La Notte di Ferragosto sull'Etna tra grandine, stelle e fuoco - Foto Giò Giusa
Foto FB Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano
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Foto FB Soccorso Alpino e Speleologico SicilianoNell’era dell’Intelligenza Artificiale, le immagini circolate a cavallo del fine settimana di Ferragosto, ritraenti l’Etna magicamente imbiancato, a un primo sguardo avrebbero potuto destare perplessità, dando l’impressione di una nevicata in pieno agosto. Situazione non impossibile, per certo più rara di quanto in realtà accaduto. Il vulcano siciliano, è stato infatti ricoperto da un manto di grandine, che ha regalato uno spettacolo visivo ma, al contempo, ha creato qualche difficoltà agli escursionisti presenti nella zona.
Il Soccorso Alpino e Speleologico siciliano è stato impegnato in diversi interventi di recupero di escursionisti, trovatisi in difficoltà a causa del maltempo. In alcuni casi, le persone soccorse sono risultate mal equipaggiate, da cui un invito da parte del Soccorso Alpino a prestare maggiore attenzione, non solo ai bollettini meteo, ma anche alla corretta preparazione personale alle escursioni.
Escursionisti disorientati dal maltempo
Nella giornata di Ferragosto, il Soccorso Alpino siciliano è intervenuto nel recupero di due escursionisti, membri di un gruppo più numeroso, disorientati a seguito della intensa grandinata che ha interessato la zona dei Monti Sartorius, nel versante est – nord est dell’Etna. Nonostante l’assenza di coordinate precise, grazie alla profonda conoscenza del territorio, i soccorritori sono stati in grado di effettuare il recupero della coppia di escursionisti, a una quota di circa 1.700 metri.
La chiamata di soccorso è arrivata attorno alle ore 13 alla Centrale Operativa 118 di Catania. Sul posto è stata inviata nell’immediato una squadra della Stazione Etna nord, partita da Linguaglossa. In attesa dell’arrivo della squadra in loco, un tecnico del Soccorso Alpino, impegnato nella zona in altre attività, ha avviato la ricerca dei dispersi, individuandoli in breve tempo. Raggiunti dalla squadra di soccorso, i 2 escursionisti sono stati condotti, insieme al resto del gruppo, alle proprie autovetture. Infreddoliti e bagnati, ma in buona salute, i due sono stati sottoposti a un rapido controllo medico nell’ambulanza del 118 per poi rientrare con i propri mezzi.
Nel primo pomeriggio di sabato 16 agosto, il Soccorso Alpino è stato chiamato a intervenire nuovamente a supporto di escursionisti dispersi, nella zona del Rifugio Galvarina, nel versante sud-ovest dell’Etna, a una quota di circa 1.850 metri. Una squadra della Stazione Etna Sud, congiuntamente ai militari della Guardia di Finanza, ha avviato le ricerche dei 5 dispersi, di età compresa tra 29 e 34 anni, provenienti dalle provincie di Siracusa e Torino.
Il gruppo si trovava in discesa verso il Rifugio, quando è stato sorpreso da un violento nubifragio, che ha causato un disorientamento, portandoli fuori sentiero. I dispersi sono stati ritrovati, infreddoliti e bagnati, ma in buono stato di salute, quindi riportati sul sentiero e sottoposti a controlli sanitari presso l’ambulanza del 118.
Come evidenziato dal Soccorso Alpino, gli escursionisti risultavano mal equipaggiati, con abbigliamento non idoneo alla quota e alle condizioni meteorologiche. Negli ultimi giorni, l’Etna è infatti stato interessato a più riprese da nubifragi e intense grandinate, condizioni che possono esporre a rischio di ipotermia, se non correttamente equipaggiati.
Il Soccorso Alpino raccomanda pertanto di accertarsi delle condizioni meteo previste nelle aree in cui ci si intende recare, prima di intraprendere una escursione.
Grandine e lava, l’eccezionalità dell’Etna
Le grandinate, che si sono verificate nei giorni scorsi sull’Etna, non rappresentano di per sé un evento eccezionale. Si tratta infatti di un fenomeno meteorologico comune nei mesi estivi, che sta interessando negli ultimi giorni molte località italiane, dalle aree montane a quelle marittime.
Nella zona etnea può capitare di imbattersi in una espressione tradizionale, che sintetizza egregiamente le condizioni meteorologiche del periodo: “riuturi d'austu", ovvero il ribaltamento del meteo caratteristico della seconda metà di agosto.
La grandine è un fenomeno meteorologico strettamente connesso con i temporali. Questi ultimi, pur potendosi verificare durante tutto l’anno, presentano un incremento in frequenza e intensità nella stagione estiva. Alla base vi è una combinazione di due fattori chiave: calore e umidità, che rappresentano rispettivamente l’energia e il carburante alla base della formazione dei cumulonembi, ovvero delle nubi temporalesche.
Come evidenziato dal Dipartimento della Protezione Civile, le precipitazioni associate a un temporale, rappresentate da rovesci di pioggia o grandine, sono caratterizzate da “variazioni di intensità rapide e notevoli, sia nello spazio sia nel tempo”, pertanto è possibile che si verifichino scrosci intensi in maniera irregolare sul territorio.
Per quanto concerne le grandinate, queste si verificano “in particolari condizioni, quando la differenza di temperatura fra il suolo e gli strati superiori dell’atmosfera è molto elevata”. La presenza di alti gradienti termici, favorisce all’interno del cumulonembo lo sviluppo di correnti ascensionali, alla base dell’accrescimento dei chicchi di grandine che, raggiunta una dimensione, e dunque un peso, che non consenta di mantenersi in sospensione, precipitano al suolo.
A rendere però eccezionali le grandinate degli scorsi giorni sul vulcano siciliano, è stato il magico contrasto tra ghiaccio e fuoco, originato dalla comparsa, nella notte del 14 agosto, di una colata lavica in area sommitale. La nuova bocca effusiva, come riportato dall’INGV (’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), “si è aperta lungo l'allineamento delineato dalle bocche eruttive che hanno alimentato l'attività effusiva di febbraio-marzo”, nella zona compresa tra il cratere Bocca Nuova ed il Cratere di Sud-Est, a una quota stimata di circa 2.980 metri.
Un video, girato nella notte del 16 agosto e pubblicato dalle Guide Vulcanologiche Etna Nord, mostra lo spettacolo della colata lavica ancora in corso, il cui fronte ha raggiunto quota 2.400 m, senza rischi per i centri abitati. “Un fenomeno - come evidenziano le Guide - che rientra nei normali standard dell’Etna e rimane confinato alle zone sommitali”.