A cura di Filippo Di Donato
Un fine settimana all’insegna dell’escursionismo, della memoria collettiva e della bellezza delle montagne abruzzesi: il 26 e 27 luglio 2025 si è svolta la riedizione della storica Marcia dei Tre Prati, manifestazione che ha celebrato il 50° anniversario dal suo primo svolgimento, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Un evento che ha riunito istituzioni, appassionati di montagna e semplici cittadini, nel segno dell’identità e dell’unione. Due giorni intensi, tra narrazioni, riflessioni e un’escursione impegnativa ma simbolicamente ricca, che ha attraversato valli, boschi e creste, rinnovando un legame profondo con il territorio montano.
Ricordi e visioni future
La manifestazione si è aperta sabato pomeriggio nella Sala Consiliare del Comune di Pietracamela. Presenti il sindaco Antonio Villani, il presidente del GAL Carlo Matone, il presidente del CAI Teramo Giorgio D’Egidio e numerosi soci e cittadini.
Durante gli interventi, è emersa con forza la necessità di valorizzare il territorio montano, puntando su un turismo sostenibile e consapevole, destagionalizzato e integrato con la cultura e l’enogastronomia locali. Tra le proposte, la candidatura del Gran Sasso a sito UNESCO come patrimonio dell’umanità e la richiesta concreta e fattibile di riaprire la Foresteria degli Aquilotti a Prati di Tivo e il Museo dell'Alpinismo a Pietracamela.
Di particolare intensità le testimonianze di Vincenzo Di Benedetto, memoria storica della Marcia, che insieme al compianto Aldo Possenti diede vita all’iniziativa nel 1975. Con emozione e lucidità ha ripercorso i primi anni dell’evento, rievocando un tempo in cui l’amore per la montagna si traduceva in azioni concrete e visionarie. A seguire, l’intervento di Maria Possenti, figlia di Aldo, che ha arricchito il racconto con aneddoti familiari e ricordi personali.
Lina Ranalli, storica del Gran Sasso, ha condotto i presenti in un viaggio fotografico tra passato e presente, mentre Filippo Di Donato, già organizzatore dell’edizione 2006, ha sottolineato il ruolo educativo dell’escursionismo e l’importanza di Cai Scuola come strumento di formazione per i giovani. È stata anche presentata la nuova Scuola Intersezionale di Escursionismo “I Camosci d’Abruzzo”, nata dalla collaborazione tra le sezioni CAI di Teramo, Arsita, Castelli e Isola del Gran Sasso.
In conclusione, sono state consegnate targhe commemorative a Vincenzo Di Benedetto e Maria Possenti, in ricordo dell’impegno e della visione di Aldo Possenti.
L’escursione e l’abbraccio della montagna
La seconda giornata ha avuto il suo cuore pulsante nell’escursione collettiva, iniziata alle ore 8 dai Prati di Tivo, con la partecipazione di numerosi escursionisti, tra cui alcuni presenti anche nelle prime edizioni della Marcia.
Il percorso, ora parte del Sentiero Italia, ha toccato alcuni tra gli angoli più affascinanti e selvaggi del Gran Sasso: Pietracamela, la Valle del Rio Arno, Prati Cantiere, Valle Venacquaro, la cresta de Le Pareti, il Rifugio del Monte e infine Prato Selva. Un itinerario suggestivo e variegato, tra boschi, radure e panorami spettacolari, con vista sui Monti della Laga e sulle imponenti pareti del Corno Grande e del Monte Corvo.
All’arrivo a Fano Adriano, i partecipanti sono stati accolti calorosamente dal sindaco Luigi Servi. Dopo un intermezzo musicale con pianoforte e violino, il primo cittadino ha ribadito il valore della montagna come luogo di unione tra comunità e rilanciato la necessità di riaprire la strada provinciale Intermesoli–Fano, fondamentale per collegare le economie locali. Servi ha anche sottolineato l’importanza della collaborazione tra CAI e istituzioni nella gestione del Rifugio del Monte e nell’organizzazione di eventi futuri.
Tra gli interventi finali, toccante quello di Davide De Laurentis, già dirigente del Corpo Forestale dello Stato, che ha condiviso ricordi della Marcia del 1975, unendo esperienza istituzionale e passione personale per l’ambiente.
La giornata si è chiusa con un momento conviviale e la proiezione di immagini d’epoca, accompagnate dai racconti di Lina Ranalli e Filippo Di Donato, che hanno fatto rivivere volti, cammini e sogni di un’intera generazione.
Un’eredità da custodire e condividere
La Marcia dei Tre Prati non è stata solo un ritorno, ma un nuovo inizio. Un’esperienza che ha unito memoria, comunità e paesaggio, rafforzando il legame con un ambiente unico, da vivere, custodire e raccontare con consapevolezza.
Grazie alla collaborazione tra CAI, istituzioni, associazioni e cittadini, il Gran Sasso si conferma non solo patrimonio naturale, ma anche laboratorio di idee, esperienze e futuro. Un futuro che cammina sulle tracce del passato, con passo leggero e sguardo aperto.