltre a non snaturare l'attuale tipologia costruttiva, dovrà prevedere sistemi di costruzione sostenibili, contenendo i costi per la realizzazione e per la manutenzione nel tempo

bivacco Fiamme Gialle

Il bivacco “Fiamme Gialle” © Cai Fiamme Gialle Predazzo

Un concorso per la selezione di un progetto per il rifacimento di tre bivacchi alpini (il “Fiamme Gialle”, il “Renato Reali” e l’“Aldo Moro”) ubicati nei pressi di Passo Rolle.
Questa l’iniziativa della Sezione Cai Fiamme Gialle di Predazzo (TN), ideata nel 2020 in occasione del centenario di fondazione della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo e lanciata, dopo i ritardi dovuti alla pandemia, questa settimana.


Vetustà delle strutture e problemi tecnici

La Sezione è stata istituita oltre cinquant’anni fa presso la Scuola con l’obiettivo di fungere da anello di congiunzione fra l’istituto, con la sua missione formativa alpestre, e il mondo dell’alpinismo civile. Tra i suoi compiti c’è anche la gestione dei tre bivacchi oggetto del concorso.

La decisione di sostituirli è motivata, si legge nella nota della Sezione, «dalla vetustà delle strutture e dai conseguenti problemi tecnici». La sostituzione dovrà naturalmente rispettare «i requisiti di sicurezza, comfort e compatibilità ambientale coerenti con lo stato dell’arte raggiunto per tali manufatti».

Il concorso

Continua la nota del Cai Fiamme Gialle:

«viste le tematiche di carattere architettonico, ambientale e di inserimento paesaggistico, si è voluto creare un gruppo di lavoro che rappresenti al meglio il territorio, come avvenuto per la realizzazione dei bivacchi originari. Pertanto si è ritenuta necessaria l’indizione di un concorso di progettazione per la selezione di un progetto rappresentativo ed identificativo dell’iniziativa, da utilizzare per il rifacimento dei tre bivacchi. Tale fase consentirà di dare massima visibilità all’iniziativa, garantendo un ventaglio di progetti tra cui selezionare quello ritenuto più idoeno con accuratezza, vista la delicatezza del tema progettuale».

La progettazione infatti «interessa le tematiche della montagna, della fruizione e della sicurezza, in un contesto paesaggistico importante e delicato come quello delle Dolomiti e del Lagorai. Il concorso di progettazione è nato proprio per consentire la più ampia partecipazione di professionisti e per poter sviluppare più progetti, in modo da raggiungere nella fase finale un’elevata qualità progettuale».

I nuovi bivacchi non dovranno snaturare le funzioni di

«rifugio di emergenza e occasionale, che rispetti le normative attuali, in un corretto inserimento ambientale, privilegiando sistemi di costruzione sostenibili, contenendo i costi per la realizzazione e per la manutenzione nel tempo. L’obiettivo è di non snaturare l’attuale tipologia costruttiva, di non cambiare la destinazione d’uso e di realizzare una struttura che preservi l’originaria funzionalità».

Il concorso è strutturato su due gradi di progettazione. A termine del primo (scadenza consegna elaborati 19 gennaio 2023) saranno selezionati cinque progetti che prenderanno parte al secondo grado (scadenza consegna 19 aprile 2023).

Per tutte le informazioni del concorso clicca qui.

bivacco renato reali

Il bivacco Renato Reali

La storia dei bivacchi

Bivacco “Fiamme Gialle”: nell’agosto del 1967, la Fondazione “Camillo Berti”, su interessamento dell’allora Maggiore Carlo Valentino, Presidente della Sezione Cai Fiamme Gialle, concedeva gratuitamente un bivacco da 9 posti. Questo veniva collocato sulla spalla Sud del Cimon della Pala, nel Gruppo delle Pale di San Martino, a quota 3005 metri. Esso fu denominato bivacco “Fiamme Gialle” e venne inaugurato domenica 14 luglio 1968.

Bivacco “Renato Reali”: venne inaugurato il 19 luglio 1970. Si tratta di una struttura fissa da sei posti letto. Anche in questo caso la struttura venne offerta dalla “Fondazione Berti” e fu trasportata interamente a spalla dai militari della Scuola Alpina e approntato in località Forcella Marmor a quota 2650 metri, nel territorio del Comune di Taibon Agordino (BL). La forcella è ubicata nell’area centrale del Gruppo delle Pale di San Martino, al confine tra il Trentino Alto Adige e il Veneto. Il bivacco fu dedicato all’Istruttore della Scuola Alpina Renato Reali, caduto il 2 settembre del 1968 sulla “Via Bonatti – Ghigo” del Gran Capucin, nel Gruppo del Monte Bianco. Nel 1995 il bivacco fisso venne spostato di alcune centinaia di metri, ricadendo nel Comune di Tonadico (TN), ora Comune di Primiero San Martino di Castrozza, per ovviare a delle problematiche verificatesi nella posizione originaria. Lo spostamento venne effettuato dalla Sezione Cai Fiamme Gialle in collaborazione con il IV Corpo d’Armata Alpino di Bolzano, con l’ausilio di un elicottero.

Bivacco “Aldo Moro”: nel 1980, la Sezione Cai Fiamme Gialle fu parte attiva di un Comitato promotore che realizzò un nuovo bivacco posto sul Coston dei Slavaci, sulla catena del Lagorai a quota 2600 metri, intitolato al nome dell’insigne statista On. Aldo Moro, che era solito soggiornare presso la propria abitazione a Predazzo (TN), località Bellamonte. I finanzieri contribuirono al montaggio della struttura, mentre il trasporto fu effettuato con un elicottero della Provincia Autonoma di Trento e la gestione, come per i precedenti due bivacchi, fu assunta dalla Sezione Cai Fiamme Gialle.

bivacco aldo moro

Il bivacco Aldo Moro

Enti sostenitori e patrocinanti

Una buona parte delle spese concorsuali, premi da attribuire a vincitori del concorso e parte degli oneri di gestione, saranno sostenuti da Enti territoriali, in particolare dal Comune di Primiero San Martino di Castrozza, dal Comune di Predazzo, dalla Magnifica Comunità di Fiemme, dal Bim Adige e dal Bim Brenta.
La fase realizzativa dei nuovi bivacchi e la rimozione degli esistenti verrà finanziata dalla Provincia Autonoma di Trento con gli strumenti normativi vigenti e da altri Enti del territorio.
L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio della Società degli alpinisti tridentini, dell’Ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e onservatori della Provincia di Trento, della Fondazione Dolomiti Unesco e di Trentino Marketing.