Passione per la montagna: la storia dell'alpinista palestinese Yasmeen Al Najjar

Diverse Sezioni del Club alpino italiano hanno ospitato la ventiquattrenne nella sua permanenza in Italia per controllare la protesi alla gamba destra
«Quando l’abbiamo accompagnata in cordata sul Ghiacciaio dei Forni e ha messo i ramponi si è entusiasmata. Per lei era la prima volta. Le abbiamo fatto fare una bellissima escursione da Canareglia all’Alpe Solaz, in un bosco di larici autunnali e una vista sul Tresero e le montagne intorno: un panorama unico per ammirare tutta l’alta Valtellina», sono  parole ricche di pathos quelle di Luciano Bertolina, presidente del Cai Valfurva, una delle varie Sezioni del Club alpino italiano che ha ospitato la ventiquattrenne palestinese Yasmeen Al Najjar nella sua recente permanenza in Italia per controllare la protesi alla gamba destra. La giornata è continuata nella palestra di Valfurva, con la presenza di tanti soci Cai, delle autorità cittadine e delle guide alpine che hanno assistito Yasmeen nell’arrampicata. «Quando ci tornerà a trovare in Valle - continua Luciano Bertolina - le faremo provare una salita al Monte Cevedale». La storia di Yasmeen ci insegna a superare i limiti con coraggio. All'età di soli tre anni Yasmeen, infatti, fu investita da un camion nel suo villaggio Burin. La presenza di colonie israeliane e il passaggio obbligato attraverso svariati check point dell'esercito israeliano ritardarono il suo arrivo in ospedale, per cui non restò che amputarle la gamba destra fin sopra il ginocchio. Grazie al sostegno di Assopace Palestina, Yasmeen si è recata nei giorni scorsi a Bologna per controllare la sua protesi, che è stata finanziata dalla Regione Emilia-Romagna, e che periodicamente deve essere sottoposta a manutenzione. Durante la sua permanenza in Italia la giovane è stata ospitata da varie sezioni Cai che l’hanno accompagnata in escursioni sulle nostre montagne.
Yasmeen Al Najjar
Yasmeen Al Najjar impegnata in una escursione sul Ghiacciaio Forni © Cai Valfurva
Nonostante abbia perso la gamba destra, Yasmeen infatti non ha mai rinunciato alle sue passioni, tra queste l'alpinismo. Dopo un anno di allenamento, a 17 anni si è resa protagonista di un'impresa memorabile: la scalata del Kilimangiaro sulla cui vetta ha piantato la bandiera palestinese, trasformando la sua tenacia in un'iniziativa umanitaria, la Climb for Hope, supportata dalla Ong Palestine Children's Relief Fund (Pcrf) di Ramallah, finalizzata ad aiutare gli arabi disabili e i feriti di guerra.
«Scalare è il mio modo per far sapere al mondo della situazione attuale della Palestina, quello che sta succedendo, dai check-point agli avamposti. Sono solo una ragazza palestinese che vuole raccontare una storia reale. Credete in voi stessi. Se ve lo sentite, potete farcela. Non ci vuole coraggio solo per scalare montagne, ci vuole coraggio anche per cambiare il mondo. Assecondate la libertà che sentite dentro di voi, esprimetela, senza paura e senza vergogna: vivetela com’è e siate sempre pronti a varcare i vostri limiti», afferma Yasmeen Al Najjar.