Fulmini in montagna
Nubi in avvicinamento - Foto Tatiana Marras
Rannuvolamenti pomeridiani - Foto Tatiana Marras
Nubi in avvicinamento - Foto Tatiana Marras
Nubi in avvicinamento - Foto Tatiana MarrasNel pomeriggio di domenica 26 luglio, la squadra del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Emilia Romagna, stazione Monte Cimone, è intervenuta su Cima Tauffi (1.799 m), nel comune di Fanano (MO), per soccorrere un escursionista colpito da un fulmine. Al momento dell’incidente il 35enne, originario di Pistoia, stava percorrendo in discesa il sentiero GEA 00 da Cima Tauffi (1.799 m) verso Fanano, insieme a un amico. È stato il compagno di escursione ad attivare immediatamente i soccorsi, intervenuti con un elicottero del 118 mediante il quale la vittima è stata trasportata all’Ospedale Maggiore di Bologna, cosciente e con codice di media gravità.
L'episodio accaduto porta a riflettere su quanto i fulmini siano un pericolo da non sottovalutare, soprattutto nella stagione estiva.
I fulmini in estate
Il fulmine è un fenomeno atmosferico che può manifestarsi, potenzialmente, in ogni mese dell’anno. Ma è nella stagione estiva che, ai frequentatori della montagna, si consiglia più vivamente di prestarvi attenzione. Si caratterizza per due componenti: il lampo e il tuono, rispettivamente manifestazione visibile e udibile di una scarica elettrostatica che si verifica all’interno di un cumulonembo (nube temporalesca), tra la nube e l’aria o tra la nube e il suolo. La tipologia di fulmini che rappresenta un pericolo durante le escursioni in quota, è del terzo tipo, ovvero una scarica elettrica tra nube e suolo.
Nella stagione estiva, in conseguenza del riscaldamento diurno, si assiste generalmente al progressivo sviluppo di cumulonembi nel corso della prima metà della giornata, e al manifestarsi di temporali nelle ore pomeridiane e serali. Rovesci che, a confronto con i fenomeni dei mesi invernali, risultano solitamente più localizzati e intensi. Ne consegue che una escursione avviata sotto il cielo sereno di prima mattina, possa trasformarsi potenzialmente in una situazione di pericolo con il trascorrere delle ore.
Essere colpiti da un fulmine è considerato un evento raro. Ma come dimostra il caso in oggetto, è sempre opportuno prevenire. I danni da folgorazione, diretta o indiretta, accanto al caso estremo della morte, possono infatti essere molteplici, quali danni al sistema nervoso o lesioni anche gravi, quali ustioni, traumi da caduta, danni a occhi e udito.
Fulmini in montagna: come comportarsi
La Protezione Civile ha stilato una lista di suggerimenti per diminuire i rischi connessi ai fulmini, suddividendo le casistiche in “prima” e “durante” il temporale. Un vademecum da tenere sempre a mente in fase di organizzazione e gestione di una escursione.
Prima dell'arrivo del temporale: verificare sempre le previsioni meteo sui bollettini ufficiali. La precisa localizzazione di un temporale è difficilmente prevedibile, pertanto è bene integrare i bollettini con una osservazione diretta del cielo in tempo reale. In caso di identificazione di segnali precursori (es. un cumulonembo in accrescimento verticale in una giornata calda e afosa), è opportuno rivedere i piani e valutare un rientro anticipato. O modificare l’itinerario per raggiungere un luogo sicuro, soprattutto se si iniziano a udire tuoni, segnale che il temporale si trovi a pochi chilometri. Meglio eccedere che peccare di prudenza.
All'arrivo del temporale: durante un temporale con fulmini, nessun luogo all'aperto è completamente sicuro. La priorità è raggiungere rapidamente un riparo al chiuso. E attendere almeno 30 minuti dopo l'ultimo tuono prima di uscire. I fulmini colpiscono più facilmente oggetti alti, sporgenti o appuntiti, indipendentemente dal materiale (quindi anche una persona in un campo aperto). Qualora ci si trovi all’aperto, è essenziale allontanarsi da alberi, pali o altre strutture isolate e cercare di non essere il punto più alto.
Ricordiamo che il metallo non attira i fulmini ma è un ottimo conduttore. Dunque è fondamentale stare lontani da grandi oggetti metallici estesi (come recinzioni o vie ferrate) e dall'acqua, in quanto elementi che possono condurre la corrente. Nel caso in cui ci si trovi su creste o vette, bisognerebbe cercare di scendere il prima possibile. Così come allontanarsi da percorsi attrezzati con funi metalliche. In caso di uscita in gruppo, è consigliabile mantenere una distanza di 10 metri, per evitare la cosiddetta “corrente di passo”. Se ci si rifugia in una grotta, è necessario restare a distanza dalle pareti e dall’ingresso. Se non si ha modo di trovare riparo, il suggerimento è di adottare la posizione di sicurezza: accovacciarsi a piedi uniti, con la testa tra le ginocchia e le mani sulle orecchie, per ridurre la superficie di contatto con il terreno e la propria altezza dal suolo.
Il consiglio dei consigli, per la stagione estiva, è prevedere di partire presto e rientrare in anticipo.