Cent’anni di visioni verticali. Il numero di settembre de "La Rivista"

Il numero di settembre de La Rivista del Club Alpino Italiano celebra la storica salita di Solleder e Lettenbauer e ripercorre un secolo di creatività alpinistica, dai VI gradi classici alle avventure contemporanee. Tra ritratti, esplorazioni e storie di bivacchi, un viaggio tra memoria e innovazione in montagna.

Il numero di settembre de La Rivista del Club Alpino Italiano racconta la storica salita di Solleder e Lettenbauer, compiuta cento anni fa sulla parete nord-ovest della Civetta o del Civetta. Oltre alla ricostruzione di Matteo Bertolotti di quella memorabile salita, Enrico Camanni ci guida a scoprire gli "altri" VI gradi precedenti o contemporanei mentre Melania Lunazzi ci restituisce un ritratto di una delle prima donna alpiniste a cimentarsi con questa fatidica "soglia", Bianca di Beaco. Massimo Cappuccio e Fabio Cammelli ci portano invece in luoghi tanto differenti tanto ugualmente ricchi di sorprese, rispettivamente le Madonie e le Alpi austriache dell'Olperer. Luca Gibello, infine, racconta in breve la storia centenaria dei bivacchi delle Alpi, anticipando il volume "I bivacchi delle Alpi. 100 anni di emozioni in scatola" che sarà pubblicato a metà settembre da CAI Edizioni. Non mancano inoltre le consuete rubriche dedicate all'attualità delle Terre Alte, all'alpinismo, ai libri di montagna, alle piante, alla coesistenza uomo-natura, all'antropologia e all'architettura alpine. 

 

Editoriale

di Andrea Greci

Che sia stata davvero la prima via di VI grado sulle Alpi oppure no, importa forse poco. Perchè la linea salita da Solleder e Lettenbauer 100 anni fa, nell'agosto del 1925, è inevitabilmente uno spartiacque epocale, per le sue caratteristiche, per l'iconica parete in cui si sviluppò, per l'eco che ebbe all'indomani del suo completamento.

Ma al di là del grado, quello che forse, per noi, deve contare più di tutto, è l'idea, l'istinto e la ragione che diventano visione. E in questo modo l'alpinismo può diventare qualcosa di creativo, perché inventa qualcosa che prima non era nemmeno immaginabile.

Questo numero de La Rivista vuole quindi rendere omaggio non solo ai quella salita di 100 anni fa ma anche a tutti coloro che hanno "creato" e "inventato", e a tutti quelli che continueranno a farlo inseguendo la loro "visione".

 

Il sommario

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