Il borgo di Scanno, Abruzzo © PixabayCon 153 voti favorevoli, 110 contrari e nessun astenuto, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sulle “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, già passato in prima lettura al Senato. Dopo le modifiche apportate da Montecitorio, il testo tornerà ora a Palazzo Madama per l’approvazione definitiva. Un provvedimento che, almeno nelle intenzioni, promette di imprimere una svolta concreta alla valorizzazione delle cosiddette “terre alte”, troppo spesso trascurate nelle politiche pubbliche nazionali.
Soddisfazione è stata espressa dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, che ha parlato di “nuovo passo avanti per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”. Il cuore del provvedimento, ha spiegato, è l’introduzione di una definizione chiara e tecnica di cosa si intenda per “montagna”. Una base normativa che consenta interventi più mirati, evitando sprechi e privilegiando i territori realmente caratterizzati da difficoltà orografiche, climatiche e infrastrutturali. “Abbiamo previsto misure contro lo spopolamento, rivolte in particolare a giovani e famiglie. Il nostro obiettivo è stimolare la natalità, la residenzialità e la nascita di nuove imprese. Vogliamo ridurre i divari economici e sociali, garantendo servizi essenziali come scuola, sanità, poste e banche”.
Gli obiettivi principali
Tra le misure più rilevanti, il Ddl prevede agevolazioni fiscali e punteggi maggiorati nei concorsi per il personale sanitario destinato alle zone montane, deroghe al numero minimo di alunni per mantenere le classi scolastiche nei piccoli comuni, e incentivi per l’apertura di farmacie e asili nido. Per contrastare la denatalità, è stato introdotto un bonus aggiuntivo destinato ai comuni montani con meno di 5000 abitanti. Complessivamente è stato stanziato un Fondo di 200 milioni di euro per finanziare gli interventi.
Il provvedimento ha ottenuto l’appoggio compatto della Lega, che ha rivendicato l’impegno preso con i territori montani. “Questo disegno di legge - ha sottolineato il senatore Massimiliano Romeo - comprende misure concrete a sostegno delle terre alte lombarde e italiane. Incentivi per l’imprenditoria giovanile, contributi alla natalità, attenzione all’agricoltura e all’allevamento. Finalmente una legge che riconosce e valorizza chi vive in montagna, senza più disperdere risorse in territori che non ne hanno realmente bisogno”.
Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha salutato con entusiasmo l’approvazione del testo, definendola una “bellissima notizia”. “L’ambiente naturale delle nostre montagne lascia senza fiato - ha detto - ma viverci è duro. Serve sostegno concreto, e questa legge può offrire risposte importanti, anche in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026”.
L'emendamento "Castagna"
Non sono però mancate le critiche. Alcuni esponenti dell’opposizione hanno definito il testo “sbilanciato”, lamentando una governance troppo accentrata sul governo centrale e una scarsa attenzione alle questioni ambientali, in particolare al cambiamento climatico e alla prevenzione del dissesto idrogeologico.
Proprio in quest’ottica si inserisce l’emendamento “Castagna”, promosso dal deputato PD Stefano Vaccari, che mira a rilanciare la coltivazione e la gestione dei castagneti nei territori montani. L’obiettivo è duplice: da un lato valorizzare economicamente un prodotto storico e simbolico per molte comunità; dall’altro contrastare il degrado ambientale e il rischio idrogeologico causato dall’abbandono delle aree boschive. L’ordine del giorno accolto dal governo prevede la creazione di un fondo presso il Ministero dell’Agricoltura per finanziare interventi di recupero, manutenzione e promozione.
Sul fronte istituzionale, l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) ha accolto positivamente l’approvazione del Ddl, ma ha lanciato un appello per incrementare le risorse a disposizione, superando i 200 milioni oggi stanziati. “Si può e si deve fare di più" ha detto il presidente Marco Bussone. "Magari attingendo alle concessioni idroelettriche, autostradali ed estrattive, che spesso insistono proprio sui territori montani. La montagna non può più regalare risorse senza ricevere nulla in cambio”.
Ora la palla passa al Senato, che sarà chiamato ad approvare definitivamente il testo. Sul tavolo, però, restano alcune questioni aperte: la richiesta di aumentare i fondi, la definizione di strumenti efficaci per attuare le misure previste, e l’esigenza di un approccio più sistemico che includa anche la transizione ecologica e il rilancio delle filiere produttive locali.