Aaron sulle montagne di casa @ A. Geisegger
Aaron Durogati in volo verso la Svizzera durante l'ultima edizione dell'X-Alps @ M. Gierl
Lo studio delle linee è fondamentale @ M. Gierl
I festeggiamenti per la vittoria S. MarkoL'X-Alps è una delle più importanti e forse la più conosciuta gara di parapendio "endurance" al mondo: unisce il trekking al volo, sono richieste competenze alpinistiche e ottima conoscenza del meteo, impegna gli atleti per oltre mille chilometri, ma si tiene ogni due anni. Insomma, vincerla è davvero difficile e dalla sua prima edizione, nel 2003, solo gli svizzeri ci sono riusciti. Almeno fino a questo 2025, quando Aaron Durogati è riuscito a interrompere il dominio di Christian Maurer. Aaron, nativo di Merano, è uno dei migliori parapendisti al mondo e già nel 2012 era riuscito a vincere la Coppa del Mondo, ma per qualche motivo l'X-Alps gli era sempre sfuggita.
Finalmente quest'anno hai festeggiato la vittoria. Come si presentava l'edizione 2025?
Quest'anno è stata l'edizione più lunga di sempre: è partita da Kitzbühel ed erano quasi 1300 chilometri [con arrivo a Zell am See, in Austria, dopo avere attraversato 5 nazioni, ndr]. Le condizioni meteo sono state relativamente buone, l'ho chiusa in 8 giorni.
C'è stato qualcosa di particolare che ti ha fatto fare un passo in avanti verso il successo?
C'è da dire che quando parti per una avventura di questo tipo, già finire la gara è un traguardo, deve andare per il verso giusto. Posso dire che è stata la mia migliore X-Alps di sempre, visto che l'ho vinta, ma anche in altre edizioni avevo sensazioni buone e mi sono sempre allenato con la massima determinazione, facendo le cose bene e il risultato è stato del tutto diverso [Durogati non era nemmeno mai andato a podio, ndr]. Ma per una gara così non basta fare il proprio. Le ultime 8 volte l'ha vinta sempre Christian Maurer, quindi è stata una edizione storica.
La gara è stata molto tirata. Quando hai capito che ce l'avevi in pugno?
Solo quando sono arrivato, ti può succedere di tutto fino all'ultimo chilometro. Per di più ho vinto con un'ora sola di vantaggio, che su 1300 chilometri è niente. Inoltre ho fatto gara da solo, dietro di me ne avevo tre. Per farmi capire: è un po' come nel ciclismo, sono partito in una fuga solitaria. Ho scelto la mia linea e quando ho visto che alla fine le due linee si riunivano ero davanti. Ma, come nel ciclismo, quelli dietro sono avvantaggiati, perché anche se non c'è una collaborazione dichiarata, già vedere quello davanti come sale con le correnti aiuta a capire, eventualmente a correggere il tiro. Ma ho preso tutte le decisioni giuste e alla fine ho avuto la meglio.
Il fatto di non averla mai vinta ha inciso sul piano emozionale?
Sono rimasto sempre molto concentrato, non è la prima gara che perdo o che vinco e nelle ultime tre stagioni ne ho vinte tante, la cosa mi ha aiutato perché sentivo che potevo vivere anche senza arrivare primo. Certo che l'X-Alps è un tassello importante nella mia carriera, questa è una competizione speciale. A livello di emozioni comunque in gara riesco a essere molto freddo.
Quali sono stati i momenti più difficili?
In Alto Adige abbiamo vissuto una giornata molto severa per le condizioni del vento e nell'ultima abbiamo camminato tanto perché pioveva. Ho schiacciato dentro un paio di voli al mattino, ma ho camminato fino alle 23, 12 ore di fila. Comunque posso dire che lì tutto è difficile, sono tante piccole cose che incidono.
Puoi fare un esempio?
Sono cose molto semplici. Per esempio magari un giorno spingi un po' troppo su asfalto, infiammi un ginocchio e ti sei giocato il risultato. Sono sempre 3-4mila metri di dislivello al giorno da fare, con 50 chilometri, devi imparare a conoscerti. Sicuramente in questi 15 anni di gare ho imparato a farlo, a capire i miei limiti, a sentirli prima di arrivarci, il che è fondamentale. Quando riesci a gestirti, poi riesci a darti quella tranquillità che ti serve. Riesci a vivere la gara più serenamente, ti diverti di più e anche i risultati arrivano più facilmente.
È stato il parapendio a darti questo equilibrio o è stato il tuo carattere che ti ha permesso di eccellere nel parapendio?
Ho una carattere bilanciato di natura, non sono una persona con troppi estremismi, anche se da fuori quello che faccio può sembrare una vita estrema. Ma per i miei standard è tutto nella norma, è nella mia natura. Allo stesso tempo ho ancora fame agonistica, altrimenti non potrei andare avanti con le gare, che richiedono molto sacrificio.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
A settembre il Dolomitenmann, un'altra gara molto importante, quest'anno mi sto dedicando all'agonismo, niente viaggi o spedizioni all'estero.