Here I Am, Again: il testamento di Boyan Petrov. Il film su InQuota.tv

Il documentario Here I Am, Again, disponibile su InQuota.tv, racconta l’ultima impresa dell’alpinista bulgaro Boyan Petrov, tra scienza, coraggio e una scomparsa che ha commosso il mondo della montagna.
Boyan Petrov © Un fotogramma del film

Un corpo segnato dalla malattia, una mente allenata alla resistenza e un sogno troppo grande per poterlo mettere da parte. È difficile parlare di Boyan Petrov senza usare parole come “eccezionale”, “inspiegabile”, “commovente”. Ma forse la cosa più importante da sapere su di lui è che non ha mai smesso di salire. Ora la sua storia straordinaria, tragica e umana arriva su InQuota.tv con il documentario Here I Am, Again (DI Polly Guentcheva), un film che non è solo il racconto di una spedizione, ma la testimonianza vivida di un’esistenza che ha scelto di sfidare i limiti.

 

Chi era Boyan Petrov

Zoologo e alpinista bulgaro, Boyan Petrov ha vissuto due vite parallele: quella del ricercatore, impegnato nella conservazione della biodiversità e nella lotta per la salvaguardia delle specie, e quella dell’alpinista d’alta quota, capace di scalare dieci dei quattordici Ottomila senza l’uso di bombole di ossigeno. A rendere la sua impresa ancora più incredibile il fatto che sia sopravvissuto a tre tumori maligni e a un incidente stradale che lo ha lasciato gravemente ferito. Nonostante tutto, Boyan ha sempre ripreso a camminare.

Lo chiamavano “l’alpinista scienziato”, e nella sua visione la montagna non era solo sfida o conquista, ma parte di un dialogo più grande con la natura. I suoi quaderni erano pieni di dati e disegni, e lo zaino conteneva strumenti per il monitoraggio ambientale accanto alla piccozza.

Il 3 maggio 2018 Boyan viene dato per disperso sull'Everest. Le ricerche iniziano subito, con una missione internazionale che coinvolge alpinisti, piloti, governi. Elicotteri partono sia dal versante nepalese che da quello cinese, in una delle più imponenti operazioni di salvataggio mai condotte in alta quota. Ma di lui non resta traccia. Il suo zaino verrà ritrovato più tardi, a quota 7500 metri.

 

Here I Am, Again

Here I Am, Again ci porta nel 2018, quando Boyan decide di prepararsi per la sua sfida più grande: l’Everest. Nonostante i postumi dell’incidente stradale, appena un mese dopo l’uscita dall’ospedale è già al lavoro per tornare in forma. La montagna scelta per “scaldare le gambe” è lo Shisha Pangma, in Tibet, il più basso degli Ottomila (8027 metri). Un “nano”, come lo definisce lui stesso. Ma anche una montagna imprevedibile.

Da qui inizia il racconto del film: immagini, testimonianze e sequenze girate durante la spedizione restituiscono la tenacia di un uomo che non ha mai conosciuto il compromesso

Here I Am, Again non è un film sulla morte. È un film sulla vita, e su quello che spinge alcune persone ad andare oltre. Racconta la determinazione di un uomo che ha scelto la montagna come orizzonte, e ha vissuto ogni salita come un atto di libertà. Non ci sono eroi in questa storia, ma un essere umano capace di rialzarsi quando sembrava impossibile, e di trovare anche nel cammino più incerto un senso profondo.

 

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