Addio a Nino Perino: la montagna come casa, il soccorso come scelta di vita

Guida alpina, maestro di sci e storico soccorritore, Nino Perino ha legato la propria vita alla montagna, trasformandola in servizio, accoglienza e responsabilità. L'addio umano e professionale a una figura simbolo dell’alpinismo cuneese.

“Ci fosse stato anche solo quell’intervento in tutta la mia vita da soccorritore, sarebbe già bastato per dare un senso a tutto il tempo speso per essere preparati a questo servizio di volontariato”.

Con queste parole, pronunciate nel 2023 in un’intervista alla Rivista Istituzionale del Soccorso Alpino e Speleologico, Nino Perino raccontava il senso profondo della sua vita. Una vita che si è spenta il 17 dicembre 2025, a 81 anni, ma che resta impressa nella memoria della Valle Maira e di tutto l’alpinismo cuneese.

Nato nel 1944 nella baita dei nonni in borgata Vernet, sopra Acceglio, Perino è cresciuto in una montagna che non aveva nulla di romantico. “Per me, bambino in alta Valle Maira, la montagna era lavoro: fare fieno, accudire le bestie, fare legna e portarla a casa”. Un’infanzia segnata presto anche da un grave incidente sugli sci, a soli otto anni, con femore e legamenti fratturati: una prova durissima, che non lo allontanò mai dalla neve, anzi.

La “fuga” dalla valle arrivò giovanissimo, a 14 anni, quando salì sulla corriera diretto a Sestriere per lavorare come battipista, in un’epoca in cui “si batteva e lisciava la pista a scaletta, con gli sci nei piedi, perché non c’erano ancora i gatti”. Da lì prese forma un percorso che lo avrebbe portato a diventare il primo maestro di sci della Valle Maira, grazie anche a una donazione anonima che non smise mai di ricordare con riconoscenza: “ho avuto la possibilità di iscrivermi al corso grazie alla donazione di un’anonima signora che non ho mai potuto ringraziare personalmente. Così sono diventato il primo maestro di sci della Valle Maira”.

L’alpinismo arrivò poco dopo, quasi naturalmente. “Mi sono comprato uno zaino, un martello, una corda, qualche moschettone e ho iniziato ad andare in montagna in modo diverso”. L’incontro con Giuliano Trucco e la salita alla Rocca Castello furono una folgorazione. Seguirono i corsi da aspirante guida e poi da guida alpina, e soprattutto l’ingresso sempre più strutturato nel Soccorso Alpino, inizialmente per “dare una mano” durante gli incidenti in valle, poi con la nascita della Stazione di Dronero, che per anni avrebbe coperto l’intera Valle Maira.

Guida alpina, soccorritore, tra i primi tecnici di Elisoccorso in Piemonte dal 1988, Perino ha coordinato e partecipato a centinaia di interventi. “Ogni intervento è una storia a sé” raccontava. Tutti avevano uno spazio nella sua memoria, alcuni più di altri. Come quello del recupero di una donna ferita su una cengia della Rocca Castello, in condizioni meteo proibitive: “L’elicottero mi ha imbarcato, siamo saliti verso la Rocca e l’abbiamo individuata. Il tempo era instabile e non potevamo perdere nemmeno un minuto. L’elicottero si è avvicinato alla cengia, si è aperto il portellone e mi hanno urlato: ‘Salta!’. Con il tecnico di turno abbiamo recuperato la signora e l’abbiamo imbarcata così come eravamo scesi, facendo attenzione a non essere sbalzati via”. È questo l'intervento a cui faceva riferimento Perino nella frase in apertura.

Accanto a lui, per molti anni, anche Laika, il primo dei suoi cani da valanga, un pastore tedesco femmina brevettato come miglior cane al corso di Solda. Dopo di lei, altre tre Laika: una scelta che dice molto del suo modo di intendere il soccorso, fatto di continuità, dedizione e fiducia assoluta nel lavoro di squadra.

Nel 2021 il riconoscimento ufficiale come socio emerito del Soccorso Alpino ha sancito il impegno; nel 2024 è arrivato anche il premio di eccellenza “Il Nut d’Oro”. Ma Perino non ha mai smesso davvero di sentirsi parte della squadra. Anche dopo il pensionamento. Diceva “non riesco più a camminare come un tempo”, ma continuava a dare il suo contributo: “Magari in auto, facendo da base con la radio, riesco a dare suggerimenti a chi sta operando. Questo mi fa sentire ancora uno della squadra”.

La Valle Maira perde una figura carismatica e concreta, burbera e generosa, come spesso sono gli uomini di montagna. Un uomo che ha saputo trasformare la fatica in competenza, l’esperienza in responsabilità, e l’amore per la propria terra in servizio.

 

 

Per chi volesse, qui è possibile trovare l'intervista realizzata nel marzo del 2023 dal Soccorso Alpino a Nino Perino.