Escursioni autunnali: come comportarsi in caso di incontro con il cinghiale

Una manciata di consigli su come conviene muoversi in bosco per limitare l’incontro con i cinghiali e come comportarsi in caso di incontro.

L'autunno tinge i boschi di colori caldi, in grado di trasformare una uscita in quota in una esperienza di rigenerazione per l’animo. Ma tra le sfumature del fogliame autunnale e i suoni ovattati della natura, che si prepara al riposo invernale, si celano delle insidie. In questo periodo, lungo i sentieri, è facile incontrare un abitante del bosco, goloso di ghiande e radici: il cinghiale.

La popolazione del cinghiale in Italia è aumentata sensibilmente negli ultimi decenni, soprattutto a causa di immissioni a scopo venatorio di esemplari più prolifici di provenienza balcanica. Questo ha causato il diffondersi di fenomeni di ibridazione con le sottospecie autoctone italiane (come il cinghiale maremmano e sardo). Oggi la presenza del cinghiale sul territorio è stimata tra 1 e 2 milioni di esemplari, e la loro diffusione non si limita più solo alle aree più remote, ma raggiunge spesso le zone periurbane e le strade.

Diventa dunque fondamentale per escursionisti e amanti della natura conoscere le norme di comportamento da adottare per una convivenza sicura e piacevole.

 

Meglio scappare oppure no?

Il cinghiale (Sus scrofa) è un ungulato robusto, noto per la sua elevata adattabilità e la capacità di colonizzare ambienti diversi, dalle macchie costiere alle alte quote montane. Per orientarsi nell’ambiente naturale utilizza essenzialmente due sensi: udito e olfatto. Il secondo rappresenta per il cinghiale una sorta di superpotere. Ha infatti una capacità olfattiva tra le più potenti del mondo animale, seconda solo a quello dei canidi, tanto da riuscire a fiutare cibo, come ghiande, castagne, radici e piccoli invertebrati, anche se interrato. Ragione per cui arriva spesso ai tartufi prima dell’uomo! Per scavare utilizza la tecnica del “grifo”, dal verbo “grufolare.

Il suo udito è ugualmente sviluppato. Al contrario, la vista è il senso meno sviluppato. Gli occhi, piccoli e situati lateralmente, garantiscono una buona visione periferica, ma il campo visivo frontale è estremamente limitato. Ciò che si trova di fronte al muso, appare come un punto cieco. Di conseguenza, un cinghiale che si muove in velocità, concentrato sulla sua traiettoria o a testa bassa, potrebbe non percepire immediatamente un ostacolo o una persona ferma davanti a sé.

Da questa semplice descrizione si può facilmente evincere che essere travolti da un cinghiale, nella maggioranza dei casi, non sia sinonimo di attacco. Semplicemente, ci si è trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Fatte tali premesse, andiamo ad analizzare come conviene muoversi in bosco per limitare l’incontro con i cinghiali oppure come affrontarlo nella maniera corretta.

 

In bosco con i cinghiali: come comportarsi

Il cinghiale è schivo e la maggior parte degli incontri è dovuta, come anticipato, al caso. Per limitare le probabilità di ritrovarsi faccia a muso, sulla base di quanto affermato in precedenza sulla biologia dell’animale, il consiglio principale è di fare rumore. Non camminare in silenzio. Parlare ad alta voce o picchiettare contro rocce con i bastoncini da trekking può essere utile a farsi sentire e riconoscere come elemento estraneo all’ambiente, soprattutto laddove la vegetazione sia folta, come nel caso dei boschi di faggio e quercia, tipicamente visitati dai cinghiali per l'abbondanza di cibo. 

Da tenere a mente è che il cinghiale, come dimostrano le immagini sempre più di frequente raccolte in ambiente urbano, non disdegni affatto il cibo umano, da cui è attratto mediante stimoli olfattivi. Si tratta infatti di un onnivoro opportunista. Pertanto, in caso di campeggio o bivacco, è bene non lasciare mai sacchetti di rifiuti o cibo a terra vicino alla tenda. Meglio inserire i rifiuti organici e le scorte di cibo in sacchetti robusti e agganciarli saldamente a un ramo alto di un albero, a un'altezza superiore a quella che l'animale può raggiungere. 

Se nonostante le accortezze, ci si dovesse imbattere in un cinghiale, come è meglio comportarsi? La risposta è duplice.

Qualora si tratti di un esemplare in solitaria, è bene mantenere la calma e allontanarsi lentamente, senza correre né urlare, per evitare di spaventarlo e stimolarne la fuga o l'attacco. Tenendo a mente il suo punto cieco frontale, nulla vieta infatti che nel mettersi a correre spaventato, anche senza intenti difensivi, finisca per venire esattamente nella vostra direzione. Ovviamente mai tentare di avvicinarsi o di dare cibo all’animale. No dunque alla fretta, meglio attendere che sia l'esemplare stesso ad allontanarsi dalla zona.

Il caso più delicato è quello della scrofa con cuccioli. Se si incontra una femmina con i piccoli, è opportuno mantenere le distanze e indietreggiare lentamente, anche in questo caso mai darsi alla fuga repentina. La scrofa è particolarmente protettiva, dunque può diventare aggressiva per istinto di difesa. 

Se si è in bosco accompagnati dal proprio cane, questo va tenuto rigorosamente al guinzaglio. Il cinghiale percepisce il cane, indipendentemente dalla sua taglia, come un predatore e, in presenza di cuccioli, come una minaccia. Il nostro amico a quattro zampe può dunque innescare una reazione di difesa. Il pericolo maggiore si verifica quando il cane è libero: il cinghiale viene spesso sorpreso dal cane che si avvicina inavvertitamente e, spaventato o per difesa, potrebbe cercare di caricare il cane. Spesso quest'ultimo, spaventato, corre a rifugiarsi dal padrone, attirando la carica del cinghiale direttamente sull'escursionista. Le zanne del cinghiale possono causare ferite gravissime o mortali al cane, così come all'uomo. Tenere il cane al guinzaglio limita dunque i rischi. 

 

L'Autunno e la Caccia: attenzione alle battute

La stagione autunnale coincide con l'apertura delle battute di caccia al cinghiale. Durante queste operazioni, il rischio per chi si incammini tra i boschi aumenta. 

È responsabilità dell'escursionista informarsi in anticipo presso gli uffici comunali, gli enti parco o le autorità locali sulle aree e i giorni di caccia attivi. Prestare inoltre sempre attenzione alla segnaletica: i cacciatori sono tenuti a delimitare le zone di battuta con cartelli di pericolo lungo i sentieri di accesso. Ignorare questi avvisi può mettere seriamente a rischio la propria incolumità.

Il consiglio è di scegliere percorsi alternativi o pianificare l'escursione in giorni non dedicati all'attività venatoria.