Freerider Flash per Barbara Zangerl, ora c'è il video

Il film racconta l'impresa con uno sguardo attento e una sensibilità che conquista. La testimonianza di Honnold - che l'aveva salita in free solo- è disarmante: "Per riuscire è importante sviluppare un senso di indifferenza"
Babsi su Freerider © B. Zangerl, J. Larcher

Lo scorso autunno, Barbara Zangerl ha fatto la storia a El Capitan, flashando Freerider, la leggendaria via dei fratelli Huber (VI, 5.13a). “Babsi” è riuscita a scalare tutti i 31 tiri della via (un chilometro in verticale), in un singolo push. Non è mai caduta, e se stiamo scrivendo una ovvietà dal punto di vista terminologico, si tratta di una vera e propria impresa sotto il profilo della scalata. L'avventura fisica e mentale di Barbara e Jacopo (che era con lei, anche se non è riuscito nella libera one push della via), è diventata ora un bellissimo film, girato da Eric Bissel e distribuito da Black Diamond. Alla pellicola ha partecipato anche Alex Honnold, che nel 2017 ha salito in free solo l'itinerario, una impresa sostanzialmente incomprensibile per noi semplici esseri umani.

Al di là della bellezza del film, che invitiamo a vedere integralmente, bastano alcuni passaggi iniziali per far comprendere lo spessore di un video davvero coinvolgente.

Il film entra nel vivo dell'azione con la sequenza girata sulla cosiddetta Freeblast slab, una placca sostanzialmente senza mani, con un grado (5.11b) che si avvicina al nostro 6c+6c+. Una inquadratura dall'alto immortala Babsi sulla liscia lavagna di granito. Il racconto dell'esperienza è semplice e diretto, così come la testimonianza di Honnold. "La cosa che devi tenere a mente sulla Freeblast slab è che sei sul El Cap, in questo immenso oceano di granito...e ci sono spit qua e là salendo, ma non li usi nemmeno tutti. Non sei fedele alla linea, esattamente, se sei lì per la prima volta. E se sei lì per la prima volta, ti chiedi costantemente: dove dovrei andare, da questa parte o da un’altra? (…) Non è per niente intuitivo".

Se lo dice Alex c'è da credergli e di fatto Barbara conferma il senso di spaiamento che si prova in mezzo a quel mare di roccia. "Ho aspettato parecchio. Guardavo a sinistra, guardavo a destra, ma non vedevo niente, nessun segno di magnesite. Pensavo di dovere andare a sinistra perché a sinistra c’era uno spit, ma poi ho provato e ho avuto la sensazione che...ca**o, questo è duro...e ho dovuto disarrampicare. Ho avuto fortuna, ma è stata la prima volta che sarei davvero potuta cadere".
Barbara poi risolve il problema con  un enorme sangue freddo e rivolge ad Alex la più naturale delle domande. “Holy f**k, come hai fatto a farla in solo?”. Jacopo conferma la difficoltà della placca: "Mi sentivo freddo e arrugginito all'inizio e lì non puoi compensare con la forza". Honnold infine spiega come è possibile "passare". Lo dice come fosse un gioco da ragazzi, ed è per questo che si capisce che è un marziano: "Per performare al massimo devi coltivare un senso di indifferenza. Se il piede scivola, tu devi semplicemente metterlo lì, crederci e fare la mossa. Ma se ci tieni troppo, le aspettative salgono e con esse la pressione".
Avete capito, giusto? Ora la Freeblast slab non ha più segreti...scherzi a parte, il film è davvero bello, e nel suo proseguimento offre tanti altri spunti che sarebbe un peccato svelare qui.

 

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