Gatto selvatico europeo, un prezioso avvistamento nell'Appennino Pistoiese

Dall'Oasi Dynamo, riserva naturale affiliata al WWF di San Marcello Piteglio (PT) arriva la conferma della presenza del più piccolo felino selvatico europeo nell'Appennino Pistoiese.

Dalla Toscana arriva una notizia di particolare rilievo per la biodiversità regionale e nazionale: l'Oasi Dynamo, una riserva naturale affiliata al WWF, che si estende per oltre 1.000 ettari nel Comune di San Marcello Piteglio, ha confermato la presenza del gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris) sull'Appennino Pistoiese. Un prezioso avvistamento che non è solo la dimostrazione della vitalità degli ecosistemi locali, ma un indizio dell'espansione della specie lungo l'Appennino, verso le regioni settentrionali.

 

Un lungo lavoro di monitoraggio

 

L’avvistamento del gatto selvatico, annunciata ufficialmente dall’Oasi lo scorso 1 dicembre, è il culmine di un lavoro di monitoraggio avviato anni fa all’interno della Riserva. Il primo indizio della presenza tra i boschi del Pistoiese dell’elusivo felino selvatico, risale a marzo 2022, quando una fototrappola registrò il passaggio di un potenziale esemplare

Come evidenziato dall’Oasi, distinguere il gatto selvatico dal comune gatto domestico non è affatto semplice. “Esistono quattro metodi complementari, dei quali solo due – l’analisi del mantello e quella genetica – possono essere applicati a individui vivi”.

Attualmente l'identificazione della specie entro il territorio della Riserva si basa su analisi accurate del materiale raccolto nel tempo mediante fototrappolaggio. Le prime immagini ottenute nel 2022 furono condivise con Andrea Sforzi, direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma e referente nazionale del progetto di monitoraggio sul gatto selvatico. 

Il Dottor Sforzi confermò l’identità della sottospecie, grazie soprattutto alla presenza di tratti distintivi di Felis silvestris silvestris, come la grande coda inanellata, la striatura del mantello e la netta demarcazione tra dorso e fianchi.

Queste prime documentazioni rappresentavano una segnalazione di grande importanza, poiché attestavano per la prima volta la presenza della specie nella porzione più settentrionale della Toscana, al di fuori dunque dell’area di nota distribuzione, circoscritta principalmente alle Foreste Casentinesi.

A seguito della scoperta, è stato avviato un monitoraggio continuativo mediante fototrappole, con periodico caricamento dei video registrati sul portale del progetto nazionale. Grazie alla collaborazione con il Dottor Sforzi, è stato possibile classificare mediante analisi fenotipiche, almeno tre individui con caratteristiche compatibili con il gatto selvatico europeo.

Recentemente, a integrazione del monitoraggio con fototrappole, è stata avviata una collaborazione con il fotografo e guida ambientale Pietro Bartoli, che ha permesso la installazione di una reflex trap ad alta definizione, in grado di documentare abitudini notturne e comportamenti più nascosti degli esemplari. Uno strumento che consentirà di aumentare le informazioni finora disponibili, rafforzando in modo decisivo le evidenze raccolte negli ultimi due anni. 

Parallelamente, l'Oasi ha introdotto un protocollo di hair-trapping non invasivo (giugno 2023) per raccogliere campioni di pelo mediante installazione di paletti in legno, rivestiti di nastro biadesivo e trattati con una sostanza a base di erba gatta, in grado di attirare i gatti e indurli a strofinarsi. Le future analisi genetiche, potranno fornire un’ulteriore conferma scientifica dell’identità della specie.

 

Il gatto selvatico in Italia: un piccolo felino a rischio

Il gatto selvatico europeo è un felino elusivo, indicatore prezioso della salute degli ambienti forestali, ed è rigorosamente protetto da leggi nazionali e direttive europee. Si distingue dal cugino domestico per la corporatura più robusta, le dimensioni leggermente maggiori e, in particolare, per la folta coda mozza a sezione cilindrica, che termina con un apice nero e un paio di anelli scuri ben marcati.

Il Felis silvestris silvestris è una sottospecie rara di gatto selvatico (Felis Silvestris) che vive a basse densità nel nostro Paese. Cacciatore efficiente, si sposta soprattutto di notte e predilige habitat forestali, in particolare di latifoglie. In Italia, la sua popolazione appare frammentata, con una distribuzione concentrata in due nuclei principali: uno nel Sud e Centro, dall'Aspromonte fino agli Appennini centrali, e uno nelle Alpi orientali, tra Friuli e Trentino. È presente anche in Sicilia, mentre in Sardegna è presente una diversa sottospecie, quella africana (Felis silvestris lybica), introdotta sull’isola nell’antichità. 

In Italia purtroppo mancano dati precisi sulla dimensione della popolazione, ma si stima la presenza di poche migliaia di esemplari. L'avvistamento nell'Appennino Pistoiese è un dato cruciale che testimonia un'espansione o una ricolonizzazione in un'area ritenuta ai margini del nucleo appenninico, sottolineando l'importanza degli sforzi di tutela in atto.

Nei secoli scorsi, il gatto selvatico europeo ha subito un drastico declino dovuto principalmente alla persecuzione diretta da parte dell'uomo e alla perdita di habitat. Oggi, nonostante i segnali di una possibile espansione verso Nord, la popolazione resta fortemente vulnerabile. L'uomo continua a essere la principale fonte di rischio, sia direttamente che indirettamente. 

Tra le minacce antropiche, l'interazione con i gatti domestici randagi e vaganti è di primaria importanza, poiché l'ibridazione genetica che ne deriva può compromettere l'integrità della sottospecie selvatica. A ciò si aggiungono ulteriori rischi come la trasmissione di malattie dai gatti domestici e la frammentazione dell'habitat. Infine, la popolazione subisce perdite significative a causa di incidenti stradali e del bracconaggio.

"La conferma della presenza del gatto selvatico europeo – afferma Giulia Santalmasi, responsabile dei progetti di ricerca, educazione e conservazione di Oasi Dynamo è il risultato di un lungo lavoro di monitoraggio e collaborazione scientifica, ma anche di una visione che mette la tutela della biodiversità tra gli obiettivi principali della nostra riserva. Un risultato importante non solo per Oasi Dynamo, ma per tutto il territorio, che ci spinge a proseguire con ancora più convinzione nel coinvolgere la comunità in un percorso di conoscenza e conservazione condivisa. Per questo, da molti anni ormai, affianchiamo al monitoraggio tecnico attività educative e divulgative, fondamentali per costruire consapevolezza e promuovere una cultura ambientale.” 

L'Oasi Dynamo affianca infatti alla ricerca scientifica attività educative e divulgative, promuovendo iniziative di sensibilizzazione. Un approccio che dimostra la volontà di coinvolgere il vasto pubblico nel processo di conservazione, per garantire un futuro a questa e ad altre specie rare che popolano gli ecosistemi appenninici.