Visata satellitare prima e dopo la formazione del cratereUna straordinaria inondazione ha avuto luogo sotto la calotta glaciale della Groenlandia, generando uno degli eventi più imponenti mai registrati in questa regione artica. L'evento è stato documentato grazie all'analisi di dati satellitari raccolti nell'estate del 2014, tra cui quelli dei satelliti Sentinel-1 e 2 del programma Copernicus e CryoSat dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), e oggi analizzati.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience e condotto dalla Lancaster University, il rapido prosciugamento di un lago subglaciale ha liberato circa 90 milioni di metri cubi d'acqua, equivalenti al flusso delle cascate del Niagara in nove ore durante la stagione di piena. Un fenomeno simile a quanto ripreso dai satelliti tra il 23 settembre e l'11 ottobre 2024, quando un'esondazione glaciale provocò il rilascio di oltre 3000 miliardi di litri di acqua di fusione.
La forza di questa massa d'acqua ha fratturato il ghiaccio sovrastante, dando origine a un cratere profondo 85 metri e largo 2 chilometri quadrati.
Gli effetti
L'inondazione ha avuto effetti importanti su vaste aree circostanti: sono stati osservati circa 385mila metri quadrati di ghiaccio fratturato e distorto, e un'area di 6 chilometri quadrati di ghiaccio visibilmente eroso dall'acqua. Questi fenomeni sono stati rilevati attraverso l'analisi dei dati satellitari, che hanno permesso di monitorare in dettaglio l'evoluzione dell'evento.
Jade Bowling, primo autore dello studio, ha sottolineato l'importanza di questa scoperta, evidenziando che l'esistenza di laghi subglaciali sotto la calotta della Groenlandia è una scoperta relativamente recente e che, come dimostra questo studio, c'è ancora molto da imparare su come si evolvono e sull'impatto che possono avere sul sistema glaciale. Malcolm McMillan, coordinatore della ricerca, ha aggiunto che questo evento dimostra il valore unico delle osservazioni satellitari a lungo termine delle calotte glaciali polari della Terra, che, a causa delle loro enormi dimensioni, sarebbero altrimenti impossibili da monitorare.