Chris Sharma riapre la sua via a Montrebei. "Non è mia intenzione creare un conflitto"

Dopo la schiodatura anonima che aveva acceso il dibattito sull’etica dell’arrampicata, Sharma torna sulla Pared de Aragón per riaprire la sua via dal basso, nel segno del dialogo.
Chris Sharma in arrampicata a Montrebei © YT Chris Sharma

Dopo mesi di silenzio Chris Sharma è tornato a Montrebei per riattrezzare la via che qualcuno aveva schiodato aprendo una discussione sull'etica dell'arrampicata. Quel gesto, la schiodatura completa di una sua linea, aveva diviso profondamente la comunità dei climber, tra chi difende la tradizione alpinistica della parete e chi sosteneva la libertà creativa dell’apritore. A chiudere le polemiche e i dibattiti ci ha pensato Sharma stesso, tornando sulla via.

La vicenda era iniziata oltre dieci anni fa, quando Sharma aveva individuato una linea di sei tiri sulla Pared de Aragón, con difficoltà comprese tra l’8c e il 9a+. Per lavorarla aveva utilizzato spit removibili, una pratica che consente di posizionare protezioni temporanee per studiare i passaggi più estremi. Questa scelta era però apparsa in contrasto con lo spirito di Montrebei, luogo storicamente legato a uno stile tradizionale e avventuroso, dove le vie si aprono dal basso e le protezioni fisse vengono ridotte al minimo. Quando, mesi fa, l’arrampicatore statunitense era tornato sul posto, aveva trovato la via completamente schiodata. Un intervento anonimo che aveva innescato un ampio dibattito nella comunità.

Da quel confronto era nato un documento sottoscritto da decine di arrampicatori locali, che condannava l’azione unilaterale ma invitava a una riflessione collettiva sull’etica e sulla gestione del luogo.

 

La riapertura dal basso

Nel suo recente ritorno a Montrebei, Sharma ha scelto di ripartire da zero, riaprendo la via in stile tradizionale: dal basso, in libera per quanto possibile, forando solo dove strettamente necessario. Ha lavorato per diversi giorni durante l’estate, evitando l’uso di spit removibili e cercando di rispettare la morfologia della parete.

Il risultato è una linea di sei lunghezze estremamente impegnative, con un primo tiro valutato attorno al 9a+ e passaggi di blocco da 8b+. Sharma ha dichiarato di voler chiamare la via Total Hardcore, una proposta che potrebbe diventare una delle più difficili dell’intero settore.

Il caso Montrebei rimane un punto di riferimento nel dibattito sull’etica dell’arrampicata. Da un lato la libertà dell’apritore, dall’altro la responsabilità verso un ambiente condiviso e verso la storia di una parete.

Il documento elaborato dagli scalatori locali propone una via di mezzo: non regole rigide, ma dialogo e trasparenza. Ogni intervento su vie storiche o zone frequentate dovrebbe essere discusso e condiviso, evitando gesti isolati che rischiano di alimentare divisioni.

Sharma, dal canto suo, ha chiesto che il progetto venga lasciato vivere, senza ulteriori polemiche: “Per me era importante rispettare quanto concordato per iscritto con la comunità e cercare di risolverlo nel miglior modo possibile. Volevo chiarire questo punto affinché il mio percorso non venisse interrotto di nuovo. Non è mia intenzione creare un conflitto. So che è una questione delicata in questa comunità. Ma quello che voglio dimostrare è che abbiamo fatto ammenda e voglio usare questo per unire la comunità in modo che non ci siano più lacune".