“Il campo rosso” di Giovanna Zangrandi, presentazione a Torino
Domani il libro, appena ristampato dal Club alpino italiano, sarà il protagonista del secondo appuntamento della rassegna “Leggere le montagne” al Museo della Montagna. Organizza la Biblioteca nazionale del Cai. Giovanna Zangrandi, dapprima partigiana tra le montagne del Cadore, dopo la guerra fondò il Rifugio Antelao

L’autrice al Lago d’Antorno, sullo sfondo le Tre Cime di Lavaredo © Archivio Bepi Pellegrinon
Un racconto incalzante di un’avventura coraggiosa. Così la Biblioteca nazionale del Cai presenta Il campo rosso di Giovanna Zangrandi, appena ristampato dal Club alpino italiano.
Dapprima partigiana tra le montagne del Cadore, poi scrittrice, nel 1946 Giovanna Zangrandi decide di costruire un rifugio alpino, l’Antelao, attualmente ancora aperto e di proprietà del Cai Treviso.
Il suo libro Il campo rosso è la storia di quell’avventura. Edito da Ceschina nel 1959, è stato oggi riscoperto dal Club alpino italiano per la collana “Personaggi”.
La presentazione di Torino
Il libro sarà il protagonista del secondo appuntamento della rassegna “Leggere le montagne”, organizzata dalla Biblioteca in collaborazione con il Museo della Montagna di Torino, in programma domani alle 18:30 nella Sala degli Stemmi del museo (ingresso libero).
Il Direttore editoriale del Cai Marco Albino Ferrari dialogherà con il curatore di questa nuova edizione Giuseppe Mendicino. Durante l’evento sarà proiettata la puntata della serie tv “Tracce, la riscoperta della montagna”, realizzata da Icarus Ultra in collaborazione con il Cai, nella quale lo stesso Mendicino conduce lo spettatore alla scoperta dei luoghi della scrittrice.
Le vicende narrate
Nei giorni della Resistenza, sulle montagne del Cadore, Giovanna Zangrandi aveva immaginato la propria vita dopo la guerra insieme all’uomo che amava, il comandante partigiano Severino Rizzardi. Il suo sogno era costruire un rifugio su una sella a 1800 metri di quota, con un’ampia vista verso le Marmarole, il lontano Comelico e i bastioni argentati dell’Antelao. Tutto sembrò svanire con l’improvvisa morte di Severino, a causa di un’imboscata dei tedeschi, il 26 aprile 1945, quando mancava un soffio alla fine delle ostilità. Con forza esemplare, tuttavia, Giovanna si lanciò presto nell’avventura di realizzare un rifugio sulla Sella Pradònego, con pochi manovali e muratori, per poi condurlo in proprio.
Il libro nel quale alcuni anni dopo la Zangrandi raccontò questa straordinaria impresa, di fatto introvabile, rimane ancora oggi una testimonianza eccezionale del desiderio di ricostruzione post bellica e della volontà di superare i dolori inferti dal conflitto.
Il campo rosso è disponibile sullo store online del Club alpino italiano a un prezzo di 16,50 euro. I soci possono acquistarlo al prezzo scontato di 14 euro, le Sezioni a 10,50 euro.

La locandina della presentazione
Giovanna Zangrandi
Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua, nasce il 13 giugno 1910 a Galliera (BO). Si laurea in Chimica a Bologna, ma la passione per la montagna la spinge a trasferirsi a Cortina d’Ampezzo, dove insegna Scienze naturali. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 entra nella Resistenza, nelle formazioni partigiane del Cadore. Finita la guerra lavora per qualche mese come giornalista, ma già nel 1946 decide di costruire con pochi operai un rifugio alpino e di condurlo: il Rifugio Antelao, oggi di proprietà del Cai di Treviso. Terminata l’avventura del rifugio, inizia il mestiere di scrittrice: I Brusaz (1954), Orsola nelle stagioni (1957), Il campo rosso (1959), I giorni veri 1943-1945 (1963), Anni con Attila (1966), Il diario di Chiara (1972), Gente alla Palua (1975), Racconti partigiani (1975), Racconti partigiani e no (1981), Silenzio sotto l’erba e Racconti del Cadore (2010).
Muore a Pieve di Cadore il 20 gennaio 1988.