Alessandro Beltrami è il nuovo gestore del rifugio XII Apostoli

La struttura SAT in Alta Val Nardis, nel cuore delle Dolomiti di Brenta, si affida a una figura storica dell’alpinismo trentino
La Guida Alpina Alessando Beltrami, nuovo gestore del Rifugio XII Apostoli

È Alessandro Beltrami, originario di Carisolo e guida alpina da sempre, il nuovo gestore del Rifugio XII Apostoli – “F.lli Garbari”, struttura della SAT situata a 2.487 metri in Alta Val Nardis, raggiungibile solo a piedi. Una selezione molto partecipata: ben 23 le candidature arrivate alla SAT.

Beltrami ha diretto per oltre vent’anni il gruppo guide alpine di Campiglio. Ora è pronto per una nuova sfida: «Li ho frequentati tanto i rifugi – dice – e ora tocca a me stare dall’altra parte del bancone e della porta». Un cambio di vita nato “per caso, ma non troppo”, racconta, ricordando come sia stato Egidio Bonapace – storico rifugista del Segantini – a spingerlo verso questa scelta.

«Avevo fatto domanda per il Segantini – prosegue – avevo seguito tutti i corsi, ma non era il momento giusto. Quest’anno tutto si è incastrato. SAT ha creduto in me… ed eccomi qui».

Conosce bene il rifugio, Beltrami. Da bambino andava a trovare lì Ermanno Salvaterra, storico gestore e «mio carissimo amico, con cui ho condiviso la passione per l’arrampicata». Per questo dice: «Questo rifugio ce l’ho nel cuore».

Ai visitatori che saliranno, Beltrami intende lanciare un messaggio chiaro: «Questa è la seconda casa degli alpinisti, un posto dove rifugiarsi. Non pensate solo alle birre e al bombardino, ma a un luogo dove trovare riparo e accoglienza in alta quota, e questo non è scontato».

Il rifugio dispone di 38 posti letto, servizi igienici ai piani, docce comuni, sala ristorante da 50 posti e zona bar. L’energia elettrica è garantita da un impianto fotovoltaico, con un generatore a supporto. I materiali arrivano tramite teleferica, mentre la cucina è alimentata a GPL e stufa a legna. L’acqua calda è prodotta da una caldaia a gas.

Critica è la questione idrica: il rifugio attinge da nevai e dalla Vedretta di Pratofiorito, ormai quasi esaurita. È quindi attivo un sistema di serbatoi per lo stoccaggio dell’acqua, alimentato da una lunga rete di tubazioni da collegare a inizio stagione.