Pochi giorni dopo la diffusione della notizia della salita del Cerro Torre in winter solo, Colin Haley ha fatto sapere di avere salito anche la Aguja Standhardt per la via Exocet (500m, WI5, 5.9). L'ascesa è avvenuta il 19 settembre e – calendario alla mano- si tratta della prima salita solitaria in invernale della cima che Marc-André Leclerc aveva scalato il 24 settembre 2015. Il canadese era salito per la linea più lunga e diretta, la Tomahawk (aperta nel 1994 da Conrad Anker e Steve Gerberding), tra l'altro totalmente in free solo e con un solo giorno di riposo dopo la scalata del Cerro Pollone.
Nel camino ghiacciato
Vista impareggiabile durante la salita
Haley ha trovato condizioni meteo eccellenti
Colin Haley in cima all'Aguja Standhardt @IG Colin HaleyHaley ha dato il giusto tributo all'impresa di Leclerc e ha spiegato come e perché è avvenuta la propria salita. “Secondo me, la scalata in solitaria più impressionante che abbia avuto luogo sull'Aguja Standhardt è avvenuta nel 1994, quando Tommy Bonapace ha provato la via Exocet in solitaria. Nonostante il fatto che non ha raggiunto la vetta, è arrivato in cima al camino ghiacciato, separato dalla vetta solo da un tiro di misto, da un facile pendio innevato di neve e dal fungo finale. L'arrampicata nel massiccio del Chaltén a quel tempo era ovviamente drasticamente diversa da quella odierna, senza una vero paese d'appoggio e senza previsioni meteo. Quella scalata di Tommy Bonapace mi ha ispirato a provare la Aguja Standhardt da solo nel novembre 2010. Salendo anche io dalla Exocet, sono riuscito a fare la prima ascesa in solitaria della vetta. A settembre 2015 Marc-André Leclerc ha fatto la prima ripetizione, subito dopo la fine dell'inverno, anche lui dalla Exocet, ma con la partenza diretta, la Tomahawk. Quentin Roberts ha realizzato la terza ascesa in solitaria nel 2020, sempre dalla Exocet”.
Dopo la salita al Cerro Torre, combattuto tra la necessità di dare un po' di riposo al proprio corpo e alla propria mente e la voglia di sfruttare al massimo il tempo ancora disponibile in Patagonia, cosa poteva scegliere alla fine Colin? La risposta è fin troppo ovvia. “Ero estremamente stanco e soddisfatto, sarei stato felice di non andare in montagna per un po'. In Patagonia, però, le opportunità di arrampicata sono rare, e non si può scegliere quando andare. Così, dopo sei giorni in città, sono stato convinto a tornare in montagna da un'altra ottima finestra meteo”.
Haley ha chiesto aiuto a Maxi Abasto, anche per via della stanchezza accumulata, e l'alpinista lo ha aiutato nell'approccio alla parete, trasportando parte dell'attrezzatura per due giorni. Colin ha dato il via al proprio tentativo il 19 settembre, attraversando il ghiacciaio fino al Colle Standhardt e attaccando alle 9 del mattino. “Nel 2010 avevo percorso una buona parte della via in free solo, compreso un bel tratto del tiro chiave, il camino ghiacciato. Con 15 anni più, e un po' più saggio, ho usato sempre la corda, tranne che nelle sezioni davvero facili. Il lato negativo, ovviamente, è che il rope solo è estremamente costoso in termini di tempo ed energia. L'enorme dispendio di salire e scendere, unito alla stanchezza che ancora mi portavo dietro dal Cerro Torre, ha fatto sembrare l'esperienza una vera sfida di resistenza”.
Haley ci tiene a spiegare il perché del suo ritorno all'Aguja Standhardt, una scelta fatta senza enfasi o retorica, ma allo stesso tempo mirata a una salita “certificata”. “Tutti gli obiettivi che inseguiamo come scalatori sono solo giochi stupidi. Scalare in solitaria è un gioco sciocco, l'arrampicata invernale è un gioco sciocco, e arrampicare da soli in inverno è un gioco davvero stupido. Tutti i giochi hanno delle regole, tuttavia e la regola per le salite invernali è che la salita deve avvenire tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera. La mia scalata è avvenuta pochi giorni prima della fine dell'inverno, e quella di Marc-André solo dopo la fine dell'inverno, quindi ovviamente la differenza di calendario è poca. In questo caso, tuttavia, sono fiducioso di avere avuto condizioni più invernali rispetto a quelle trovate da Marc-André, quindi mi sento a mio agio ad applicare le regole e a rivendicare la prima salita invernale della Standhardt. Tuttavia, ciò non va confuso con la pretesa di una salita più difficile, perché ritengo che la difficoltà aggiuntiva della partenza diretta sia probabilmente maggiore della difficoltà aggiunta di condizioni più invernali”.
Haley chiude allargando lo sguardo a quanto fatto solo pochi giorni prima. “Questa salita è stata senza dubbio molto più facile, e molto meno speciale, della mia recente salita al Cerro Torre, quindi mi è sembrata un po' deludente. Anche se sicuramente non la definirei facile, la parte più soddisfacente dell'esperienza è stata vedere quanto mi sentivo rilassato e a mio agio durante la salita, rispetto al me stesso più giovane e meno esperto di 15 anni fa”.