Combattere il Parkinson tra vie ferrate e parchi avventura: ora è possibile

Un progetto innovativo del CAI–GEB per contrastare il Parkinson attraverso la Montagna-terapia e le vie ferrate: l’esperienza di Lodovico Marchisio e Roberta Maffiodo, tra arrampicata, libri e speranza.

A cura di Corrado Martinelli

Ogni passo assistiti dagli addetti Rita e Cesare

Riprendiamo con “honoris causa” a seguito delle realtà ormai certe, il discorso iniziato nell’autunno del 2024 dal gruppo formatosi nel CAI–GEB (sottosezione del CAI di Torino) con capostipite Lodovico Marchisio. Circa sei mesi fa, infatti, è stato ritrovato il Parco Avventura di Cascina Oslera, all'interno del Parco La Mandria di Venaria Reale (To), nel quale è possibile allenarsi ed effettuare una prova del percorso, con l'aiuto del personale addetto alla sorveglianza, cimentandosi in un'attività propedeutica alle Vie Ferrate facili in montagna che altro non è che una terapia naturale per i malati di Parkinson e patologie invalidanti di natura cronica degenerativa.

La ricerca è infatti rivolta ad ampliare al massimo questi orizzonti a tali pazienti, con una disciplina che sembra nata per loro per potersi frequentare e curare con la Montagna-terapia, già presente nel CAI.

Assodata è ormai la certezza avallata dai medici che camminare fa bene e cura indubbiamente la depressione e le conseguenti patologie. Tuttavia, per combattere il Parkinson si deve andare oltre, come ha affermato la Dott.ssa Rossella Morra, Assessore allo Sport, alle Politiche giovanili e benessere di Avigliana. L'Assessore sopra citato, sostiene: la camminata anche nell’ambiente alpino, già rigenerante e curativo per le malattie neurovegetative lievi, non basta nel caso del Parkinson.

Allora il nostro Lodovico, che molti conoscono per i libri scritti e le imprese compiute in montagna prima di contrarre il Parkinson, non si arrende e in “pieno volontariato” torna per l’appunto a compiere vie ferrate e a sciare, perché è poi stato dimostrato su di lui come l’arrampicata e lo sci abbiano stimolato la produzione di dopamina, ciò che non accade nella normale camminata, favorendo la crescita del patrimonio neuronale e, rafforzando il sistema nervoso, gli consentono, come in altri sport e non solo, la conservazione delle abilità motorie e, in alcuni casi, il recupero di quelle momentaneamente perse.

Ciò ha rappresentato l’avvio di una serie di contatti rivolti a seguire questa potenziale terapia, certamente non facile da attuare sul piano pratico per tutti i rischi e costi che comporta. Senza perdersi di coraggio, Lodovico e la moglie Roberta Maffiodo (uscita da una grave depressione, ha seguito il marito nel suo ritorno in montagna e ha ripreso ad esibirsi nel canto, altro strumento di cura), hanno dimostrato tutto ciò nelle numerose presentazioni del loro libro Guarigioni d’Amore.

In questo testo si descrive come l'amore genuino nato tra gli autori rappresenti il primo ingrediente di cura, che li ha rimessi in piedi pronti a lottare con tutte le loro forze ritrovate rispettivamente contro la malattia di Parkinson e la depressione, per poi essere d’aiuto a loro volta ai malati affetti dalle stesse patologie.

Un ulteriore passo in avanti è stato compiuto quando, in una presentazione del libro sopra citato a Giaveno (To), con l'incontro dell’On. Daniela Ruffino, che lo ha invitato a stilare un progetto per tutte le autorità della Valle di Susa, finalizzato al sostegno dei malati di Parkinson, depressione e malattie neurovegetative nel praticare lo sci alpino, il free-climbing e le vie ferrate con una palestra di presciistica provvista di un muro d'arrampicata, con l'aiuto di un personale specializzato.

Questo progetto è stato presentato dagli autori (invitati dall'Associazione Amici Parkinsoniani Piemonte) anche nel convegno tenutosi lo scorso 11 aprile al Teatro San Giuseppe di Torino, in una sala gremita di circa duecento persone, in occasione della Giornata Mondiale del Parkinson. In quest'occasione gli autori Lodovico e Roberta hanno presentato una serie di filmati che attestano la veridicità delle loro richieste di poter usufruire degli appositi spazi sopra descritti.

Ecco dunque il motivo per cui sabato 26 aprile i coniugi Marchisio si sono nuovamente recati al Parco Avventura di Cascina Oslera, dove sono stati invitati a presentare il libro sabato 31 maggio alle ore 15. I titolari della struttura confermano la loro disponibilità ad offrire la piena collaborazione nel progetto, per l'accompagnamento dei malati di Parkinson e malattie consimili al Parco Avventura.

A tale proposito gli autori, insieme agli amici Adriana Bergagna e Federico Bambara, facenti parte del gruppo operativo, hanno compiuto l’intero percorso assistiti da Rita Carello e Cesare Scaringella, membri del personale specializzato dell’equipe organizzativa del parco, che hanno dato ulteriore conferma della validità di questo percorso da realizzare nel loro progetto.