Vedretta d'AmolaLa stagione delle misurazioni si chiude con un dato che parla da solo: 18,5 metri di arretramento medio sulle fronti glaciali del Trentino. In alcuni casi la perdita raggiunge i 30–33 metri, mentre la superficie complessiva delle aree glacializzate – appena un decennio fa pari a 30 km² – è scesa intorno ai 20 km². Sono numeri che la Campagna Glaciologica 2025, presentata oggi dalla SAT, affianca a un altro tassello significativo: il nuovo progetto dei Sentieri glaciologici virtuali, pensato per raccontare l’evoluzione dei ghiacciai attraverso immagini, storia e contesto ambientale.
Il quadro è critico, in linea con quanto osservato negli ultimi anni: 14 metri di arretramento nel 2024, 26 nel 2023, 51 nel 2022. Un trend che si inscrive nella dinamica osservata a scala alpina. In videocollegamento, Valter Maggi, presidente della Fondazione Glaciologica Italiana, ha rimarcato che “i bilanci di massa e le misure frontali mostrano che i ghiacciai italiani sono in forte crisi”. Maggi ha ricordato che solo nel settore occidentale le grandi quote permettono ancora la sopravvivenza di corpi glaciali, “anche se sempre più confinati alle altitudini maggiori”, mentre nelle Alpi centrali e soprattutto orientali molti ghiacciai sono ormai scomparsi.
Un contesto che rende ancora più preziosa l’attività della Commissione Glaciologica SAT, richiamata dal presidente Cristian Ferrari come una parte centrale dell’impegno dell’associazione nel documentare la trasformazione dell’ambiente alpino. “Misurare la neve accumulata, le giornate calde, le fasi fredde ci permette di capire lo stato di salute delle nostre montagne”, ha dichiarato. Il 2025, proclamato Anno Internazionale dei Ghiacciai, coincide con un rafforzamento delle iniziative SAT, dalla mostra Freeze the Future al libro Ghiacciai del Trentino, fino all’avvio del nuovo Centro Glaciologico alla diga del Careser, realizzato con Provincia e Parco dello Stelvio.
Sul fronte operativo, la campagna 2025 ha coinvolto venti operatori volontari, impegnati nel monitoraggio di sedici ghiacciai: nove nel gruppo Adamello–Presanella, due nelle Dolomiti di Brenta, due sulla Marmolada, due nelle Pale di San Martino e uno nel gruppo del Cevedale. Il presidente della Commissione Glaciologica SAT, Enrico Valcanover, ha illustrato come tutti i ghiacciai misurati siano in arretramento, con valori compresi tra 1 e oltre 30 metri. Le osservazioni evidenziano perdite di spessore nelle zone frontali, calderoni glaciali, finestre rocciose: segnali inequivocabili della sofferenza in atto. In alcuni casi, come alla Presanella o alla Vedretta de La Mare, le fronti si sono ritirate in settori non più raggiungibili in sicurezza.
In questo scenario, i droni stanno diventando strumenti decisivi. Valcanover ha spiegato che l’acquisizione fotogrammetrica consente modelli tridimensionali delle fronti anche in punti impervi. Sul Mandrone, il confronto tra i rilievi di giugno e ottobre ha mostrato una perdita di spessore tra i 3 e i 7 metri in soli quattro mesi. Accanto alle misure sul terreno prosegue il monitoraggio satellitare: è stato completato il Catasto dei ghiacciai trentini aggiornato al 2023, curato da Francesca Vallongo e Massimo Santoni, che conferma la drastica riduzione della superficie ghiacciata.
Il progetto dei Sentieri glaciologici virtuali aggiunge una dimensione innovativa: attraverso le fotografie raccolte dagli operatori, sarà possibile percorrere digitalmente gli itinerari glaciologici e seguire l’evoluzione stagionale dei ghiacciai, scoprendone struttura, storia e trasformazioni. Una modalità che amplia le possibilità di divulgazione, tanto più preziosa in un periodo in cui molti ghiacciai sono sempre meno accessibili.
La direttrice Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Lunelli, Camilla Lunelli, ha sottolineato il valore della collaborazione con SAT, ricordando il legame tra Acqua Surgiva e i ghiacciai trentini: “Surgiva è da sempre legata ai ghiacciai, a cui deve la purezza della sua acqua. Per questo sosteniamo l’impegno della SAT: monitoraggi costanti e sentieri virtuali aiutano a comprendere l’evoluzione dei ghiacci e a diffondere consapevolezza sul cambiamento climatico”.
Le attività della Commissione Glaciologica non si esauriscono con la campagna annuale. Nel 2025 sono state realizzate quindici uscite con sezioni SAT, scuole e parchi, affiancate dall’inaugurazione del nuovo Centro Glaciologico del Careser. Prosegue inoltre la collaborazione scientifica con Provincia, Università di Trento, Servizio Glaciologico Lombardo e MUSE per i bilanci di massa sui ghiacciai del Careser, della Vedretta de La Mare e del Mandrone, insieme alla pubblicazione di materiali divulgativi, serate pubbliche e incontri tecnici.
È un lavoro complesso, continuo, che richiede metodo e visione. E che, soprattutto, pone davanti agli occhi di tutti una realtà che corre più veloce della nostra capacità di immaginarla: i ghiacciai del Trentino stanno cambiando in modo irreversibile. Raccontarlo con rigore non è solo una responsabilità scientifica, ma un dovere verso la montagna e le comunità che vivono il suo territorio fragile.