Il campo base
Il campo allestito a 6600 metri
Da sinistra il fotografo, Ettore Zorzini, Federico Secchi, gabriele Carrara e Leonardo Gheza, insieme ai cuochi della spedizione. Sullo sfondo il Laila Peak. Foto scattata durante il rientro
Leonardo Gheza, Federico Secchi e Gabriele Carrara al campo base, consultano le previsioni meteo
Il campo base, ai piedi del Gasherbrum IVNevicate abbondati e meteo instabile hanno portato alla chiusura della spedizione di Federico Secchi, Leonardo Gheza e Gabriele Carrara al Gasherbrum IV. I tre, con il sostegno del Club Alpino Italiano, avevano come obiettivo la prima ripetizione della via Bonatti-Mauri alla montagna, aperta nella storica prima salita del 1958.
“Eccoci di ritorno dal Pakistan dopo 40 giorni e più di 200 chilometri torniamo a casa stanchi ma ricchi di nuove esperienze e nuove amicizie” scrivono. “Il Gruppo dei Gasherbrum è un posto veramente incredibile! Purtroppo il meteo e le condizioni non si comandando, sapevamo che il progetto in stile alpino era ambizioso. Tante energie sacrifici e allenamento, ma fa parte del gioco, il primo obiettivo alla fine é sempre quello di tornare a casa”.
La spedizione
Dopo il lungo ma suggestivo trekking di avvicinamento, attraverso la valle del Baltoro, gli alpinisti erano positivi. Il cielo era sereno e la meteo stabile. Raggiunto il campo base, il primo luglio, sotto l’imponente mole del Gasherbrum IV hanno ininziato l’acclimatazione. Dal 4 luglio, però, le condizioni meteorologiche sono divenute instabili, iniziando a creare le prime difficoltà nella progressione. Ma la motivazione era ancora alta così, dopo qualche giorno di attesa, una nuova finestra permette ai tre alpinisti di muoversi attraverso la seraccata terminale. “Abbiamo provato a superarla seguendo un evidente pendio, che però si è rivelato uno scivolo di ghiaccio duro che ci ha richiesto dieci ore di progressione”.
In una seconda rotazione Secchi, Gheza e Carrara hanno provato ad aggirare la seraccata passando per la parte bassa del vicino Gasherbrum II, riuscendo così a raggiungere i 6600 metri, dove hanno passato la notte, con l’obiettivo di proseguire il mattino seguente fino ai 7000 metri. “Peccato però che le previsioni meteo in nostro possesso si siano rivelate sbagliate”. Al mattino un drastico peggioramento delle condizioni ha portato i tre alla decisione di rientrare al campo base.
Seguono giornate con abbonanti nevicate e notizie poco rassicuranti, come la cancellazione delle spedizioni commerciali presenti al vicino Gasherbrum II. “È stata una notizia abbastanza pesante per il nostro umore”.
“Con tutta quella neve e solo in tre a battere traccia sarebbe stato praticamente impossibile” commenta Federico Secchi. “La seraccata è abbastanza pericolosa, quando nevica lì sei soggetto a valanghe. Abbiamo provato a immaginare tempistiche nuove e soluzioni differenti, ma tra la notizia della chiusura delle commerciali e le tempistiche che avrebbe assunto la spedizione avremmo sforato di parecchi giorni. Ci abbiamo provato e fatto tutto quello che potevamo fare”.