Le condizioni estive hanno favorito le operazioni
Il sistema è lungo 10 chilometri
La giunzione dei due cordini @ Gruppo Grotte Brescia
Il collegamento è avvenuto tra domenica e lunedì
A 31 anni dalle prime esplorazioni la Grotta di Aladino e il Fontanone sono ora collegati @Gruppo Grotte BresciaTra il 17 e il 18 agosto, in Val Daone, lo speleosub Luigi Casati, supportato dal Gruppo Grotte Brescia, è riuscito a collegare la Grotta di Aladino alla sua sorgente, il Fontanone. A 31 anni dalle prime esplorazioni, il percorso ora fa parte di un unico sistema sotterraneo di ben 10 chilometri e 400 metri di dislivello. Il tratto sommerso che le unisce si è infatti rivelato essere un solo sifone, lungo un chilometro e con una profondità massima di 53 metri.
Scavata in una lente di marmo imprigionata nel granito dell’Adamello, la Grotta di Aladino è stata esplorata per 9 chilometri di sviluppo e 350 metri di profondità dal Gruppo Grotte Brescia a partire dal 1994. La prima parte della cavità era già nota ai locali come riparo per la pastorizia e ai tempi della prima guerra mondiale era stata adattata a postazione bellica. Matteo Rivadossi ci ha trasmesso alcune note di carattere storico che qui riportiamo sinteticamente. "L'alpinista sudtirolese Gerold Moroder nel 1993 fu il primo a curiosare oltre la Sala del Ghiaccio: scese una condotta inclinata scoprendo che la grotta continuava per pozzi e meandri. In quell'occasione raggiunse i 200 metri di profondità. Negli anni a seguire le esplorazioni proseguirono, anche subacquee, nel tentativo di collegare la grotta con la sorgente del Fontanone situata un chilometro più a nord, ma già sul versante della Val Redoten. I boscaioli del posto tra l'altro già sapevano che il sistema era unico, avendo osservato che la segatura buttata nel torrente del Casinei usciva dal Fontanone stesso. Il primo a superare il sifone della sorgente fu il forte speleo fiorentino Gianni Guidotti che scoprì anche la sua prosecuzione aerea fino alla stretta partenza di un secondo sifone. Da allora vari speleosub, tra tutti il fuoriclasse Luigi Casati, di Lecco, si sono alternati nel superamento di diversi sifoni, partendo sia dal basso che dall’alto, sfidando freddo ed oscurità pur di rendere percorribile questa ipotetica traversata".
Nell’autunno del 2024 il Gruppo Grotte Brescia ha organizzato una imponente campagna esplorativa e lo speleosub sloveno Simon Burja è riuscito a percorrere un sifone lungo ben 600 metri, fino alla profondità massima di 53, senza mai emergere. Per riuscire in ulteriori progressi si è dovuto però attendere l'estate di quest'anno, con condizioni idriche più favorevoli, che hanno permesso a Gigi Casati di puntare alla realizzazione del collegamento. Domenica 17, al Fontanone, il giovane Andrea Scipioni ha trasportato il materiale oltre il primo sifone, ha riattrezzato un paio di cascate e soprattutto ha verificato l’accessibilità al secondo sifone. Dopo un violento temporale che ha messo a rischio la riuscita dell'impresa, Gigi ha proseguito nel trasporto materiali fino al secondo sifone con Alessandro Noferi e Paolo Lenaz.
Il giorno successivo la squadra di portatori per l’ennesima volta ha trasportato la pesante attrezzatura dei tre subacquei fino al fianco della cascata da 10 metri e per vari traversi fino al primo sifone, passando quindi l'onore e l'onere dell'esplorazione a Casati. "Dopo una lunga attesa di 7 ore è uscito Gigi - spiega Rivadossi-. Ci ha consegnato il suo svolgi-sagola a cui per magia c’èra legato un pezzo di filo giallo fluo. Inequivocabile che fosse di Simon, lasciato alla fine dei suoi coraggiosi 600 metri lo scorso autunno".
Con i 400 metri percorsi da Casati, di cui 180 nuovi, gli speleologi hanno coperto il chilometro allagato che separava Aladino dal Fontanone. La particolarità della Grotta di Aladino è il fatto che si apre in un territorio non classicamente carsico, tra pareti di granito davvero lontane da qualsiasi circuito speleologico: la lente di roccia che la contiene è di fatto marmo, notoriamente molto erodibile e corrodibile dall’acqua. Il complesso Aladino–Fontanone ha ora uno sviluppo di 10 km e un dislivello di 400 metri, presentando ancora vari punti interrogativi che saranno oggetto di future esplorazioni.