Nominati i primi sette “Custodi delle Terre alte”

Segnalate dalle Sezioni Cai che hanno partecipato alla prima edizione del bando del Gruppo Terre Alte del Comitato scientifico centrale del Sodalizio, queste persone sono profondi conoscitori delle tradizioni locali e delle risorse montane e si impegnano per preservarle

Carlo Dell'Orso

Carlo Dell’Orso © G. Damiani

Merino Matiuzzi, classe 1950, profondo conoscitore e guida del bosco di Val di Zoldo sconvolto dalla tempesta Vaia (segnalato dal Cai Val di Zoldo); Claudio Salciccia e Lara Lapi, classe 1980 e 1981, agricoltori e custodi del castagneto monumentale di Pratomagno nel territorio di Figline Valdarno (segnalati dal Cai Val d’Arno); Carlo Dell’Orso e Lucia Riccitelli, classe 1948 e 1949, boscaioli, agricoltori e osti che hanno resistito alla distruzione del terremoto a Farindola (segnalati dal Cai Farindola); Luigi Carcillo, classe 1949, custode della costruzione artigianale della zampogna e della ciaramella ad Acquafondata in provincia di Frosinone (segnalato dal Cai Cassino); Giuseppe Spagnuolo, classe 1948, ultimo custode della memoria del borgo abbandonato di Roscigno vecchia nel Cilento (segnalati dal Cai Montano Antilia).
Sono loro i primi sette “Custodi delle Terre alte”, nominati a dal Gruppo Terre Alte del Comitato scientifico centrale del Cai a seguito dell’apposito bando lanciato per la prima volta quest’anno.

Il bando “Custodi delle Terre alte”

Il bando si rivolgeva alle Sezioni del Cai, invitandole a segnalare le storie di persone che hanno significativamente contribuito al mantenimento e alla diffusione dei valori, della memoria storica, di tradizioni e saperi legati alle montagne, spesso in frangenti e contesti difficili.  Sono così arrivate candidature di artigiani che conservano e tramandano i segreti di lavorazioni antiche, rifugisti storici, conoscitori di tradizioni, ambienti e risorse montane.

Luigi Carcillo custode

Luigi Carcillo © Cai

Profondi conoscitori del territorio alpino e appenninico

«Abbiamo premiato cinque candidature per complessive sette figure di custodi, dal momento che due candidature hanno riguardato coppie impegnate insieme nella custodia dei valori e del patrimonio ambientale e culturale della montagna», si legge nella nota del Gruppo Terre Alte. «Si tratta non solo di figure di indiscussa esperienza (cinque di essi sono ultra settantenni), ma anche una coppia giovane di quarantenni impegnati nel recupero di un castagneto secolare in Toscana. I custodi selezionati abbracciano l’intera Italia: dai boschi della valle di Zoldo colpiti da Vaia alle aree interne dell’Appennino colpite dal terremoto, fino al borgo abbandonato di Roscigno vecchia nel Cilento».

Grazie al contributo del Gruppo, i custodi verranno premiati con una targa e un evento dedicato organizzato dalle Sezioni stesse sul territorio, mentre i loro profili e le loro storie saranno pubblicate online nell’albo dei “Custodi delle Terre Alte” sul sito del Comitato Scientifico Centrale.

«Il successo dell’iniziativa al suo avvio invita a proseguire su questa strada che punta a rafforzare l’alleanza tra Soci Cai e profondi conoscitori del territorio alpino ed appenninico, oltre a favorire il dialogo con il tessuto umano e sociale delle Terre Alte», sottolinea Mauro Varotto, coordinatore del Gruppo Terre Alte. «Questo soprattutto in quelle situazioni di “resistenza” a tutela di un patrimonio ambientale e culturale in condizioni di marginalità e abbandono».