Chiamate di emergenza: quando e come attivare i soccorsi in montagna

Il Soccorso Alpino e Speleologico dell'Umbria ha scelto la via dell'ironia per ricordare, a chi si muova in montagna, come e quando effettuare chiamate di emergenza. Un utile ripasso per queste ultime settimane d'estate.

Il Soccorso Alpino e Speleologico è un servizio di pubblica utilità, “operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all'anno”, come ricordato sui canali social del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) alla Vigilia del Ferragosto. In caso di chiamate di emergenza, per incidenti o difficoltà che si verifichino in ambiente montano, ipogeo, su terreni impervi o in caso di calamità, le squadre del Soccorso Alpino si attivano prontamente per prestare assistenza a chi ne abbia necessità. Per agevolare la corretta attivazione della macchina dei soccorsi, è bene avere chiari due elementi: chi chiamare e quando chiamare. 

Come evidenziato, con un pizzico di ironia, dal Soccorso Alpino e Speleologico dell'Umbria (SASU) nei giorni scorsi, in queste settimane d'estate in cui si registra un incremento di presenze su sentieri, si assiste a un fisiologico aumento delle chiamate di emergenza. Ma non sempre, si tratta di situazioni che necessitino effettivamente dell’intervento dei soccorsi.

“In questo periodo stiamo facendo molti interventi… e ogni tanto ci arrivano chiamate un po’ “fantasiose” – si legge nel post, condiviso sui canali social del SASU - . Meglio chiarire una volta per tutte come si attiva correttamente il soccorso in montagna, in grotta o in ambiente impervio”.

 

Chiamare il N.U.E., no alle scorciatoie

Il numero da chiamare in caso di emergenza è il 112, noto come Numero Unico di Emergenza Europeo. Adottato a livello europeo, il N.U.E. mira a semplificare e rendere più efficiente la gestione delle richieste di soccorso. In estrema sintesi, funziona come un "centralino", che funge da punto di raccolta e smistamento per tutte le richieste di emergenza. 

Chiamando il 112, si ha la possibilità di richiedere l’intervento, a seconda delle necessità, delle Forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco, dell'assistenza sanitaria, dell'assistenza in mare.

“Niente scorciatoie: no al “chiamo l’amico che conosce un amico che forse è soccorritore”, il commento del Soccorso Alpino e Speleologico umbro.

La chiamata è gratuita e può essere effettuata anche qualora il telefono non abbia una SIM o non si abbia credito telefonico.

Una volta composto il 112, la chiamata arriva a un operatore di una Centrale unica di risposta (CUR). L’operatore valuta l’emergenza e la indirizza al servizio competente.

Se c’è rischio sanitario (o potenziale evoluzione sanitaria), la chiamata viene trasferita al 118, il numero di riferimento per le emergenze sanitarie. Se si tratta di emergenze in ambiente montano, ipogeo o impervio, è qui che entra in gioco il Soccorso Alpino e Speleologico.

Il personale sanitario, cui viene trasferita la chiamata, procedere a raccogliere le informazioni cliniche necessarie per comprendere, sulla base di protocolli operativi, se inviare sul posto una ambulanza, un elicottero o altri mezzi di soccorso.

Accanto al personale sanitario vi è la figura del tecnico di Centrale del Soccorso Alpino, che si occupa della geolocalizzazione dell’evento e di offrire supporto tecnico e coordinare le squadre di terra o l’elisoccorso. “In pratica, è come avere un navigatore umano che guida i soccorsi nel punto esatto”, si legge nel post del SASU.

Grazie a questo sistema a cascata, è possibile attivare in breve tempo la macchina dei soccorsi. 

Da evidenziare è che il N.U.E., essendo attivo sul territorio europeo, offra un servizio multilingue. È inoltre accessibile anche alle persone non udenti.

In Italia, a voler essere precisi, il 112 è ancora in corso di diffusione. La sua introduzione è infatti un processo avviato a livello regionale. Nelle regioni in cui ancora non sia in uso, è bene continuare a fare riferimento, per emergenze sanitarie, al numero 118. 

La chiamata di soccorso può essere effettuata digitando il 112 (o il 118 ove necessario) sulla tastiera dello smartphone, o utilizzando App come GeoresQ, applicazione gratuita, che consente di attivare la chiamata cliccando su una apposita icona e offre il vantaggio di inviare una richiesta geolocalizzata

 

Quando chiamare il 112, quando no

Il secondo elemento da tenere a mente, qualora si stia pensando di attivare i soccorsi, è cosa si intenda per emergenza. 

Su questo punto, il Soccorso Alpino umbro ha scelto due esempi che strappano un sorriso, a leggerli comodamente a casa, ma che effettivamente possono indurre in uno stato di panico qualora si verifichino in quota: “Non chiami il SASU se hai paura del buio in tenda, non chiami il SASU se ti sei spaventato incontrando una mucca sul sentiero alla Val di Ranco”. 

L’invito del Soccorso Alpino è al mantenere la calma, al ragionare sulle possibilità di uscire in autonomia dalle situazioni di difficoltà, basate più su un elemento di paura che di effettivo pericolo. 

Nel caso specifico della mucca, prima di muoversi in ambienti montani, tra pascoli in cui, nel periodo estivo, è altamente probabile la presenza di bovini, è essenziale informarsi adeguatamente sul come limitare il rischio, sul come comportarsi in caso di incontro su un sentiero, sul cosa fare e non fare di fronte a una mucca (es. non avvicinarsi a mucche in presenza di vitellini, non camminare nel mezzo di una mandria, etc.). Se nonostante le accortezze, dovesse verificarsi un incidente, ecco che è il momento di chiamare i soccorsi.

Il medesimo discorso si può ampliare a una molteplicità di casi in cui si abbia la tentazione di prendere il telefono e comporre il 112. L’invito del Soccorso Alpino è di agire secondo buon senso

Da sottolineare è che, una volta attivata una chiamata di emergenza, anche per un incontro con una mucca sul sentiero alla Val di Ranco, le squadre di soccorso siano tenute all’intervento. La richiesta del Soccorso Alpino, di essere maggiormente cauti nell’effettuare chiamate di emergenza, nasce da una esigenza organizzativa. In Italia, le squadre di soccorso sono composte, nella maggioranza dei casi, con particolare riferimento al Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, da volontari, il cui numero non è illimitato. Importante è assicurare che la macchina dei soccorsi possa essere disponibile all'intervento in situazioni effettivamente emergenziali.