Il nucleo abitato di Carcoforo, punto di partenza dell’itinerario. © Archivio InfomontNella corta Val d’Egua, laterale della Val Sermenza, a sua volta laterale della Valsesia, dal piccolo borgo di Carcoforo un ripido sentiero sale, in ambiente severo e selvaggio, al Colle della Bottigia. Si tratta della più agevole via di comunicazione tra la Val Sermenza e Macugnaga, in Valle Anzasca, usata da sempre dagli abitanti di queste valli per gli scambi commerciali e minerari. L’itinerario presenta un dislivello di 1300 metri, e richiede almeno 4 ore di cammino, in costante salita. Non è quindi adatto a tutti, ma è davvero suggestivo, all’interno di un anfiteatro alpino silenzioso, circondati da una grande varietà di ambienti d’alta quota. Dal valico si apre un panorama molto interessante sulla sottostante Val Quarazza, ma soprattutto sui versanti meridionale e orientale del Monte Rosa, nonché su gran parte dei monti dell’Ossola. È davvero consigliabile, avendo a disposizione almeno due giorni, la discesa in Val Quarazza fino al Lago delle Fate e a Macugnaga, da dove è poi possibile rientrare in Valsesia, con lunghi e non banali percorsi, attraverso il Colle del Piccolo Altare o quello del Turlo. Da Carcoforo, i più esperti possono anche dirigersi al Passo della Miniera, sulle tracce degli antichi cercatori d’oro. Sulla cresta settentrionale del Pizzo Montevecchio, proprio sopra il Colle della Bottigia, è stata realizzata una breve ferrata che sale sulla cima e scende al Colle del Vallè, da dove è possibile scendere a Rima (percorso riservato a escursionisti esperti con adeguata attrezzatura).
Da Carcoforo si prosegue sulla strada di fondovalle, si ignora a destra la traccia per il Passo della Miniera, si supera prima il torrente Giovanchera, poi il Fornetto, e prima dell’Alpe Selva Bruna si prende a destra (nordovest) il sentiero n° 113, che nel rado lariceto conduce all’Alpe Chignolo (1530 m). In costante salita, prima nel bosco, poi uscendo su terreno aperto e con continue e strette svolte, si raggiungono i pascoli dell’Alpe Fornetto (1926 m) e poco sopra il rifugio Massero (2082 m). Ignorato a destra il sentiero per la Bocchetta del Badile, si prosegue a ovest, poi nordovest, salendo tra pascoli d’alta quota, lastroni, pietraie e rocce montonate, contornando alla base la cresta nordest del Pizzo Montevecchio. Si volge a ovest e si risale un piccolo vallone pietroso (neve fino a stagione inoltrata), arrivando proprio sotto il passo, che si raggiunge con un’ultima breve ma faticosa salita.