Alpi Marittime, escursionisti e alpinisti invitati a partecipare al monitoraggio dello stambecco

Dalle Aree Protette delle Alpi Marittime arriva ad escursionisti ed alpinisti, l'invito a segnalare gli incontri con stambecchi "marcati", contribuendo attivamente al monitoraggio della specie.

Nella stagione estiva, lungo i sentieri d’alta quota dell’arco alpino, non è raro incontrare uno degli animali iconici delle Alpi: lo stambecco. Dalle Aree Protette delle Alpi Marittime, arriva ad escursionisti ed alpinisti, un invito: quello di “sfruttare” il curioso incontro per finalità scientifiche, partecipando attivamente al monitoraggio degli stambecchi.

“Durante le tue escursioni estive contribuisci al monitoraggio degli stambecchi: se osservi un animale "marcato", compila la scheda di segnalazione e avvisa le Aree Protette Alpi Marittime”, il messaggio diffuso dall’Ente nei giorni scorsi. Ma cosa si intende per animale marcato? Per comprenderlo, è bene fare prima un passo indietro nella storia dello stambecco. 

 

Lo stambecco, signore delle rupi

Lo stambecco alpino (Capra ibex) è un ungulato selvatico che, sul finire del XIX secolo, ha seriamente rischiato l’estinzione, a seguito dell’avvento del fucile. Gli stambecchi venivano infatti cacciati non solo per la carne ma anche perché si riteneva che alcune parti del suo corpo avessero proprietà curative o magiche. 

Si salvarono solo un centinaio di esemplari, confinati in quelle valli che oggi rientrano nei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra Piemonte e Valle d'Aosta. A proteggere la piccola popolazione di stambecchi, furono prima i Savoia, che istituirono nella zona una Riserva Reale di Caccia, e poi il Parco Nazionale del Gran Paradiso, fondato nel 1922, dopo la donazione della Riserva di Caccia dai Savoia allo Stato italiano. 

Nel corso del XX secolo, sono stati avviati diversi progetti di reintroduzione, basati su un processo di cattura e rilascio. Un gruppo di stambecchi, solitamente giovani, veniva catturato nella zona del Gran Paradiso, e trasferito in altre zone delle Alpi, valutate come habitat idoneo per la specie, quali le Alpi Marittime, il Parco Nazionale dello Stelvio, le Dolomiti. Oggi la specie è presente lungo tutto l’arco alpino e non è più considerato a rischio di estinzione. Il problema che caratterizza lo stambecco alpino è però la scarsa variabilità genetica, consequenziale al fatto che gli individui siano originati tutti dall’iniziale nucleo del Gran Paradiso. Il numero totale di esemplari stimati lungo l'arco alpino italiano è pari a circa 15.000.

Riconoscere gli stambecchi è decisamente facile, grazie alle caratteristiche corna lunghe, ricurve e striate, presenti sia negli esemplari maschi che femmine. Il maschio adulto è generalmente più grande della femmina, con un peso che può raggiungere i 110 kg e presenta corna lunghe fino a 1 metro. Dal momento che queste possono arrivare a pesare anche 8 kg, lo stambecco maschio è dotato di una muscolatura del collo molto sviluppata e un cranio ampio. A confronto, la femmina appare più piccola, con un peso fino ai 50 kg, corna più fini e corte, meno di 50 cm. Ulteriore differenza tra gli esemplari è il colore della pelliccia, più chiara nelle femmine, più scura nei maschi. Una differenza che si nota soprattutto in inverno, prima della muta del mantello nel periodo primaverile. Sono molto agili a muoversi su roccia, meno abili su neve e ghiaccio. 

In estate, gli incontri con gli stambecchi avvengono solitamente tra i 2000 m e i 3000 m di quota. Si possono incontrare, nel dettaglio, due tipologie di esemplari: marcati e non marcati. La marcatura consiste nell’apposizione di marche auricolari colorate, o in alcuni casi di collari, in animali catturati allo scopo di diventare oggetto di monitoraggio. Le marcature sono infatti univoche, come delle carte di identità

In tal modo i guardiaparco e tecnici faunistici hanno la possibilità di riconoscere con precisione il singolo individuo, di monitorarne gli spostamenti e studiarne il comportamento. Ecco perché le segnalazioni degli escursionisti e degli alpinisti si rivelano essenziali nel contribuire alla ricerca scientifica e alla salvaguardia della specie. 

 

Cosa fare se si avvista un esemplare marcato

Compreso cosa si intenda per marcatura, vediamo come rendersi parte attiva del progetto di citizen science delle Alpi Marittime. Di seguito le istruzioni per effettuare correttamente la segnalazione:

  • Scattare una foto.
  • Appuntare il colore e la posizione delle marcature auricolari, segnalando se siano presenti su un solo orecchio, in tal caso quale, o su entrambe le orecchie.
  • Al rientro dall’escursione, procedere alla compilazione della scheda "Becca lo stambecco" online (disponibile sul sito www.parcoalpimarittime.it).  In alternativa, scaricare la versione cartacea, compilarla, scannerizzarla e inviarla via mail all’indirizzo laura.martinelli@areeprotettealpimarittime.it.