Il gallo cedrone, Rotelli: "Ha bisogno di condizioni ambientali particolari, non disturbiamolo"

Animale affascinante e dal piumaggio incantevole, vive a terra in boschi di conifere e l'escursionista dovrebbe prestare particolare attenzione a non disturbarlo
Coppia di gallo cedrone © Thorsten Schulze/Pixabay

Il gallo cedrone è un animale affascinante, non facile da incontrare e bisognoso di una particolare tutela. L'ambiente adatto a prosperare deve soddisfare una serie di requisiti peculiari, ragion per cui la sua sopravvivenza alle nostre latitudini è perennemente in bilico, in un difficile equilibrio tra vari fattori. Ne abbiamo parlato con Luca Rotelli, biologo faunista.

 

Dove vive il gallo cedrone in Italia?
Il gallo cedrone è un tetraonide: i tarsi [la parte inferiore delle zampe] e le narici sono piumate. Generalmente vive in ambienti ricchi di neve, da noi i tretraonidi sono arrivati durante le glaciazioni, vengono dall'estremo nord.
Attualmente vive nel settore orientale delle Alpi italiane. In Lombardia è sull'orlo dell'estinzione, lo zoccolo duro rimane tra Trentino e Alto Adige. In Veneto e Friuli è presente in misura residuale. Vive in boschi a prevalenza di conifere, tra i 1300 e i 2100 metri di quota. È un uccello che si è evoluto in ambienti freddi e ricchi di neve, ma il riscaldamento climatico non sembra avere effetti diretti sull'animale. La vegetazione però cresce troppo velocemente e gli ambienti che rappresentano il suo habitat si chiudono. Il gallo cedrone preferisce boschi maturi e stramaturi, piante ben spaziate tra di loro, con abbondante luce a terra e rigoglioso sviluppo del sottobosco. Il gallo cedrone vive a terra, il terreno deve offrire copertura e alimentazione.

 

Perché la popolazione si è ridotta?
Il deterioramento dell'habitat è il motivo più importante per la riduzione della specie, come per gli altri tetraonidi. Solo la pernice bianca, che vive al di sopra del limitare del bosco non ne ha risentito. Inoltre abbiamo perdita di habitat per cause antropiche, come la costruzione di comprensori sciistici e strade, che portano alla frammentazione del suo ambiente e alla mortalità diretta, per impatto contro i cavi e le infrastrutture. Dobbiamo poi aggiungere il disturbo antropico dovuto ad attività outdoor, visto l'incremento esponenziale di queste attività e pratiche silvo-colturali non adatte, che hanno portato alla perdita delle arene di canto. Dobbiamo considerare anche l'aumento dei predatori, inverni miti e senza neve che hanno reso la vita più facile adanimali come volpi e mustelidi e l'aumento dei competitori, come il cervo, che riduce la vegetazione a terra. Infine abbiamo avuto la tempesta Vaia e la conseguente epidemia di bostrico. Non è un problema solo delle Alpi italiane, ma in tutta Europa. La complessità dell'ambiente adatto alla sua esistenza è elevata. È nella lista rossa degli animali in pericolo in Trentino da vent'anni, in Italia stimiamo circa 3-4mila maschi in primavera.

I galli cedroni nell'arena di canto © L. Rotelli

Cosa mangia?
Durante il periodo invernale si nutre principalmente di aghi di conifere, abete rosso, abete bianco, pino silvestre. Quando il manto nevoso scompare ha una dieta composta da specie erbacee. I piccoli mangiano principalmente insetti, nelle prime settimane di vita.

 

Dove nidifica?
Al suolo, in una conca, sotto grandi alberi, in mezzo agli arbusti, in mezzo alle erbe, in un ambiente molto vulnerabile. Il 70% dei nidi viene perso prima della schiusa. Se spaventata, la femmina si può involare e non tornare più. Sebbene una femmina possa deporre in media sette uova, a fine estate magari c'è solo un piccolo. Da adulti in compenso hanno tassi di sopravvivenza elevati e possono vivere fino a 10 anni.

 

Riconoscere maschi e femmine non è difficile. 
Per quanto riguarda le dimensioni, i maschi sono circa il doppio delle femmine: 4 chili, mentre una femmina è meno di 2. La femmina ha un piumaggio criptico, con barrature di colorazione diverse. Tendono al marrone con elementi di bianco, è una colorazione molto mimetica. I maschi invece hanno un piumaggio molto più appariscente.

 

Il corteggiamento è particolare...
I maschi vivono solitari, un maschio dominante può rimanere nella stessa arena anche per qualche anno. In primavera frequenta le arene di canto, pochi ettari, da uno a dieci. I maschi si raggruppano e stabilita la gerarchia tramite il canto e il piumaggio, solo i maschi dominanti si accoppiano con le femmine.

 

Sembrerebbe una scelta basata su presupposti piuttosto frivoli...
Non troppo diversi da quello che avviene tra esseri umani, dove il fattore estetico ha una sua importanza in un primo momento. Ma in realtà tutto è correlato al fitness dell'individuo: i piumaggi e i canti migliori sono indice di un benessere generale che permette al maschio dominante di prendere possesso del territorio, fino a quando non subentra un altro migliore. I vari nuclei non vivono su territori vicini, si distanziano anche per difendersi meglio dai predatori.

 

Come si può evitare di disturbare questi animali così delicati?
La cosa più importante è avere consapevolezza e oggi la consapevolezza non c'è. Chi va in montagna dovrebbe utilizzare solo i percorsi segnalati, evitare le superfici al limitare del bosco e tenere i cani al guinzaglio. Per chi volesse approfondire, ho aperto un sito che si chiama Conoscere per rispettare dove se ne parla più diffusamente.