Cipolla “Spissighì”: UNIMONT avvia una ricerca per valorizzare la tradizione camuna

Il polo alpino UNIMONT dell’Università degli Studi di Milano approfondisce storia, caratteristiche e diffusione della cipolla “Spissighì”, antica varietà della Val Camonica. Un questionario online raccoglie testimonianze per tutelare e valorizzare questa risorsa agroalimentare locale.
Coltivazione di cipolle © Pixabay

La tutela delle varietà agricole tradizionali torna al centro dell’attenzione grazie a UNIMONT, il polo alpino dell’Università degli Studi di Milano che da anni lavora per valorizzare i territori montani e i loro prodotti più caratteristici. Proprio in quest’ottica, i ricercatori hanno avviato un nuovo approfondimento dedicato alla cipolla “Spissighì”, un’antica cultivar della Val Camonica oggi coltivata con passione da alcuni agricoltori locali.

Nel corso del tempo UNIMONT ha sviluppato una solida competenza nello studio e nella conservazione delle varietà agroalimentari tradizionali, combinando osservazioni morfologiche e analisi fitochimiche. Tra le ricerche più significative figurano quelle sullo zafferano, sul fagiolo “Copafam”, sul miele, sul mais “Nero Spinoso”, sul “Carciofo di Malegno” e sulla caigua “Ciuenlai”. Un patrimonio di conoscenze che ora si arricchisce grazie al nuovo interesse scientifico verso la “Spissighì”.

 

La cipolla “Spissighì”

Questa particolare cipolla si presenta in piccoli gruppi di 8–10 bulbi, dal diametro compreso tra i 3 e i 5 centimetri. Oltre all’aspetto caratteristico, si distingue per l’ottima conservabilità e germinabilità, qualità che la rendono preziosa sia dal punto di vista agronomico sia da quello gastronomico. La collaborazione con i coltivatori camuni, custodi di un sapere agricolo profondamente radicato nel territorio, ha permesso ai ricercatori di approfondire la conoscenza di questa risorsa locale, simbolo del legame tra agricoltura e tradizione alpina.

Accanto al lavoro scientifico, UNIMONT porta avanti anche un’intensa attività di divulgazione, con l’obiettivo di far conoscere e valorizzare i patrimoni agroalimentari delle comunità montane. Con questa iniziativa, l’intento è quello di far scoprire - o riscoprire - la cipolla “Spissighì” e di raccogliere testimonianze storiche e culturali sulla sua diffusione e sui suoi usi tradizionali. Informazioni fondamentali per favorire la tutela ufficiale della cultivar e del territorio in cui è nata e continua a essere coltivata.

Per questo motivo, UNIMONT invita tutti coloro che possiedono esperienza diretta nella coltivazione o nell’impiego della “Spissighì” a compilare un breve questionario online composto da dieci domande. Il focus riguarda le caratteristiche morfologiche, gli usi tradizionali e la distribuzione geografica della cipolla. I dati raccolti contribuiranno a delineare una mappa il più possibile completa della sua presenza in Val Camonica, offrendo così un ulteriore strumento per la valorizzazione dell’identità agroalimentare di questa vallata alpina.