© Philipp Hertzog - WikipediaL’appuntamento, ospitato nell’Aula Magna di Infermieristica, si concentra su due temi di grande attualità e di forte impatto per i territori montani: l’installazione di impianti per la generazione di energia rinnovabile e le prospezioni per la ricerca di materie prime critiche. Questioni delicate che pongono interrogativi complessi: la montagna, già sotto pressione per l’overtourism e altri squilibri ambientali, è in grado di reggere il peso di nuove attività industriali?
Il convegno darà spazio a voci autorevoli del panorama scientifico, istituzionale e associativo. Tra gli interventi in programma, Giancarlo Brambilla (ONTAM) illustrerà lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel PNIEC 2030 e le possibili ricadute sull’ambiente montano, mentre Laura Saracchi (ORTAM) si soffermerà sulle modalità di comunicazione e partecipazione dei cittadini nei processi di transizione energetica. Andrea Ardissone (AEG CER) porterà l’esperienza concreta della nuova Comunità Energetica Rinnovabile di Ivrea, con prospettive di espansione verso le aree collinari e montane.
Non mancheranno momenti di confronto politico e sociale: Alice De Marco, presidente Legambiente Piemonte, interverrà sulla posizione dell’associazione, mentre Giuseppe Raggi (Comitato Quattro Province) discuterà il controverso progetto dell’“eolico monte Giarolo”. Il dibattito sarà guidato da una tavola rotonda, con l’obiettivo di capire se sia possibile trovare punti di equilibrio che non alimentino ulteriori conflitti territoriali e ideologici.
La seconda giornata sarà invece dedicata al tema delle materie prime critiche, con focus su miniere, risorse e territorio. Antonio Di Grottole (ONTAM) parlerà della riapertura di cave e miniere, mentre Enrico Camanni, alpinista e scrittore, affronterà i nodi legati a overtourism, fonti rinnovabili e materie prime. Seguiranno gli interventi del presidente nazionale UNCEM Marco Bussone e di Vanda Bonardo (CIPRA Italia), che offrirà uno sguardo internazionale sull’esperienza a livello alpino.
Il convegno si concluderà con la redazione di un documento finale di sintesi, pensato come contributo da consegnare agli organi centrali e territoriali del CAI.
“La montagna è un ambiente fragile, ma anche vitale per le comunità che la abitano e per chi la frequenta. Di fronte alle sfide energetiche e ambientali del futuro, il CAI può e deve essere parte attiva, con equilibrio e senza pregiudizi”, sottolineano gli organizzatori.