Boom di lucciole negli USA, un segno di speranza per il futuro del coleottero?

Durante l'estate, in molte aree degli USA, si è assistito a un "ritorno" delle lucciole, una vera esplosione di luci nel buio. Si tratta di un segnale di ripresa dei coleotteri, notoriamente in fase di declino a causa di cambiamenti climatici e attività antropiche?

In molte aree degli Stati Uniti, nel corso dell’estate 2025, si è assistito a un ritorno delle lucciole, foriere di giochi di luce e di emozioni, che sembrano sfuggire improvvisamente da un cassetto dei ricordi d’infanzia. Si è arrivati a parlare di un boom delle lucciole, accompagnato dalla speranza che questa riapparizione significativa del coleottero luminoso, possa essere colta come segnale di ripresa delle specie, da tempo notoriamente considerate in declino, per una serie di ragioni, che vedono come principali fattori alla base della progressiva scomparsa, i cambiamenti climatici e le attività antropiche

Gli esperti frenano gli entusiasmi. L'apparente “esplosione” delle lucciole, verificatasi in particolare nelle zone del Nord-Est degli Stati Uniti, è da considerarsi un fenomeno localizzato in termini di spazio e tempo, fortemente legato a particolari condizioni meteo. 

L’incremento degli avvistamenti di lucciole negli Stati Uniti, è diventato fenomeno noto su scala globale grazie al rimbalzo delle notizie su social e testate giornalistiche, accompagnate da riflessioni condivise da esperti nel campo entomologico e climatico. A voler restare entro i confini di casa, anche in Italia sarà capitato nel corso dei mesi estivi, di emozionarsi alla vista di quelle piccole luci nel buio, che fin da bambini si impara a riconoscere come iconiche presenze delle notti d’estate. 

Lo scenario cui ci si è abituati, negli ultimi decenni, è la ridotta presenza delle lucciole in aree urbane o periurbane, soprattutto caratterizzate da un significativo inquinamento luminoso. Ma allontanandosi dai centri abitati, non è raro avvistare le lucciole tra prati e boschi, in maniera non omogenea e costante, sia in termini di distribuzione spaziale che temporale. Nella stessa area, può capitare infatti di notare significative differenze nella presenza delle lucciole, in due estati successive. 

Esattamente ciò che, secondo gli esperti, è accaduto nelle aree degli Stati Uniti in cui si è parlato di “boom”. Alcune popolazioni di lucciole hanno potuto giovare delle condizioni di caldo e umidità, che hanno favorito lo sviluppo delle larve, che vivono in terreni umidi e sono particolarmente vulnerabili alla disidratazione.

Ma in sintesi, le lucciole sono in declino oppure no?

 

Il futuro incerto delle lucciole

Il discorso non è semplice da affrontare, in primo luogo perché non si tratta di una singola specie. Quella che comunemente chiamiamo “lucciola”, è un coleottero bioluminescente, ovvero in grado di emettere luce in conseguenza di reazioni chimiche che avvengono all'interno di organi speciali posti nella parte inferiore dell'addome. Una luce che serve principalmente a comunicare, specialmente per il corteggiamento e l'accoppiamento. 

Esistono moltissime specie di lucciole, raggruppate all’interno della famiglia dei Lampiridi. Se ne stimano a livello mondiale circa 2.000, presenti su tutti i continenti tranne in Antartide. In Italia se ne contano una ventina. Le diverse specie di lucciole hanno esigenze climatiche specifiche, e queste differenze influenzano la loro distribuzione geografica. Inoltre, ciascuna presenta un proprio "linguaggio" luminoso. Ritmo e intensità dei lampeggiamenti possono variare, permettendo ai maschi e alle femmine di una stessa specie di riconoscersi per l'accoppiamento.

Questa premessa fa facilmente comprendere quanto sia difficile definire lo stato di conservazione delle lucciole, nella loro totalità. Vi sono infatti specie non ritenute a rischio, altre inserite nella Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), che ha istituito un gruppo di specialisti proprio dedicato alle lucciole, il Firefly Specialist Group. Sono esempi di specie a rischio la lucciola della palude costiera (Pteroptyx tener): che vive nelle mangrovie della Malesia e del Sud-est asiatico, e la lucciola del muschio (Lampyris noctiluca), una specie europea le cui popolazioni in alcune aree, come l'Inghilterra, hanno subito un calo significativo.

Il declino delle lucciole, sebbene specie-specifico, preoccupa gli scienziati. Si tratta infatti di insetti identificati come bioindicatori della salute ambientale: la loro scomparsa è un segnale di allarme che indica il deterioramento degli ecosistemi a causa dell'impatto delle attività umane.

Il calo delle popolazioni di lucciole è dovuto a una combinazione di fattori, spesso interconnessi, che alterano in modo radicale gli ecosistemi in cui vivono. In primo luogo l’inquinamento luminoso,considerato uno dei fattori più gravi. Le lucciole dipendono dalla loro bioluminescenza per comunicare, trovare un partner e riprodursi. L'eccessiva illuminazione artificiale nelle aree urbane, suburbane e rurali interferisce con questi segnali luminosi. 

Vi è poi la perdita e frammentazione dell'habitat, dovuti a urbanizzazione, cementificazione, agricoltura intensiva e deforestazione. Anche l’uso massivo di pesticidi ed erbicidi comporta effetti negativi sulle lucciole, diretti in quanto tossici, indiretti in quanto causa della morte dele loro prede principali, come lumache e lombrichi. 

Non potrebbero mancare in elenco i cambiamenti climatici. Come anticipato, le lucciole sono molto sensibili specialmente all'umidità. L'aumento delle temperature e i lunghi periodi di siccità possono rendere l'habitat troppo secco per la sopravvivenza delle uova e delle larve.