
Il G3 (7.958 metri) è stato scalato l'anno scorso da Tom Livingstone e Aleš Česen, che sono riusciti a salire in stile alpino la montagna che già avevano tentato una prima volta nel 2022 per la cresta ovest (ED+, M6, 2000 metri). La storia di questa sofferta conquista – la cordata aveva dovuto rinunciare tre anni fa a soli 150 metri dalla vetta- è ora diventata un film, dal titolo Edge of entropy. “L'entropia è una misura del caos. Entrambe le nostre menti si stavano facendo sempre più caotiche mentre scalavamo. In fisica, l'entropia è un valore che può solo crescere, mai calare... per lo meno fino alla cima”.
Il G3 fa parte di un gruppo di sette vette che si avvicinano a quota Ottomila e per arrivare al campo base di questa cima pakistana è necessaria una settimana circa di cammino. Non gode dello status “privilegiato” delle cime tanto agognate perché al di sopra della fatidica asticella, ma ha una forma invitante e l'itinerario uno sviluppo considerevole (il campo base è a quota 5.000 metri circa). “Volevamo scalare il più duro e il più a lungo possibile. La cresta è lunga un migliaio di metri, era una idea non male” spiega Livingstone. “Non avevamo sofferto abbastanza sul G4” scherza Česen.
I film segue l'andamento cronologico della spedizione, partendo dal tentativo del 2022, reso difficile e infruttuoso principalmente a causa delle condizioni meteo incontrate, con vento forte oltre le possibilità di resistere. Lo stile narrativo è semplice e disteso, permette di godere delle immagini alpinistiche registrate in un contesto così difficile senza cadere in un montaggio troppo elaborato. Il tema dell'adattamento alla quota e all'ambiente è ampiamente trattato. L'ultimo bivacco, a quota 7800 metri, viene vissuto all'adiaccio, sempre per via delle condizioni meteo che non permettono il montaggio della tenda. La cima viene toccata il giorno successivo.
La salita ha richiesto sette giorni complessivi dal campo base, in un unico tentativo. “Non puoi semplicemente allenarti per una cosa del genere” spiega Cesen nella parte finale del video. “Una scalata di questo tipo non è una semplice salita, ma il culmine di un progetto lungo cinque o dieci anni. Ci è sembrato quasi di toccare gli 8000 metri, anche se ovviamente non è stato così” chiude Livingstone.