Salute, benessere, medicina e montagna a 360 gradi
Oltre cento persone hanno partecipato al primo Congresso della Commissione centrale medica del Cai di oggi a Bologna. Al centro la promozione di un concetto di salute e benessere unico per tutto l'ecosistema, da perseguire con corretti stili di vita e un lavoro sinergico tra tutti gli attori che si occupano di medicina di montagna

La relazione del presidente della Commissione centrale medica Franco finelli oggi a Bologna © Cai
«La Commissione centrale medica e il Comitato scientifico centrale hanno rappresentato, già da prima della loro nascita ufficiale, un presidio competente all’interno del Cai per la ricerca scientifica applicata alla montagna. Medicina e ricerca, di pari passo con le collaborazioni con gli atenei universitari, sono del resto nel Dna del Cai fin dalle sue origini e ne rappresentano una delle sue primissime finalità. Il livello del nostro volontariato, sempre qualificato, in questi ambiti si sposa con specifiche competenze professionali che portano i nostri soci ad essere eccellenze da valorizzare, sia all’interno del Sodalizio che attraverso la creazione di progetti esterni. Sono proprio queste collaborazioni e contaminazioni che permetteranno al Cai del futuro di proporre le proprie azioni con credibilità e solide basi scientifiche. Oggi siamo nella condizione di chiederci quale compito trasversale si debbano dare medici, operatori sanitari ed educatori all’interno del Club alpino italiano, considerato l’indistricabile legame tra salute, benessere e attività outdoor. Attendiamo quindi indirizzi e idee da questo congresso, che costituiranno un’indicazione utile per la Commissione centrale medica del prossimo triennio».
Con queste parole il Presidente generale del Cai Antonio Montani ha aperto, oggi a Bologna, il primo Congresso della Commissione centrale medica del Sodalizio, al quale hanno preso parte oltre cento persone. È stata una giornata partecipata, che ha visto i professionisti della sanità presenti all’interno del Cai confrontarsi sul presente e futuro della medicina di montagna e sul suo ruolo nel Sodalizio.

Il Presidente generale Montani con il presidente della Ccm Finelli © Cai
Presente e futuro della Commissione centrale medica
Il presidente della Commissione centrale medica Franco Finelli ha illustrato lo stato dell’arte dei progetti portati avanti negli ultimi tre anni, evidenziando l’impegno nel coltivare rapporti e iniziative sull’intero territorio nazionale, coinvolgendo sempre più le aree appenniniche dell’Italia centrale e meridionale. Come scenari futuri, ha citato la necessità di
«superare la visione antropica della salute per estenderla a una unitaria, che coinvolga anche quella animale e vegetale».
Altri ambiti attuali di azione riguardanti la salute che possono coinvolgere la Commissione riguardano la prevenzione, il soccorso alpino, l’inquinamento atmosferico, l‘acqua, l’alimentazione e la medicina territoriale. Quest’ultima per favorire la vita quotidiana degli abitanti delle Terre alte e contrastare lo spopolamento.
«Lavorare insieme, con le altre Commissioni Cai e le altre realtà italiane che si occupano di medicina di montagna, è ormai un’esigenza non procrastinabile, una direzione che ci dobbiamo impegnare a seguire nei prossimi anni», ha concluso Finelli.
Giovani e meno giovani
Nelle relazioni sono state approfondite tematiche quali le precauzioni da seguire nell’esposizione dei bambini alla quota e alle basse temperature, fino ad arrivare alla corretta postura che devono tenere negli zaini durante le escursioni. Non è mancato un approfondimento sulla terza età, con la frequentazione della montagna da promuovere come corretto stile di vita dei più anziani, facendo però attenzione alla condizione fisica e alle possibili patologie che possono caratterizzare le persone non più giovani.

I partecipanti al Congresso © Cai
Salute e benessere per tutti
La promozione dei corretti stili di vita per curare la salute è anche l’obiettivo dell’evento diffuso “Una montagna di salute”, inserito nel Festival dello sviluppo sostenibile di AsviS.
Il concetto di “One health” (una salute unica per esseri umani, mondo animale e mondo vegetale) è stato sottolineato in diversi momenti della giornata. La perdita di biodiversità infatti influenza negativamente ancheil nostro benessere, dunque è necessario promuovere stili di vita sobri, rispettosi e giusti per la nostra salute, quella degli altri e quella dell’intero ecosistema. Da Bologna è dunque è partito un appello per una vita sana, semplice ed essenziale, che fa bene alla natura e può essere perseguita attraverso l’attività motoria all’aria aperta e una sana alimentazione.
Kit di primo soccorso e certificazione sanitaria
Particolare attenzione è stata riservata al progetto del kit di primo soccorso da mettere a disposizione dei titolati, sul quale la Commissione medica sta attualmente lavorando. Un prodotto caratterizzato da un peso non eccessivo, pensato per un’escursione di tre giorni che non superi i 2500 metri di quota e rivolto a escursionisti non necessariamente esperti, ma con una minima esperienza nell’uso di materiali di primo soccorso.
Altro punto l’ipotesi di una certificazione sanitaria da proporre ai titolati, da ottenere con una visita annuale medico-sportiva. Una proposta che non ha l’obiettivo di vietare l’attività in presenza di determinate condizioni, ma di individuarle, trattarle e gestirle al meglio per promuovere la cura della salute personale.

I rappresentanti delle Commissioni mediche territoriali del Cai © Cai
Montagnaterapia, Terapia Forestale e ricerca
Gli interventi che si sono susseguiti per tutta la mattinata hanno riguardato anche la Montagnaterapia, un’attività collettiva nel quale il Cai è impegnato nell’accompagnamento qualificato dei pazienti, la Terapia Forestale, con i due volumi realizzati insieme al Cnr, e le sinergie e lo scambio di buone pratiche che possono essere attivate con il Soccorso alpino.
Interessante è stata la presentazione del simulatore terraXcube dell’Eurac, una camera climatica in grado di ricreare la variabilità delle condizioni della montagna, utile per traslare la ricerca sul campo in un ambiente replicabile. Si tratta di una struttura che può aprire nuovi scenari alla ricerca medica.
Non è mancato un accenno alla formazione specifica in medicina di montagna, con la presentazione del Corso post-laurea dell’Ateneo di Padova.
Nel pomeriggio si è tenuta una tavola rotonda tra i presidenti delle Commissioni mediche territoriali del Cai su progetti attuali e scenari futuri, con l’auspicio di una comunicazione sempre maggiore tra loro per lo scambio di idee e buone pratiche.
Durante i lavori è intervenuto anche Roberto Miserocchi, che ha presentato il suo libro Sfiorare il cielo, edito quest’anno dal Club alpino italiano, che ripercorre le avventurose osservazioni scientifiche del passato per far comprendere come l’organismo umano risponde all’alta montagna.

L’intervento conclusivo della Vicepresidente generale Laura Colombo © Cai
Sinergie e sintonie
In chiusura, la Vicepresidente generale Laura Colombo si è detta molto soddisfatta per la partecipazione e la varietà degli argomenti trattati, e ha risposto ad alcuni aspetti pratici e quesiti emersi durante la giornata. Aspetti riguardanti il kit di primo soccorso per i titolati, il bando rivolto alle Sezioni per i defibrillatori con i quali dotare i rifugi, la formazione per il loro utilizzo (è allo studio una convenzione con Anpas) e il bando per le attività di montagnaterapia.
Insieme al presidente Finelli, ha affermato come
«già da oggi possiamo mettere in cantiere un nuovo congresso da organizzare l’anno prossimo. Le parole chiave di questa giornata sono state sinergie e sintonie. Abbiamo visto un filo conduttore sui diversi argomenti affrontati, che riguarda la condivisione, l’inclusione e l’importanza di lavorare insieme».
Al Congresso hanno portato il proprio saluto il Consigliere centrale Federico Bressan, il presidente della Commissione centrale escursionismo Marco Lavezzo, il presidente della Commissione centrale speleologia e torrentismo Giuseppe Priolo, il presidente del Centro operativo editoriale Alessandro Pastore, il presidente della Commissione nazionale scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera Davide Martini, la presidente della Società italiana medicina di montagna Lorenza Pratali e la presidente della Società italiana montagnaterapia Roberta Sabbion.