Carlo Budel: “La Marmolada mi ha segnato. L’alcol ha distrutto, ora ricomincio”

Carlo Budel, ex gestore del rifugio Punta Penia sulla Marmolada, ha raccontato sui social la sua lotta contro depressione e alcol. Ricoverato in una clinica, sta seguendo un percorso terapeutico per riprendere in mano la sua vita.
Carlo Budel in clinica, nell'immagine da lui pubblicata sui social © Facebook Carlo Budel

Carlo Budel, per sette stagioni il custode solitario del rifugio più alto delle Dolomiti, ha scelto la sincerità come forma di liberazione. L’ex gestore della Capanna Punta Penia, a quota 3343 metri sulla Marmolada, ha condiviso sui social un video toccante, nel quale racconta la difficile battaglia che sta affrontando: una nuova discesa, questa volta nell’anima, segnata dalla depressione e dall’alcol. “Il peso degli eventi traumatici legati alla montagna - racconta - mi ha spinto verso una forma depressiva. Per alleviare il dolore ho cercato rifugio nell’alcol, ma questo ha soltanto aggravato tutto”.

Dopo alcuni giorni di ricovero all’ospedale di Padova, Budel è stato trasferito in una clinica specializzata dove sta seguendo un percorso terapeutico di un mese, supportato da psicologi. “Sono dieci giorni che non bevo" racconta. "Sento già di recuperare la motivazione”. Il suo è un messaggio diretto, come sempre è stato il suo rapporto con la montagna e con le persone che lo seguono. Ma è anche un messaggio che Budel vuole far arrivare ai giovani: “Non cercate nell’alcol la soluzione ai problemi della vita, perché non funziona mai”.

 

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Una storia di cadute e rinascite

Nato a Feltre nel 1973, Carlo Budel ha lavorato per quasi vent’anni in fabbrica, prima che l’alcol e il senso di vuoto lo portassero sull’orlo del baratro. Nel 2016 ha cambiato tutto: ha lasciato il posto fisso, si è disintossicato grazie a un reparto ospedaliero di Alcologia e ha iniziato a lavorare in rifugio.

Nel 2017 è diventato il gestore della Capanna Punta Penia. Per sette estati ha vissuto lassù, affrontando tempeste, gelo e solitudine. Eppure è riuscito a creare un legame intenso con la comunità degli alpinisti e con migliaia di persone che lo hanno seguito online, grazie a foto e racconti carichi di passione. Dopo la tragedia della Marmolada, Budel ha riaperto il rifugio per un’ultima stagione nel 2023. Ma il dolore non lo ha mai davvero abbandonato. Oggi Carlo è di nuovo in cammino. Non più su creste e ghiacciai, ma lungo un sentiero interiore. E il suo coraggio nel raccontarsi potrebbe essere, per molti, un faro nei momenti più bui.