Tasiilaq - Foto di Bernd Hildebrandt da Pixabay
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Tasiilaq - Foto di Bernd Hildebrandt da PixabayLa Terra non è un Pianeta statico ma un gigante dinamico, in costante e lento mutamento. La litosfera terrestre, ovvero la porzione superficiale del Pianeta, composta dalla crosta terrestre e parte del mantello, è infatti frammentata in grandi sezioni chiamate placche tettoniche, che galleggiano e scivolano sul mantello sottostante. Questo incessante movimento, noto come tettonica a placche, rimodella la geografia del Pianeta su scale temporali geologiche, con spostamenti annuali tra pochi millimetri o centimetri.
La Groenlandia, l’isola più grande del mondo, situata nell’Oceano Atlantico settentrionale ed elemento terrestre emerso principale della regione artica, si muove annualmente come parte della placca nordamericana. Ma uno studio di recente pubblicazione sulla rivista scientifica Journal of Geophysical Research dimostra che il suo spostamento risulta amplificato dal cambiamento climatico, che sta favorendo, soprattutto nell’Artico, una accelerazione nei processi di fusione glaciale.
Secondo i ricercatori del DTU Space (Dipartimento di Ricerca Spaziale e Tecnologia Spaziale) dell'Università Tecnica della Danimarca, l’isola si sta spostando con un ritmo di 2 centimetri l’anno verso nord-ovest e, al contempo, manifesta fenomeni di rimodellamento, effetto della complessa interazione tra dinamiche geologiche antiche e moderna pressione climatica.
Groenlandia, un'isola in movimento che si allunga e restringe
La dinamicità della Groenlandia, come premesso, non è un fenomeno nuovo né unico nel suo genere. Gli spostamenti in orizzontale delle terre emerse, sono monitorati su scala planetaria attraverso la rete satellitare del GNSS e sono generalmente legati alla tettonica a placche. Nel caso delle terre ricoperte da ghiacci, attualmente o in passato, come la Groenlandia, allo spostamento connesso ai movimenti delle placche si somma un effetto di deformazione causato dalla progressiva perdita di ghiaccio superficiale.
Per comprendere il fenomeno, immaginiamo di avere un materasso, e di posizionare su di esso un enorme masso. La rimozione del masso causerà un movimento di reazione del materasso, che si solleverà e contrarrà prima di tornare alla sua posizione di equilibrio. In gergo scientifico, la deformazione attuale della superficie terrestre, conseguente alla diminuzione di pressione, dovuta alla riduzione delle masse di ghiaccio dopo l’Ultimo Massimo Glaciale (circa 20.000 anni fa), è detta “aggiustamento isostatico glaciale" (GIA). Oltre a questo rimodellamento, che affonda le sue radici in un lontano passato, la Groenlandia è soggetta a fenomeni di deformazione, descritti dagli scienziati come “torsioni, pressioni e tensioni”, dovuti all’attuale processo di fusione glaciale, che sta accelerando in conseguenza del riscaldamento globale.
A partire dai dati di movimento orizzontale, raccolti nell'arco di 20 anni attraverso 58 stazioni GNSS distribuite sul territorio della Groenlandia, i ricercatori del DTU Space hanno messo a punto un modello, in grado di ricostruire la storia del rimodellamento e dello spostamento della Groenlandia, a partire dall’Ultimo Massimo Glaciale, dunque da circa 26.000 anni fa, fino ai tempi moderni. Quanto emerso è che attualmente, come effetto dei tre fattori – movimenti tettonici, aggiustamento isostatico glaciale e deformazione elastica dovuta all'attuale fusione glaciale - l’isola si stia muovendo verso nord-ovest con un ritmo di circa 2 centimetri l’anno.
Scendendo nel dettaglio dei fenomeni di deformazione, gli scienziati hanno evidenziato che la fusione glaciale attuale e la deglaciazione successiva all'Ultimo Massimo Glaciale, abbiano effetti opposti. La progressiva perdita di massa glaciale, conseguente al cambiamento climatico della nostra epoca, ha un effetto di sollevamento e distensione orizzontale della superficie, che sta portando alcune aree della Groenlandia a espandersi. Vi sono però aree che, per effetto della GIA, sono caratterizzate da fenomeni di sollevamento e contrazione orizzontale.
Tra i due fattori, è il secondo a predominare, pertanto la Groenlandia sta diventando leggermente più piccola. Ma, come sottolineato dal primo autore dell'articolo, il Dott. Danjal Longfors Berg, ricercatore postdoc presso il DTU Space, “la situazione potrebbe cambiare in futuro con l'accelerazione della fusione a cui stiamo assistendo ora".
Oltre a fornire informazioni preziose per comprendere come il nostro Pianeta stia reagendo alla fusione dei ghiacci, causata dal cambiamento climatico, la ricerca evidenzia un “problema”. Come sottolineato dal Dott. Berg, comprendere i movimenti delle masse continentali diventa cruciale per la topografia e la navigazione, “poiché anche i punti di riferimento fissi in Groenlandia si stanno lentamente spostando."