100 anni di bivacchi nelle Alpi. Architettura e passione nel nuovo libro di Luca Gibello

In libreria il volume scritto da Luca Gibello ed edito da CAI Edizioni, che ripercorre la storia del bivacco a partire dalla sua “invenzione” nel 1925, da parte del Club Alpino Accademico Italiano.

I bivacchi sono la quintessenza dell’abitare in alta quota. È uscito ieri il libro “I bivacchi delle Alpi. 100 anni di emozioni in scatola”, edito da CAI Edizioni. Scritto da Luca Gibello, dottore di ricerca in storia dell'architettura, il volume, con 200 immagini a colori, ne ripercorre la storia a partire dalla loro "invenzione" da parte del Club Alpino Accademico Italiano nel 1925.

Una traiettoria che lega l’amore per la montagna alle sperimentazioni tecnologiche e al trasferimento di saperi fino alla prefabbricazione e all'uso di nuovi materiali. Senza trascurare il design degli stessi, che, in molti casi è ispirato agli immaginari aerospaziali. Dalla semibotte realizzata dalla ditta Ravelli di Torino, alla riproduzione in serie del modello Apollonio, fino al celebre bivacco Gervasutti realizzato nel 2011.

Pubblicata nella collana “Il rifugio delle idee”, l’opera è stata pensata per essere apprezzata da appassionati della montagna e dell'alpinismo e allo stesso tempo da studenti ed esperti di architettura, ingegneria e design. La prefazione è di Irene Borgna e la postfazione di Riccardo Giacomelli, presidente della Struttura CAI che si occupa di Rifugi e Opere Alpine.

 

L’autore

Luca Gibello (Biella, 1970) è dottore di ricerca in Storia dell’architettura e ha insegnato al Politecnico di Torino e all’Università di Trento. Nell'ambito della sua attività, ha studiato la trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Direttore de Il Giornale dell’Architettura fino al 2024, ha pubblicato Cantieri d’alta quota (2011), primo studio sui rifugi alpini, divenuto poi un’associazione culturale. Unisce la passione per l’alpinismo alla ricerca storica, avendo scalato tutti gli 82 quattromila delle Alpi e oltre 220 vette di tremila metri.

 

Fonte: Ufficio Stampa CAI