Confortola, l'agenzia del Kanche: "Crediamo che non abbia raggiunto la cima"

A parlare è Thaneswar Guaragai, general manager di Seven Summit Treks: "In aggiunta a ciò, è stato carente nel fornire sufficienti prove per conferirgli un certificato".
Il massiccio del Kangchenjunga © Wikimedia Commons

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo nel quale abbiamo riportato testimonianze e dichiarazioni di alpinisti riguardanti alcune salite di Marco Confortola. In particolare venivano contestate la ascese alle vette di Annapurna e Kangchenjunga, mentre si sollevavano perplessità sul fatto che Confortola avesse in un primo momento dichiarato di non avere raggiunto la cima del Nanga Parbat e poi invece il contrario. Per quanto concerne il Nanga, abbiamo ottenuto in un secondo momento dallo stesso alpinista di Valfurva il certificato di vetta, mentre per quanto riguarda il Kangchenjunga avevamo raccolto la testimonianza indiretta di Simone Moro, il quale ci aveva detto di avere parlato con Nuri Sherpa proprio nei giorni successivi al tentativo, dal momento che il bergamasco era impegnato al Kangchenjunga come pilota di elicottero. Secondo Moro, lo stesso sherpa e altri alpinisti coinvolti nel tentativo del 5 maggio 2022 gli avevano riferito che Confortola non avrebbe raggiunto la cima. Simone ha sottolineato anche il fatto che, proprio per questo motivo, la stessa agenzia che ha organizzato l'ascesa dell'alpinista valtellinese – Seven Summit Treks- non avrebbe rilasciato il certificato di vetta a Confortola.

 

Abbiamo ritenuto che il pedigree alpinistico e il particolare ruolo che Moro aveva in quel frangente fossero motivi sufficientemente validi per dargli voce sul nostro giornale. Ovviamente non per fare nostre le sue dichiarazioni e avvalorare la sua tesi - in qualche modo perciò schierandoci -, ma semplicemente per aggiungere informazioni al quadro relativo a quella salita, che appare contraddittorio a seconda delle versioni riportate, tra cui quella dello stesso Confortola.

Proprio però perché la testimonianza di Moro è indiretta, abbiamo ritenuto opportuno interpellare la stessa Seven Summit Treks, nella persona di Thaneswar Guragai, general manager dell'agenzia. La sua risposta permette di aggiornare il quadro. Qui la riportiamo: “Marco era parte della nostra spedizione al Kanchenjunga. Ha tentato la via senza ossigeno, secondo il consiglio dato dallo stesso sherpa al tempo, insieme al resto del team. Crediamo che Marco non abbia raggiunto la vetta principale del Kangchenjunga, mancandola per alcuni metri. In aggiunta a ciò, è stato carente nel fornire sufficienti prove per conferirgli un certificato. La dichiarazione di avere raggiunto la cima è interamente a suo carico, così come quelle relative alla sua scalata”.

Thaneswar ha aggiunto che la sua azienda non rilascia dichiarazioni ufficiali sul raggiungimento o la mancata "conquista" della cima, che Nuri Sherpa era con lui durante l'ascesa e che nemmeno Nuri conferma il raggiungimento della stessa.

La dichiarazione del personale di Seven Summit Treks è coerente con il quadro fornito da altri alpinisti impegnati al tempo sul Kangchenjunga, come Wilco van Roojen. L'olandese aveva affermato di avere saputo dallo sherpa di Lolo Gonzales che Confortola non aveva raggiunto la cima.