1995–2025: 30 anni di gestione CAI nelle riserve naturali siciliane

Celebrati a Contessa Entellina i tre decenni di gestione delle riserve naturali Grotta di Entella, Monte Conca e Grotta Conza
 

Un traguardo significativo per il Club Alpino Italiano in Sicilia: trent’anni di gestione delle riserve naturali affidate dalla Regione Siciliana al CAI, un’esperienza pionieristica che affonda le radici nel 1995, quando l’amministrazione regionale decise di valorizzare le competenze delle associazioni ambientaliste per la custodia di aree di alto pregio naturalistico.

Tre le riserve assegnate allora al CAI attraverso una convenzione con il Gruppo Regionale: la Grotta di Entella nel territorio di Contessa Entellina (PA), Monte Conca nel Comune di Milena (CL) e Grotta Conza, alle porte di Palermo. Tutte aree caratterizzate da ambienti ipogei di grande rilevanza speleologica e biologica, la cui tutela è oggi affidata al lavoro quotidiano di tecnici, operatori e volontari CAI.

A dare il via ai festeggiamenti per questo importante anniversario è stata una giornata di festa proprio a Contessa Entellina, comune di origine arbëreshë dove è ancora viva la lingua degli antichi migranti albanesi giunti in Sicilia nel XV secolo. La direttrice della riserva Grotta di Entella, Enza Messana, ha coinvolto le scuole e le famiglie locali in un’iniziativa all’insegna della consapevolezza ambientale e della memoria collettiva. Molte delle madri presenti, infatti, hanno vissuto in prima persona gli inizi della gestione CAI della riserva, che sorge in un’area – la Rocca di Entella – dal profondo valore storico: sede di insediamenti fenici, fu anche uno degli ultimi baluardi della dominazione araba in Sicilia.

Alla giornata hanno partecipato anche Gianluca Chiappa e Giovanni Macaluso, direttori rispettivamente delle riserve di Monte Conca e Grotta Conza, insieme agli operatori e al nuovo presidente del CAI Sicilia, Giuseppe Riggio. A suggellare l’evento, la liberazione di tre rapaci a cura di Giovanni Giardina del Centro Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza: un gesto simbolico ma fortemente evocativo della missione del CAI nel custodire la biodiversità e alimentare un rapporto virtuoso tra uomo e natura.