Fortificazioni alpine, la memoria si ricostruisce in 3D

Un progetto europeo utilizza le tecnologie di rilievo tridimensionale per valorizzare le opere militari delle Alpi Marittime, con l'obiettivo di creare modelli digitali immersivi e accessibili a tutti.
Attività con la stazione totale per la rete di dettaglio © Aree protette Alpi Marittime

Le fortificazioni militari che punteggiano le Alpi Marittime rappresentano un patrimonio storico e identitario di grande valore, ma ancora poco conosciuto e spesso difficile da raggiungere. Opere imponenti o nascoste dalla vegetazione, simboli silenziosi di memoria e appartenenza, tornano oggi al centro dell’attenzione grazie alla tecnologia digitale e a una collaborazione transfrontaliera.

È questo l’obiettivo del progetto europeo COGNITIO-FORT, finanziato dal programma Interreg Alcotra 2021–2027, che coinvolge una rete di partner italo-francesi guidata dal Département des Alpes Maritimes. Insieme all’Ente Aree Protette Alpi Marittime, all’Unione Montana Valle Stura e al Parc national du Mercantour, il progetto mira a valorizzare il patrimonio fortificato alpino e a rafforzarne la conoscenza scientifica, strutturando un’offerta culturale di qualità accessibile a pubblici diversi.

Un ruolo centrale è svolto dal Politecnico di Torino, grazie alle competenze del Laboratorio di Geomatica per i Beni Culturali del Dipartimento di Architettura e Design e del Geomatics Lab del Dipartimento DIATI, riconosciuti a livello nazionale per l’eccellenza nelle tecniche di rilievo 3D e nell’applicazione delle tecnologie geospaziali ai beni culturali.

Negli ultimi mesi i gruppi di ricerca del Politecnico hanno condotto una serie di campagne di rilievo metrico integrato nelle Valli Stura e Gesso, finalizzate alla creazione di modelli tridimensionali accurati di diverse opere militari. Tra i siti rilevati figurano l’Opera 9 a Roaschia, le fortificazioni dell’altipiano della Bandia a Sambuco, l’Opera 6 e l’Opera 7 delle Barricate a Pietraporzio, oltre all’Osservatorio della cresta di Barel e alla Batteria (Opera 14) del Caposaldo del Becco Rosso.

Le attività, coordinate da Nannina Spanò, Francesca Matrone, Andrea Maria Lingua, Giacomo Patrucco e Paolo Maschio, si sono svolte in collaborazione con l’Unione Montana Valle Stura e con il coinvolgimento degli studenti del Team DIRECT, che hanno potuto sperimentare sul campo tecniche avanzate di rilievo in contesti montani complessi.

Per la raccolta dei dati sono stati utilizzati strumenti altamente specializzati: stazioni totali e ricevitori GNSS per la georeferenziazione, laser scanner terrestri, sistemi di mappatura mobile e droni per il rilievo dettagliato di esterni e ambienti sotterranei, spesso non accessibili al pubblico. In laboratorio, i dati vengono elaborati tramite tecniche di laser scanning e fotogrammetria.

Il risultato atteso è una ricostruzione tridimensionale completa delle fortificazioni, capace di restituire in modo realistico e immersivo la complessità architettonica e paesaggistica delle opere. Le nuvole di punti, i modelli 3D e le tavole CAD prodotte costituiscono inoltre strumenti fondamentali per amministrazioni, enti gestori e associazioni impegnate nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio.

“Questa collaborazione – sottolineano l’Unione Montana Valle Stura e APAM – rappresenta un passo fondamentale verso la creazione di una conoscenza digitale condivisa del nostro patrimonio fortificato, capace di unire ricerca, innovazione e accessibilità culturale”.