campus progetto sentieri: la voce dei ragazzi dell’alpinismo giovanile lombardo

Quindici giovani soci del CAI hanno partecipato al campus promosso dalla Commissione Regionale Lombarda di Alpinismo Giovanile insieme alla SOLSEC e al Gruppo Regionale Lombardo. Tre giorni di lavoro sui sentieri, di amicizia e riflessione, raccontati in prima persona dai protagonisti.

Per gli accompagnatori adulti – scherzosamente definiti “vecchietti” – è stata l’occasione per riflettere sul senso dell’educazione in montagna: non solo trasmettere competenze tecniche, ma permettere ai ragazzi di vivere esperienze autentiche, fatte anche di errori, di crisi e di ripartenze. Un modo per crescere insieme, passo dopo passo.

Gli stessi partecipanti hanno voluto condividere le loro impressioni, affidando alle pagine de Lo Scarpone una sintesi diretta e genuina della loro esperienza.

«Siamo i quindici ragazzi che hanno aderito al progetto Campus Progetto Sentieri 2025, organizzato in collaborazione tra la SOLSEC e l’Alpinismo Giovanile Lombardo. Proveniamo da diverse sezioni della Lombardia e ci siamo incontrati per la prima volta tre giorni fa. Alcuni di noi avevano già partecipato lo scorso anno, entusiasti di rivedere volti conosciuti e di incontrarne di nuovi».

L’inizio è stato accompagnato da curiosità e incertezze, ma presto ha lasciato spazio a spirito di collaborazione e amicizia, anche con gli accompagnatori adulti, con i quali i ragazzi hanno condiviso lavoro, gioco e riflessione.

Tra le attività principali, l’apprendimento dell’uso di bussola e carta topografica, ma anche gli strumenti pratici della manutenzione sentieristica: pala, piccone, pennello, e le tecniche necessarie per realizzare una segnaletica corretta. Un lavoro impegnativo, ma arricchito da momenti di divertimento capaci di alleggerire la fatica.

Il campus si è svolto al Rifugio Casina di Piana, all’ingresso della Val Piana (Val Grosina, provincia di Sondrio, 1880 m), gestito dai volontari dell’Operazione Mato Grosso. Qui i ragazzi hanno vissuto un’accoglienza calorosa e hanno ascoltato testimonianze preziose sulle missioni in America Latina, restituendo a loro volta un piccolo contributo nel preparare il rifugio alla chiusura invernale.

«Queste esperienze ci hanno aiutato a crescere, a superare le difficoltà con entusiasmo e a sentirci parte di un gruppo unito dalla stessa passione per la montagna. Per questo consigliamo a tutti i giovani dell’Alpinismo Giovanile di vivere questa avventura, che speriamo possa essere ripetuta anche il prossimo anno».