La frana di Borca di Cadore tra le case, in una foto dei Vigili del Fuoco © Vigili del FuocoUna colata di fango e detriti ha travolto nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 giugno la località di Cancia, nel Comune di Borca di Cadore (Belluno), causando l’isolamento temporaneo del paese e la chiusura della statale 51 di Alemagna. L’evento, classificato come frana di grande portata, ha riversato a valle un volume stimato provvisoriamente in oltre 100mila metri cubi di materiale, con 30-40mila già arrivati nel centro abitato e altri 60-70mila ancora incombenti. Ad innescare la frana le forti precipitazioni. In appena mezz'ora sono infatti caduti oltre 50 millimetri di pioggia: un dato eccezionale che ha innescato un vero e proprio fiume di fango, detriti e massi.
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato lo stato di emergenza già lunedì mattina, alla luce dei danni ingenti a infrastrutture e abitazioni. “Ora è fondamentale concludere le prime operazioni di emergenza per procedere a una ricognizione dettagliata dei danni e pianificare gli interventi necessari a mettere in sicurezza il territorio”.
Al momento, la strada statale Alemagna rimane chiusa, anche se si valuta una possibile riapertura parziale a senso unico alternato. I lavori di sgombero, affidati ad ANAS e Protezione Civile, proseguiranno almeno per una ventina di giorni. Intanto la priorità è garantire la sicurezza degli abitanti, monitorare il fronte instabile e verificare l'efficienza delle infrastrutture di contenimento realizzate in passato.
Il mancato funzionamento del sistema d’allarme
Ad aggravare la situazione è stato il malfunzionamento del sistema di allarme automatico, progettato proprio per avvisare la popolazione in caso di frane. Secondo quanto riferito dal sindaco di Borca di Cadore, Bortolo Sala, l’allarme non è scattato a causa di un’interruzione della corrente elettrica. È stato lo stesso primo cittadino ad attivarlo manualmente: “Mi sono precipitato sul posto e ho azionato il sistema a mano” ha dichiarato.
Nelle ore successive, squadre dei Vigili del Fuoco, Protezione Civile, tecnici dell’ANAS e amministratori locali hanno attivato un’unità di crisi per gestire l’emergenza. Non si registrano feriti o danni interni alle abitazioni, ma diverse famiglie sono state costrette a lasciare le proprie case, accolte da amici o parenti.
La storia della frana: il precedente del 2009
La frana che ha colpito Borca di Cadore riporta alla memoria un tragico evento del 2009, quando una colata di detriti investì lo stesso versante causando la morte di una donna e di suo figlio. Da allora furono investiti oltre 4 milioni di euro in opere di protezione e sistemi di allarme. A differenziare quanto accaduto in questi giorni la dimensione della colatache ha superato in volume quello del 2009, e il fatto che la frana di quest’anno ha raggiunto il centro abitato mentre quindici anni fa si era fermata più a monte.
Quel disastro portò anche a un ripensamento urbanistico dell’area: una delle zone oggi colpite era stata candidata ad accogliere il villaggio olimpico per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, ma proprio Bottacin e altri amministratori avevano già segnalato il rischio idrogeologico. La proposta è stata poi abbandonata, anche a seguito di pareri tecnici che ne sconsigliavano l’edificazione in un’area ritenuta a pericolosità elevata.