Giornata Internazionale della Montagna: la conoscenza come strumento di tutela

L’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai riporta l’attenzione sulle trasformazioni in corso nelle terre alte. Dati chiari e divulgazione affidabile diventano strumenti essenziali per interpretare un cambiamento già in atto.

Le montagne sono “infrastrutture naturali” da cui dipende una parte decisiva della stabilità climatica e idrica dell’Italia e dell’Europa. L’11 dicembre, Giornata Internazionale della Montagna, richiama ogni anno l’attenzione su questi sistemi fragili e strategici. Nel 2025 la ricorrenza assume un peso particolare perché coincide con l’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai, un appuntamento globale che mette al centro uno degli indicatori più affidabili del cambiamento climatico. Oggi osservare le montagne significa soprattutto osservare lo stato dei loro ghiacciai: riserve d’acqua, archivi climatologici e “sensori naturali” che stanno registrando trasformazioni senza precedenti.

Le evidenze scientifiche disponibili delineano infatti una tendenza chiara. Secondo i dati le Alpi hanno perso oltre il 50% della loro superficie glaciale dal 1900. Inoltre, più del 90% dei ghiacciai italiani ha un’estensione inferiore a 0,5 km², una dimensione che li rende particolarmente vulnerabili ai cambiamenti termici e alle variazioni di precipitazione. Questi sistemi glaciali costituiscono una riserva strategica: regolano le portate estive dei fiumi, sostengono agricoltura e produzione idroelettrica e influenzano la biodiversità di valle.

Nel 2025 si è registrato un passo in avanti sul piano programmatico, grazie al Manifesto dei Ghiacciai. Promosso da enti scientifici e associazioni internazionali e sottoscritto anche dal CAI, propone tre direttrici di intervento basate su dati e ricerca: una governance transfrontaliera delle risorse idriche montane, il rafforzamento del monitoraggio glaciologico e politiche di mitigazione e adattamento che integrino la conoscenza scientifica nella pianificazione territoriale. La logica è superare una gestione frammentata: i ghiacciai sono sistemi che attraversano confini amministrativi e richiedono coordinamento tra Stati e regioni alpine.

Il ritiro dei ghiacciai non è più considerato un tema marginale. L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) segnala che l’arco alpino è uno degli hotspot climatici d’Europa, con un aumento delle temperature medie superiore alla media globale. Le trasformazioni in atto influenzano disponibilità idrica, stabilità dei versanti, infrastrutture turistiche ed energetiche, con effetti diretti sulle comunità montane e sui territori di pianura che dipendono dai bacini alpini.

Comprendere cosa sta accadendo ai ghiacciai non è un esercizio per specialisti, ma un tema di informazione pubblica. La Giornata Internazionale della Montagna serve anche a questo: a creare un punto di attenzione comune, uno spazio in cui dati e conoscenza possano circolare con chiarezza. Ma la consapevolezza non può esaurirsi in una ricorrenza. Riguarda scuole, amministrazioni locali, comunità che vivono le terre alte e cittadini che da quelle risorse dipendono ogni giorno. Rafforzare la qualità dell’informazione e della divulgazione scientifica è parte della strategia: significa aiutare le persone a leggere i cambiamenti in atto e a riconoscere il valore reale delle montagne. È un lavoro costante, che non risolve il problema da solo, ma crea le condizioni perché le decisioni siano più solide, più consapevoli e più lungimiranti.