Don Luigi Ciotti nominato Socio Onorario del CAI: “Le montagne sono le mie migliori amiche”

Durante l’Assemblea Nazionale dei Delegati a Catania, il Club Alpino Italiano ha riconosciuto l’impegno civile e sociale di don Luigi Ciotti. Un’onorificenza che unisce i valori della montagna alla lotta per la giustizia e la legalità.
Don Luigi Ciotti sul palco dell’Assemblea dei Delegati 2025 a Catania © Ufficio Stampa CAI

Durante l'Assemblea Nazionale dei Delegati del Club Alpino Italiano, in corso a Catania , è stata proposta la nomina di don Luigi Ciotti a Socio Onorario del CAI. La proposta è stata presentata da Goffredo Sottile, seguita da un componente discorso di don Ciotti, tra ricordi e contemporaneità, con un invito all’azione nei confronti dell’ambiente e della montagna.
La proposta di nomina a Socio Onorario del CAI rappresenta un riconoscimento dell'impegno di don Ciotti per la costruzione di una società più giusta e solidale, valori che il Club Alpino Italiano condivide e promuove attraverso le sue attività. La presenza di don Ciotti all'Assemblea di Catania sottolinea l'importanza di un dialogo tra le realtà associative impegnate nel sociale e quelle dedite alla promozione della cultura della montagna.

 

Don Luigi Ciotti

Don Luigi Ciotti, sacerdote torinese nato a Pieve di Cadore nel 1945, è noto per il suo impegno nella lotta contro le mafie e per la promozione della giustizia sociale. Nel 1965 ha fondato il Gruppo Abele, un'organizzazione dedicata all'accoglienza e al supporto delle persone emarginate, e nel 1995 ha dato vita a Libera, una rete di associazioni impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata e nella promozione della legalità.

 

Il messaggio di Don Ciotti

“Io vi ringrazio molto” ha detto don Ciotti. “Le montagne sono le mie migliori amiche. Ringrazierò sempre Dio e i miei genitori per essere nato nel cuore delle Dolomiti. Le montagne sono qualcosa che mi porto dentro, sono le nostre radici, un essenziale bisogno di bellezza e anche di infinito. La montagna, anche per me, è l’arte del mio cammino spirituale, che ho cercato – nei miei limiti – di percorrere.
Nella montagna, come tutti voi, ho trovato il giusto equilibrio tra l’impegno e la riflessione, tra il movimento e la pausa. Ho trovato il luogo della pace per fare i conti con la mia fragilità e con le avversità che incontriamo nel sentiero della vita. Ho sempre apprezzato, e nel mio piccolo partecipato, allo straordinario percorso della Montagna Terapia.
Ma voi mi insegnate che oggi la natura è in affanno, le montagne gridano. Sono creature vive, che vediamo in alcune realtà violentate senza pietà. Il polmone del pianeta è devastato dalle multinazionali: è la violenza più irragionevole che ci possa essere. E allora, l’avvenire è dove noi scegliamo di andare, non è un destino ineluttabile da attendere. Di fronte ai cambiamenti climatici, il tema che oggi tocchiamo con mano non è un futuro da aspettare, ma un tempo che ci chiama a unirci, ancora di più, per camminare insieme con fiducia e con coraggio.
Dobbiamo decidere che forza vogliamo dare al nostro tempo. Sono scelte possibili, non semplici. Tocca a noi scegliere dove andare. Laudato si’, il sogno di Papa Francesco, non si è ancora realizzato. Tanti ancora violentano la natura. Se la persona umana conta, ed è più importante di ogni cosa, non possiamo continuare a difendere un sistema dove le cose contano più delle persone.
La nuova direttiva europea per la tutela dell’ambiente deve essere applicata, perché gli eco-crimini sono diventati una delle principali fonti di guadagno della criminalità organizzata. E loro arrivano anche sulle nostre montagne. Arrivano mascherati, tramite società. È urgente cambiare il passo, prendere coscienza che il problema della criminalità non riguarda solo qualcuno. Le mafie oggi sono più forti al Nord, ce le troviamo anche nelle nostre valli”.