Everest, addio: Karl Egloff rinuncia al record sull'Everest

L'alpinista svizzero-ecuadoriano si è fermato poco prima del campo 3 a causa della meteo: "Quando hai una brutta sensazione, devi ascoltarla".
Karl Egloff al campo base dell'Everest © Facebook Karl Egloff

Il sogno di Karl Egloff si è interrotto poche settimane dopo quello del collega Tyler Andrews, che ha interrotto il suo tentativo al campo 3. Egloff si è invece scontrato contro le insidie del meteo himalayano. L'alpinista svizzero-ecuadoriano ha deciso di rinunciare al suo ambizioso tentativo di scalare l’Everest senza bombole di ossigeno quando mancava poco per raggiungere il campo 3, a oltre 7000 metri di quota.

“La sicurezza prima di tutto” ha dichiarato Egloff dopo aver fatto ritorno al campo 2. Il maltempo, in rapido peggioramento, ha infatti cambiato radicalmente le condizioni in quota: neve, vento forte e un'umidità crescente hanno fatto cambiare i piani dello scalatore. “Ho deciso di tornare indietro, ed è stata la migliore decisione possibile. Certo, all’inizio ero frustrato, dopo tutto l’allenamento e lo sforzo. Ma quando hai una brutta sensazione, devi ascoltarla. Ha poi aggiunto: “Questo dimostra ancora una volta che in montagna l’istinto è tutto. Il rispetto per la vetta viene prima di tutto.

 

Il tentativo

Il tentativo era stato programmato con attenzione. Egloff si trovava nella regione da sei settimane, alternando preparazione tecnica e acclimatazione, con una fondamentale fase di recupero a Lukla, a 2800 metri. Venerdì 23 maggio, alle 18 ora locale, era partito dal campo base per quello che sperava potesse essere il tentativo decisivo: la salita e discesa non-stop dell’Everest, senza l’uso delle bombole di ossigeno. “Il sogno della mia vita” afferma Egloff.

Nei giorni precedenti alla partenza, Egloff si era mostrato fiducioso ma consapevole delle difficoltà: “Ho fatto tutto ciò che era in mio potere e sono pronto per il giorno in cui l’Everest mi darà la possibilità. Sono nervoso e teso, ma anche molto felice di essere qui e di iniziare in perfetta forma. Già adesso sono soddisfatto: tutto ciò che verrà, sarà un bonus.

Ma il meteo, già da giorni instabile e imprevedibile, ha avuto l’ultima parola. Il team aveva studiato con attenzione i bollettini, scoprendo che un ciclone era previsto per la fine del mese: la finestra utile per l’ascesa si stava rapidamente chiudendo. Come ha raccontato Egloff in un post social: “Dopo alcuni giorni stressanti al campo base a causa del meteo instabile, abbiamo messo tutte le carte sul tavolo. Avevamo un piano e una piccola finestra. Ma questa stagione è stata meteorologicamente molto complessa, e quei giorni perfetti di fine mese non sono mai arrivati”.

Il tentativo si è poi concluso nei pressi di campo 3, quando il peggiormaento delle condizioni ha fatto decidere per un più saggio rientro verso i campi bassi. “Con molto rispetto, resilienza, umiltà e un team meraviglioso, è tempo di tornare. Everest, con il tuo permesso” ha scritto Egloff una volta rientrato al campo base, chiudendo così un capitolo che potrebbe riaprirsi nella prossima stagione.

L’Everest resta quindi sempre lì, in attesa.