Un momento della prima solitaria invernale al Cerro Torre, per la via dei Ragni.
Un momento della prima solitaria invernale al Cerro Torre, per la via dei Ragni.
Un momento della prima solitaria invernale al Cerro Torre, per la via dei Ragni.
In cima al Cerro Torre
Un momento della prima solitaria invernale al Cerro Torre, per la via dei Ragni.
Un momento della prima solitaria invernale al Cerro Torre, per la via dei Ragni.
Il Cerro Torre, in uno scatto con il drone
Un momento della prima solitaria invernale al Cerro Torre, per la via dei Ragni.Una stagione invernale formidabile, quella che si sta per concludere in Patagonia. Dopo la prima di Matteo Della Bordella e Marco Majori sulla via Casarotto al Fitz Roy, arriva la notizia della stagione.
“Una settimana fa, il 7 settembre, mi sono inginocchiato sulla cima del Cerro Torre poco prima delle 22, da solo”. A scriverlo ieri, domenica 14 settembre, è stato Colin Haley, che ha così semplicemente annunciato di aver compiuto la prima ascensione invernale solitaria al Cerro Torre. “In quel momento provavo soprattutto un’enorme ansia di scendere dalla montagna in sicurezza, ma era il compimento di un obiettivo che mi ero posto più di dieci anni fa: salire in solitaria il Cerro Torre in inverno. Dire che le stelle si sono allineate è figurativo, ma dire che il Sole, la Terra e la Luna si sono allineati è in questo caso letterale, e il magnifico terreno del massiccio del Chaltén era illuminato da una luna piena straordinariamente luminosa”.
La salita è stat compiuta lungo la via dei Ragni, a quasi mezzo secolo dalla sua apertura, e rappresenta un nuovo importante capitolo nella storia dell’alpinismo patagonico.
Lo statunitense, 41 anni, ha raggiunto la vetta poco prima delle 22.00, illuminato da una luna piena che ha reso quasi irreale il paesaggio del massiccio del Chaltén. L’alpinista non è nuovo a imprese fuori dal comune sulle montagne patagoniche. Quella del Cerro Torre è stata la sua decima ascensione della montagna, ma non ha esitato a definirla “la più speciale”. “Alcune delle mie salite precedenti erano già tra le più significative della mia vita – come Tiempos Perdidos con Kelly Cordes, la traversata delle Torri con Rolando Garibotti e la traversata in giornata con Alex Honnold – ma questa potrebbe essere la più importante. Riuscire in questa scalata ha richiesto competenze di arrampicata su ghiaccio, misto, roccia, neve, big wall, grande resistenza fisica, capacità di sopravvivere giorno dopo giorno in un ambiente freddo e ostile, sci-alpinismo, sci di fondo e persino la mountain bike si sono rivelati utili. Sono attività che pratico da quando ero molto giovane”.
La salita in solitaria invernale del Cerro Torre era rimasta fino ad oggi un sogno inseguito da generazioni di alpinisti. L’austriaco Markus Pucher ci aveva provato nel 2016, arrivando a un tiro dalla vetta prima di doversi ritirare. “Il suo tentativo – ha riconosciuto Haley – resta un’impresa molto impressionante, che rispetto profondamente”.
L’impresa di Haley, immortalata dagli scatti di Tyler Lekki, non è solo un successo personale ma un nuovo punto di riferimento per l’alpinismo moderno: una combinazione di preparazione tecnica, resistenza fisica, capacità di adattarsi a condizioni proibitive e un'incredibile resistenza mentale.