Grifone in volo - Foto Scosse - Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0
Grifone - Foto Juan Lacruz - Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0
Grifone - Foto Pierre Dalous - Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0
Gruppo di grifoni in vicinanza di una carcassa - Foto Mario Modesto Mata - Wikimedia Commons, CC BY-SA 2.0
Grifone in volo - Foto Luc Viatour - Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0
Grifone - Foto Paco Gómez - Wikimedia Commons, CC BY-SA 2.0
Grifone in parete - Foto Rowanwindwhistler - Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0
Grifone - Foto hermos - Wikimedia Commons, CC BY-SA 2.5
Colonia di grifoni - Foto Mario modesto - Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0Grifone è un nome che rimanda, nell'immediato, all'idea di un animale mitologico. E in un certo qual modo lo è. In diverse culture antiche, dall'Asia all'Egitto e alla Grecia, il grifone era una creatura leggendaria, un ibrido con il corpo di leone e la testa d’aquila, a rappresentare potere, saggezza e protezione. Uscendo dai confini della fantasia per approdare nel mondo reale, il grifone è una delle specie più grandi di avvoltoio che si possa avere la fortuna di ammirare in Europa.
In Italia, tocca ammetterlo, a causa di una progressiva riduzione delle popolazioni che hanno portato la specie vicina all’estinzione, il grifone ha rischiato di diventare pura leggenda. Fortunatamente, grazie a progetti di reintroduzione, avviati in Italia e nel Sud della Francia, oggi il maestoso volatile è tornato a solcare i cieli montani di alcune regioni, appenniniche e alpine.
Tra queste la Liguria, dove il grifone, per alcuni decenni è ricomparso in forma “accidentale”, con avvistamenti di singoli individui, con alta probabilità di passaggio dalla Francia. Nelle scorse settimane, il vicepresidente della Regione Liguria con delega ai Parchi e alla Biodiversità, Alessandro Piana, ha confermato che i grifoni sono tornati a volteggiare sulle cime delle Alpi liguri.
“Con la sua spettacolare apertura alare che sfiora i tre metri, il grifone è tornato a veleggiare sulle Alpi Liguri, regalando immagini di grande suggestione – il commento del vicepresidente - . Vederlo volteggiare sopra le cime del Ponente ligure non è solo un’emozione per chi percorre i sentieri del Parco delle Alpi Liguri, ma anche un segnale tangibile di come la natura possa tornare a prosperare laddove trova spazi idonei e ben tutelati. Un risultato concreto nella difesa della biodiversità".
Il grifone, l’avvoltoio “rosso”
Il grifone (Gyps fulvus) è un avvoltoio di dimensioni ragguardevoli. Ha un'apertura alare imponente che può raggiungere i 3 metri, e la lunghezza dal becco alla coda può arrivare a 1 metro, per circa 10 kg di peso. Il nome scientifico rimanda al piumaggio bruno-rossiccio (fulvus = giallo-rossastro). Peculiare è, come in tutte le specie di avvoltoi, l’assenza di piume su testa e collo, che sono invece ricoperti da un piumino bianco.
A differenza di rapaci, come le aquile o i falchi, non presentano artigli affilati, in quanto non necessitano di catturare e uccidere le prede. Sono infatti saprofagi, si cibano ovvero di animali morti, generalmente grandi mammiferi. Non si tratta dunque di un predatore, quanto di uno “spazzino” ecologico. Per cercare il cibo è capace di affrontare chilometri, sfruttando le correnti ascensionali per effettuare lunghi viaggi, spesso in gruppo.
Come habitat predilige le falesie e le pareti rocciose, verticali, dove può nidificare in tranquillità. Le coppie sono monogame e si alternano nella cova dell’uovo.
La specie è diffusa in varie aree dell’Europa meridionale, in Nord Africa e Medio Oriente. Lo Stato che ospita la maggioranza della popolazione europea di grifoni, è la Spagna. Lo si ritrova nella lista rossa della IUCN ((Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), con classificazione differente su base geografica: “rischio minimo” a livello globale, “in pericolo” in Italia.
Come anticipato, nel nostro Paese si è infatti rischiata l'estinzione, arginata da progetti di reintroduzione. Unica regione da cui non è scomparso nel secolo scorso, era la Sardegna. Negli anni Ottanta, sull’isola erano rimasti circa 60-70 individui.
Grazie a un progetto, avviato dalla Regione in collaborazione con la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), sono stati immessi nella zona del Monte Ferru di Cuglieri, una trentina di individui di provenienza spagnola e francese. Il progetto ha consentito di riportare il numero di avvoltoi presenti sull’isola oltre quota 100. Secondo i più recenti censimenti, gli individui sarebbero attualmente più di 300.
Come riportato sul sito della Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell'Ambiente della Sardegna, le cause principali della quasi estinzione del grifone, sono da ricercarsi nell’abbandono della pastorizia errante, nell'uso di sostanze velenose per l'eliminazione di possibili predatori delle greggi, come volpi e cani inselvatichiti, nonché l’uccisione degli esemplari per imbalsamarli e farne trofei di caccia. E come sottolinea l'Agenzia, purtroppo, "sono tutt'ora le cause del declino della specie”.
Progetti di reintroduzione sono stati condotti, tra gli anni Novanta e i primi anni 2000, in diverse regioni appenniniche, come Calabria, Basilicata, Sicilia e Abruzzo, e sulle Alpi in Friuli-Venezia Giulia. Grazie a questi interventi, oggi è possibile ammirare i grifoni, intenti nei loro volteggi circolari, in molte aree d'Appennino, come le cime del Pollino, dei Nebrodi e delle Madonie, le vette del Sirente-Velino, del Gran Sasso e Monti della Laga. Lungo l'arco alpino, soprattutto nell'area delle Alpi orientali e lungo il confine francese.
In Liguria, è da evidenziare che il ritorno del grifone non sia dovuto a un progetto di reintroduzione effettuato in loco, ma a un processo naturale di ricolonizzazione, favorito dai progetti di reintroduzione avviati in Francia.