Aielli, il borgo abruzzese che rinasce tra arte e stelle

Aielli è riuscita a diventare, attraverso il linguaggio delle forme e dei colori, un museo a cielo aperto, che richiama tutto l’anno visitatori desiderosi di immergersi tra i suoi murales.

Nel cuore del Parco Regionale Sirente Velino, arroccato a circa 1000 metri di quota, con un panoramico affaccio sulla Marsica, si cela una piccola perla dell'Appennino abruzzese, eccezionale simbolo di resilienza. Si tratta del borgo di Aielli (AQ), un paese dalla storia millenaria, che sa bene cosa significhi crollare e rialzarsi. E soprattutto riprendere colore, letteralmente. 

 

Aielli, il borgo che resiste

La storia di Aielli affonda le sue radici in epoca pre-romana ma la fisionomia attuale è un evidente lascito dell’epoca medievale. Periodo in cui fu costruito il borgo antico, con la sua torre svettante sull’antico lago del Fucino. Riconosciuto oggi come uno dei Borghi Autentici d’Italia, Aielli ha dovuto affrontare, al pari di molte altre località della Marsica e più in generale dell’Abruzzo, il succedersi nel corso dei secoli, di eventi sismici. Alcuni dei quali particolarmente distruttivi. Il terremoto che ebbe sul paese il maggior impatto fu quello della Marsica, verificatosi il 13 gennaio 1915, con una magnitudo stimata di 7.0 ed epicentro nella conca del Fucino, nei pressi dell’attuale Gioia dei Marsi. 

Il sisma rase al suolo gran parte dei centri abitati della zona, danneggiando gravemente anche Aielli, in particolare l’antico borgo medievale. Furono oltre 200 i morti, una cifra significativa per un paese di meno di 2000 abitanti. Il declino della popolazione era in realtà iniziato già da qualche decennio, a seguito del prosciugamento del grande lago del Fucino, con creazione di quella che è oggi la Piana del Fucino, area votata alla coltivazione di ortaggi, particolarmente nota per la patata del Fucino IGP.  La grande opera di bonifica comportò una sensibile variazione delle condizioni climatiche della zona, causando l’abbandono delle produzioni agricole su cui a lungo si era fondata l’economia di Aielli, come quella dell’ulivo, della vite o dello zafferano. 

Anche il passaggio nella zona della ferrovia Avezzano-Sulmona, realizzata nel 1888, ebbe l’effetto di favorire lo spostamento di parte degli abitanti dal borgo antico verso la nuova zona abitata, realizzata più a valle, che è Aielli Stazione. Nel corso del Novecento, il borgo si è poi trovato ad affrontare le dinamiche comuni a tutte le aree interne d’Italia, ovvero un progressivo spopolamento consequenziale alle due Guerre Mondiali e il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta.

Il destino di Aielli poteva essere quello di Sperone Vecchio, frazione di Gioia dei Marsi, il cui nome è divenuto celebre grazie al film diretto dal regista Riccardo Milani, “Un mondo a parte”, citato come emblematico esempio di paese totalmente abbandonato nel secolo scorso, in conseguenza di calamità naturali e povertà di servizi. 

Ma così non è stato. Aielli ha deciso di reinventarsi, trasformando il suo destino da pagina bianca a tavolozza di colori. 

 

La nascita di Borgo Universo

Negli anni 2000 Aielli ha iniziato una inversione di rotta, grazie all’impegno di un gruppo di giovani abitanti del paese, decisi a restare e ridare luce alla loro terra di origine. Una prima iniziativa, che ha richiamato attenzione sul borgo, è stato il progetto “Torre delle Stelle”, che ha visto trasformare l’antica torre medievale in un Osservatorio astronomico. Un progetto che si lega a una figura iconica del passato di Aielli, l’astronomo Filippo Angelitti, qui nato nel 1856. 

Un passo avanti è stato fatto nel 2017, quando ha preso il via il Festival di street art e astronomia “Borgo Universo”. Unire le meraviglie del cosmo al calore di un borgo abruzzese e all’arte di strada, è stata una scelta vincente. Da allora, ogni anno, generalmente nel mese di agosto, vengono ospitati nel borgo artisti di fama internazionale, invitati a raccontare storie, esprimere pensieri attraverso murales e installazioni artistiche. La nona edizione del Festival sta animando i vicoli e le piazze del paese proprio in questo fine settimana. 

Aielli è riuscita a diventare, attraverso il linguaggio delle forme e dei colori, un museo a cielo aperto, che richiama tutto l’anno visitatori, desiderosi di immergersi tra i suoi murales, oggi arrivati a quota 40. Una cifra notevole che ha portato gli organizzatori della iniziativa a realizzare delle mappe per agevolare la visita del paese, una forma innovativa di turismo lento ed immersivo. Ogni murales è una storia da scoprire. Si passeggia tra immagini che rimandano all’universo, alla natura locale con immancabile l’orso marsicano, fino a ricordi del passato di Aielli. Come nel caso del “Muro di Fontamara”, una parete di circa 100 metri quadri di un edificio pubblico situato nella parte più alta del borgo, su cui è possibile leggere il testo dell’indimenticabile romanzo di Ignazio Silone, che proprio dai paesi della Marsica trasse ispirazione per il suo racconto. 

Aielli è effettivamente un mondo a parte, un luogo in cui si riesce ad alleggerire la mente e a concentrarsi sulle emozioni. E c’è chi, dopo una visita, decide di prendere casa nel borgo delle stelle e dei colori. Ed è questa la vera vittoria