Colin Haley chiude spedizione al K7: "Punture di zanzara a 5000 m"

Condizioni anomale hanno reso impossibile la salita al K7 per Colin Haley, Aymeric Clouet e Damien Tomasi. Un’altra spedizione che testimonia quanto il cambiamento climatico stia trasformando radicalmente l’alta montagna.

Temperature estreme e condizioni impraticabili hanno portato alla chiusura della spedizione dell'americano Colin Haley e dei francesi Aymeric Clouet e Damien Tomasi. I tre erano impegnati con un tentativo di salita sul K7 (6934 m), Karakorum. Una testimonianza amara sulle trasformazioni drammatiche che il cambiamento climatico sta portando all’alta montagna.

La spedizione, condotta in stile alpino e senza clamore mediatico, si è conclusa senza successo. Ma la vera notizia non è questa, quanto le condizioni “surreali” trovate dai tre alpinisti. “Gli ultimi due-tre inverni sono stati particolarmente secchi nel Karakorum, e quest’estate è stata eccezionalmente calda ha scritto Haley sui suoi canali social. “Il risultato? Punture di zanzare sopra i 5000 metri e condizioni di fusione incredibili”.

Secondo Haley, non è la temperatura in sé il problema, quanto gli effetti che essa ha sull’ambiente montano. “Terreni che storicamente erano coperti di ghiaccio il 99% del tempo diventano estremamente pericolosi quando quel ghiaccio scompare. Canali e pendii che in ogni foto appaiono bianchi, erano solo cumuli instabili di rocce friabili”. Haley racconta di aver sentito crolli di rocce all’incirca ogni 15 minuti, sia di giorno che di notte, negli ultimi giorni trascorsi ai piedi della montagna. Una presenza inquietante e continua, che ha reso ogni tentativo di avanzamento ad alto rischio. Nonostante l’entusiasmo iniziale, i tre non sono riusciti ad avvicinarsi nemmeno lontanamente alla cima del K7.

Il bilancio è amaro: “In termini di obiettivi alpinistici, la nostra spedizione è stata un fallimento totale, ha ammesso con onestà Haley. “Ma fortunatamente, Aymeric e Damien si sono rivelati compagni eccezionali, affidabili e positivi, anche di fronte a una frustrazione costante”.

 

Un trend preoccupante

Non è la prima volta che il K7 respinge chi lo affronta. Già nel 2023 e nel 2024 spedizioni francesi e spagnole avevano tentato invano la salita, fermate da condizioni meteo sempre più instabili. Quest’anno, mentre Clouet tentatava il K7, i francesi Charles Dubouloz e Symon Welfringer si mettevano alla prova con una nuova via sul Gasherbrum IV, con analogo esito negativo. Lo stesso che ha accompagnato la spedizione italiana di Federico Secchi, Leonardo Gheza e Gabriele Carrara che puntava a ripetere la via Bonatti al Gasherbrum IV.

Allo stesso modo anche il recente incidente mortale sul Laila Peak, dove la giovane alpinista Laura Dahlmeier ha perso la vita, vittima a causa di una caduta di sassi.

“Adoro scalare montagne difficili e non rimpiango la strada che ho scelto nella vita” ha concluso Haley. “Ma devo ammettere che molte esperienze dell’ultimo decennio mi fanno sentire che il XXI secolo è un’epoca deprimente in cui essere alpinisti. Parole che pesano, provenienti da uno dei più autorevoli rappresentanti dell’alpinismo moderno.