La quiete della montagna. Foto Aurora Sanna.C’è sempre per ogni escursionista un libro. Parafrasando il bel titolo dell’opera di Giancarlo Bregani (C’è sempre per ognuno una montagna, Ediciclo 2019), la frase risulta molto vera in tanti contesti: quando ci si mette sui piedi per conoscere il mondo, l’approccio cambia notevolmente in base al carattere, alla disposizione d’animo, alle aspettative e agli scopi di chi si mette per via. L’importante è varcare la soglia, “entrare nella partenza”, come scrive in Alzati e cammina (Ediciclo 2014) Luigi Nacci che – pur distinguendo fra escursionismo e viandanza – del camminare ha analizzato ogni atomo di motivazione e significato più o meno profondo. Facciamo allora un giro per novità editoriali, alla ricerca di qualche spunto, come per rispondere a un’implicita domanda: dimmi che escursionista sei e ti dirò che libro leggere.
Per i cacciatori di storie
Basta che abbiate ascoltato Franco Faggiani una volta per capire che dietro ai suoi libri ci sono chilometri di sentieri percorsi magari anche in solitaria, ma con l’animo aperto all’incontro. Faggiani ha scritto anche guide (fra cui il volume 7 dedicato a Liguria e Piemonte delle Guide ufficiali del Sentiero Italia), ma è sui sentieri che nascono i suoi romanzi, grazie a persone avvicinate anche per pochi minuti, ignare quanto inesauribili fonti di idee e spunti per le pagine che verranno, dove la realtà si fonderà con la fantasia, generando storie che potrebbero essere successe davvero. Proprio questo crea quella particolare empatia nei lettori, come successo anche con Il maestro itinerante (CAI Edizioni 2025), “trovato per strada” fuori dalla porta della casa di montagna, visto che si trova in zona Escartons, e con Basta un filo di vento, ambientato nelle Langhe, nella terzina finalista del Campiello Natura (il premio verrà assegnato il prossimo 13 settembre).
L’ultimo libro è allora un omaggio proprio al sentiero come fonte di ispirazione letteraria, di guarigione fisica e mentale, di meditazione e riconnessione naturale, ma anche più concretamente come via di scambio commerciale, o di migrazioni animali nei secoli dei secoli, come segreto da violare per poter cacciare o da preservare per poter contrabbandare, da percorrere con ogni condizione meteo, di giorno ma anche di notte, ammirando il paesaggio o un muretto a secco: Verso la libertà con un bagaglio leggero (pp. 176, 20 euro, Aboca 2025) è una curiosa raccolta di “riflessioni, suggestioni, pensieri volanti, racconti di viandanti solitari in luoghi visti o immaginati”, corredata con 50 grandi fotografie a colori, testimoni di un passato da fotoreporter. Una guida interiore, sensoriale e poetica, sull’arte del camminare, un percorso che invita a scoprire i sentieri per scoprire sé stessi. Per gli escursionisti che inseguono i propri sogni e amano raccontare quelli altrui.
Considerazioni filosofiche, riflessioni profonde, pensieri su chi siamo e dove stiamo andando non sono sempre necessari e men che meno obbligatori. Ci si può benissimo accontentare, anzi, si può benissimo scegliere, di osservare un bel paesaggio semplicemente per dare il piacere allo sguardo. (…) E sempre salutare con gentilezza qualcuno che si incontra per caso lungo la via (…). Perché è così che nascono le storie.
Per chi comincia
O sei nato in montagna, oppure devi imparare un sacco di cose, un po’ perché qualcuno te le insegna, un po’ perché vorrai evitare gli errori che hai fatto, visto che non sempre potrebbe andarti bene. Parte da una considerazione incontrovertibile Giulia Negri, appena approdata in libreria con In montagna. Istruzioni per l’uso (pp. 164, 16 euro, Laterza 2025), e dal bisogno di comunicarlo anche agli altri, quasi una deformazione professionale visto che si occupa di divulgazione scientifica (per La Repubblica e Wired, fra gli altri), ma ha anche fatto una scelta di vita importante, trasferendosi in montagna dove fa (tra le altre cose) la maestra di sci. Gli argomenti trattati sono bene organizzati e approfonditi il giusto, rispetto al target dei lettori potenziali, ovvero chi si approccia all’escursionismo per la prima volta, i consigli minuziosi sono evidente frutto di esperienza personale, lo stile è molto gradevole e ironico come potrebbe esserlo quello di Irene Borgna, senza la pretesa di insegnare, bensì con la primaria esigenza di condividere. Con la consapevolezza che per imparare davvero ad andare in montagna questo libro sarà solo un punto di partenza utilissimo a capire innanzitutto se l’escursionismo fa per noi, rimanendo comunque un compendio di tutto ciò che non si può non sapere o meglio, che è meglio sapere prima di iniziare. Da regole di base che riguardano la pianificazione di un’escursione (controllare il meteo, informarsi bene sull’itinerario, vestirsi in maniera adeguata, anche in ragione dei compagni di viaggio, soprattutto se sono bambini etc.), ai consigli sulla preparazione dello zaino, dalla messa in guardia sul comportamento da tenere in caso di incontri di fauna ma anche flora e di funghi (che non sono né l’uno, né l’altro), da qualche suggerimento in merito all’utilizzo di mezzi tecnologici, a un approfondimento sul significato del rifugio (che non è un hotel di lusso in quota, e questo poi si ricollega al capitolo finale sull’overtourism), fino a un imprescindibile capitolo dedicato alla “montagna nell’era del cambiamento climatico”, per riprendere il tema del 101° Congresso Nazionale dei CAI a Roma, nel 2023. È qui che ruggisce l’anima scientifica di Giulia Negri, ma anche la sua capacità di rendere chiari concetti complessi e far parlare una lingua comprensibile a numeri e percentuali. Compaiono anche schede tecniche, come la check list da usare preparando lo zaino, o un focus sui numeri utili in caso di emergenza, o sulle app di navigazione (per quanto fin da subito dichiari che è meglio non fare mai troppo affidamento sulla tecnologia). Insomma, chi comincia, può cominciare da questa lettura.
C’è un momento preciso, quando si cammina in montagna, in cui tutto si fa silenzioso. È quell’attimo in cui ti fermi a prendere fiato, il vento smette per un istante di soffiare, ti guardi attorno e ti rendi conto di quanto sei piccolo in mezzo a tutto questo. La montagna non è solo un luogo da visitare, ma un mondo che richiede rispetto, preparazione e consapevolezza.
Per chi non si accontenta
Anche Andrea Greci avrà imparato, a scuola, la nota filastrocca “Ma con gran pena le reca giù”, che si insegnava alle elementari per aiutare i bambini a memorizzare la sequenza dei principali gruppi montuosi delle Alpi, da ovest a est, anche se Irene Borgna, nel suo bellissimo Sulle Alpi (un illustrato per bambini delle elementari da recuperare assolutamente se perso nel 2020), suggerisce di aggiornarlo a “Lisa e Marco, grazie per le reti che Bernardo cala giù”, aggiungendo ai settori alpini canonici di Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Carniche e Giulie anche Liguri, Orobie Bergamasche e Dolomiti.
Tornando alla scuola, non pensava forse il Greci bambino di pubblicare un giorno Alpi. Antologia delle grandi montagne italiane (pp. 240, 25 euro, Rizzoli 2025), un libro dedicato a tutte quelle montagne, così antiche, così piene di storia, che costituiscono la catena alpina. E che si aggiunge alle decine di guide alpinistiche ed escursionistiche pubblicate nel tempo.
Ogni capitolo è dedicato a un gruppo, a partire dal Monviso e fino al Montasio e alle Alpi Giulie, 60 storie per 15 gruppi montuosi, ciascuno aperto da un contributo d’autore: alpinisti come Manolo, Alessandro Baù, Nives Meroi e François Cazzanelli, scrittori come Enrico Camanni, Paolo Malaguti e Matteo Righetto, scienziati ed esperti come Irene Borgna e Mauro Varotto. E ciascuno chiuso da una scheda riassuntiva di numeri più e meno scontati: oltre alle quote delle cime più alte, ci sono anche quelli che fanno riferimento alle curiosità e agli aneddoti presenti nel racconto storico che Greci compone tenendo insieme i piani essenziali della narrazione sulle montagne: quello della scoperta e del significato alpinistico, quello della toponomastica locale, quello naturalistico, quello più tradizionalmente storico, o ecologico, o ancora antropologico.
Un libro importante ricco di fotografie appaganti (moltissime di Greci stesso) che soddisfa, senza saccenza, ogni genere di curiosità per chi non si accontenta di sapere le solite cose e desidera andare dentro alle pieghe delle minuzie locali dal gusto universale. Un libro che forse suggella il lavoro di una vita. A meno che non arrivi il volume sugli Appennini, dove l’autore è di casa.
Anche le vette più note, anche le montagne più celebrate assumono una nuova veste perché osservate con uno sguardo rinnovato, dove stupore e meraviglia si amalgamano alla sapienza che, in questo caso, assume il suo valore primigenio, quello cioè di “dare sapore” a ogni nostro passo.